Cigarettes After Sex – Cigarettes After Sex

La sensazione voluttuosa di aspirare il gusto di una sigaretta dopo aver fatto sesso. Il piacere liberatorio di perdersi tra rivoli di fumo evanescenti portando ancora addosso l’odore della passione che ti consuma l’anima. Il “dopo”, quel momento in cui tutto per un attimo si ferma e cessa di essere, nell’istante in cui ci si sente esistere nel presente eterno di una storia irrisolta. Questa è l’essenza che si sprigiona ascoltando i Cigarettes After Sex con le loro note avvolgenti in grado di toccare le corde più profonde dell’anima per farle sciogliere e vibrare nella sensualità leggera della voce di Greg Gonzalez, estremamente androgina e dal timbro suadente.

Il gruppo texano, dopo una lunga gavetta ed un fortunato EP, I., del 2012, si misura ora per la prima volta con la lunga durata, confezionando un album dal titolo omonimo, presentato da loro stessi come un lungometraggio in cui tutte le tracce sono unite le une alle altre, non solo dal punto di vista tematico, ma anche nella partizione strutturale. E in questo, la band è riuscita bene nell’intento perché l’album si mostra quasi come la modulazione reiterata di un’unica lunga traccia per un totale di 50 minuti in cui si intrecciano riverberi di chitarra, morbide linee di basso delicate svirgolate di batteria come in un flusso continuo.

Tutto l’album poi si adagia su tappeti sonori distesi la cui forza evocativa è in grado di far sognare e astrarsi in universi inesistenti che risiedono nello spazio intimo della propria galassia immaginaria. Già a partire dal brano apripista, “K.”, veniamo risucchiati in un vortice di sensualismi sinestetici tra atmosfere chiaroscurali e ipnosi malinconiche dal sapore retro, che ricorda un po’ il dream-pop dei Slowdive, la melodia languida di Mazzy Star, con accenni al wave etereo à la Cocteau Twins.

Probabilmente, il fatto che l’album si dispieghi su un’unica essenziale linea melodica uguale a se stessa può renderlo mono-tono, almeno sotto alcuni parametri. Ma se lo si interpreta come un’evoluzione ciclica in cui ogni brano inizia dal