Intervista Silvia Zanin

Ciao Silvia, innanzitutto grazie mille per aver accettato l’intervista e per averci dedicato del tempo, sappiamo che è un periodo particolare della tua vita, molto ricco, impegnativo e stressante, ma anche di tanta felicità, ma procediamo con ordine.

Cosa significa il basso per te? Perché proprio questo strumento?

Per rispondere a questa domanda dirò una cosa che farà arrabbiare i miei colleghi bassisti: ho iniziato con la chitarra, poi sono passata al basso perché tutti cercavano bassisti; e poi perché a 15 anni pensavo che fosse più facile ahah, nulla di più sbagliato ovviamente. Appena ho comprato il mio primo basso e l’ho attaccato all’ampli ho capito che quello era lo strumento perfetto per me, una sola nota ha fatto vibrare i vetri della cameretta!

Sei una bassista e lavori in band tutte al maschile, cosa significa essere l’unica donna?

Sono sempre stata l’unica donna in quasi tutte le mie attività, anche all’asilo, quindi non è una novità per me, mi trovo meglio con i maschietti! Essere l’unica donna non può che essere un bel vantaggio, insomma tutti si offrono volontari per aiutarti a caricare e scaricare il furgone…

Oltre a essere l’unica donna della band sei spesso da sola anche ai concerti, le donne musiciste a quanto pare sono una rarità e anche quando le line up prevedono più band le donne sono “merce” rara. Questione di discriminazione o le donne non suonano?

Secondo me di donne musiciste ce ne sono tante, però appartengono ad altri ambienti, ad esempio nella musica classica ce ne sono parecchie, oppure molte cantano o suonano il piano. Questa domanda comunque me la sono fatta spesso anche io, insomma è così bello suonare! Quindi ti rispondo per ipotesi, potrebbe essere perché il punk è molto sanguigno, violento ed è necessaria una certa dose di sfrontatezza sia per ascoltarlo che per suonarlo. Potrebbe essere perché la timidezza di una ragazza è molto più spiccata in genere, potrebbe essere perché si sentono giudicate dal maschio medio. Ma poi io non lo so insomma! Io sono una che suona il basso in una rock’n’roll band e ci mette l’anima, non so proprio perché si debba rinunciare a una cosa così bella e soddisfacente. Faccio un appello a tutte le ragazze che stanno leggendo: non fatevi condizionare, fate quello che sentite dentro, non siate uomini e non siate donne, siate voi stesse.

Come ti trovi in un ambiente prettamente maschile? Il punk è meno discriminatorio o è solo una leggenda?

Il punk è meno discriminatorio è vero, non è una leggenda secondo me, essenzialmente perché al punk non frega niente di te ahah! Che tu sappia suonare o meno, che tu ti vesta in modo strano o che abbia i capelli lunghi, corti, la cresta o i dread, al punk non interessa. Questo è l’ambiente musicale con cui ho convissuto per anni e con cui mi sono trovata meglio.

Donne e pettegolezzi, da mia esperienza nel mondo punk non sono le donne ad avere la lingua lunga, ma i maschietti. Sei stata oggetto di pettegolezzo? Cosa vorresti dire a chi parla a caso e in negativo? E’ una situazione comune a tutte le poche donne del giro?

Beh, ci sono band che di punk hanno solo la “K”. Con questo voglio dire che siamo esseri umani e tutti sparlano di tutti, i pettegolezzi ci sono ma a me non interessa. Una volta ho assistito a una scena davvero imbarazzante: un ragazzo che conosco in coda si lamentava che una sua AMICA (si, non una sconosciuta) avesse l’accredito in quanto donna e lui no, e quando lei è entrata si è girato dai suoi amici insinuando una qualche relazione di lei con uno della band. Oppure quando c’è una band in apertura a un’altra più famosa si pensa a chissà quale questione scabrosa sotto. Questa cosa è propria dell’essere umano, che sia uomo o donna. Sta al singolo ignorare certe cose.

Sei giovanissima e sei diventata mamma da poco, insomma, sei una vera rarità sia per il fatto che sei una bassista sia per il fatto che sei una mamma giovane. Che cambiamenti ha subito la tua vita? Sei stata discriminata o appoggiata nella tua scelta?

Tutti mi dicevano che la mia vita sarebbe cambiata drasticamente, niente più serate, niente più band o altri impegni oltre alla bimba e al lavoro, una donna addirittura mi ha detto: “che coraggio, così giovane e sei già pronta a sacrificare la tua vita?!”. Ecco, non è andata proprio così ahah! Le priorità cambiano, le responsabilità pure, ma la vita è quella di prima. Sono tutte scuse quelle delle mamme che si lasciano andare, io suono come prima, trovo il tempo di andare in sala prove, di suonare a casa, di ballare facendo i mestieri, e la mia bimba ha solo 3 mesi. Nell’ottavo mese di gravidanza abbiamo registrato gli strumentali del disco nuovo e adesso abbiamo quasi finito le voci. Insomma bisogna sapersi organizzare, portare la bambina in studio non è questa gran tragedia. Lavoro al bar e ho sentito ogni sorta di racconto assurdo: notti insonni, giornate senza tregua, litigate con tutti, a me non è successo niente di tutto ciò fortunatamente! Per quanto riguarda la reazione degli altri non ho avuto problemi, ho assistito a tanta curiosità, tanto stupore, tanti pregiudizi, ma soprattutto ho visto tanto cuore da parte di tutti.

Come si riesce a gestire la musica con una bimba piccola? Ho visto che l’hai portata in studio di registrazione e l’ho trovato entusiasmante, una donna che lavora e che non si tira indietro né sul lavoro né come mamma. Questa tua scelta è stata criticata? O le persone intorno a te hanno capito che si può fare tutto (ovviamente con il doppio della fatica)?

Hai detto bene: tutto si può fare ma col doppio della fatica! Bisogna uscire almeno un’ora prima per andare alle prove, lasciare la creatura ai nonni e istruirli sul da fare, i miei genitori sono stati talmente felici di questo nuovo ruolo che si sono dimenticati di farmi le ramanzine per qualsiasi cosa. Nessuno mi ha criticata per questa scelta di continuare a suonare, di fare i live (che ricominceranno ad Aprile con l’uscita del disco nuovo), però c’è spesso questa frase: “eh vedrai poi quando cresce”. In gravidanza era “eh vedrai poi quando nasce”, insomma non va mai bene niente, non si può affrontare un problema alla volta? Come ho detto prima, bisognerebbe accantonare le scuse e guardare in faccia la realtà e ciò che si vuole davvero fare.

Quali progetti musicali hai al momento? Parlaci della tua band e delle news

Al momento sto suonando con il mio trio rock’n’roll preferito: i Boogie Spiders, il mio compagno è anche il cantante chitarrista del gruppo, quindi siamo in famiglia diciamo. Come si capisce dalle domande precedenti stiamo ultimando il terzo disco “People and other monsters”, registrato da Frank Altare al Km33, uscirà ad aprile in vinile, è il mio primo lavoro con la band, prima avevano un altro bassista, penso che sarà un disco più complesso ma con il solito sound sporco e retrò che contraddistingue i Boogie Spiders da sempre. Per me è davvero un onore suonare con loro, sia perché essendo molto più esperti (chiamiamoli esperti e non “vecchi” ahah) di me ho maturato molta più consapevolezza del mondo e della musica in generale. Mi hanno insegnato l’umiltà che mi serviva per vivere meglio. Adesso basta con le cose sdolcinate e parliamo di live: abbiamo già qualche data confermata per quel periodo ma aspettiamo a pubblicarle.

Giri nel mondo punk da tanti anni, ci sono stati cambiamenti? E’ difficile suonare in pubblico? Esistono ancora spazi per la musica dal vivo?

Il giro è sempre più o meno lo stesso, la cosa che mi rattrista è che vedo sempre meno miei coetanei, non capisco perché molti ventenni non vadano ai concerti o non approfondiscano i loro ascolti. Anche per questo motivo i locali di musica dal vivo chiudono, sta scomparendo questa cultura purtroppo. Sto parlando ovviamente di spazi che propongono musica originale, per le cover band c’è sempre più spazio, ed è anche naturale. Mi spiego: le tribute band sono professionali, vengono pagati il giusto e fanno fare soldi al proprietario perché c’è sempre gente. Il problema non sono le band di cover, ma i proprietari dei locali che secondo me dovrebbero fare un minimo di direzione artistica, non si può pretendere di chiamare band sconosciute senza magari averle mai ascoltate e poi lamentarsi che non sono bravi. Poi c’è la questione delle band e del “quanto te la meni”, bisogna avere un po’ di umiltà e metterci molto impegno nel sostenere la scena, mai uscire gratis ma neanche pretendere cachet impossibili, secondo me. E’ difficile suonare in pubblico? Per me il suonare è funzionale al concerto. Cioè io suono a casa, faccio le prove, compro l’attrezzatura con lo scopo di suonare in pubblico. E’ il mio habitat naturale, mi sento a mio agio sempre sul palco e sono tranquilla quando sono ben preparata.

Quali sono le tue band di riferimento? A che concerti vai e chi sono i nuovi nomi da tenere d’occhio?

Ultimamente devo ammettere che sono stata assente dal giro per via della gravidanza e della nascita della bimba, però sto lentamente recuperando, gli ultimi concerti in questo periodo sono stati i 4 Sicks Orchestra (roba malata che non saprei definire) e Uncleshit (one-man- band blues). I miei gusti musicali sono decisamente vari, negli ultimi mesi mi sono appassionata molto al blues/soul degli anni 50/60, Muddy Waters, Etta james, Bo Diddley, Sam Cooke. Però in genere faccio riferimento a garage, punk e rock’n’roll, adoro i Sonics, mi piacciono i Clash, i Flashtones, Nick Curran e ovviamente i Ramones. Non saprei proprio definire le mie band “preferite” perché ho ascolti molto differenti, dai Prodigy agli Iron Maiden. Per quanto riguarda i nuovi nomi mi vengono in mente il trio rock’n’roll Bad Juju, dal vivo sono una vera bomba. I miei amici Brain Distillers Corporation, hard-blues con influenze metal, che stanno registrando il secondo disco, andate a vederli su YouTube che hanno dei video esilaranti.

Visto che siamo tra donne concediamoci un momento da donne: tutte le volte che ti ho vista ho ammirato i tuoi capelli, originali e molto belli. Come scegli il tuo look da vita normale e da palco?

Sinceramente ho sacrificato l’estetica alla comodità da sempre, ho avuto i capelli corti, alle superiori avevo la cresta punk ogni mese di un colore diverso. Nell’ultimo anno ho fatto i dreadlocks, ho scoperto che oltre a essere comodi sono anche molto economici, direi che in questo periodo risparmiare sul parrucchiere è decisamente utile! Il look da palco invece è piuttosto curato, penso ai vestiti di tutta la band in genere, i Boogie Spiders mi danno corda e hanno le mie stesse idee in merito per fortuna. Per la prossima stagione stiamo pensando a un look diverso, fin ora abbiamo avuto la camicia da bowling personalizzata ahah!

Come gestisci il rapporto con stampa e interviste? E’ un momento che può risultare piacevole o un dovere di promozione?

A dire la verità queste situazioni mi stimolano, mi costringono a pensare e a fare un lavoro di introspezione. Con la band sono stata diverse volte in radio o web-radio e devo dire che è davvero divertente!

Grazie ancora per la chiacchierata, dacci tutti i riferimenti per poterti seguire e sapere tutte le news che ti riguardano!

Grazie a te per questa intervista inaspettata, potete seguirmi su Facebook (Silvia Zanin) oppure sulla pagina della band (Boogie Spiders). Se invece volete ascoltare qualcosa abbiamo i primi due dischi su Bandcamp (theboogiespiders.bandcamp.com), per richieste di live rispondiamo alle mail a boogiespiders@gmail.com

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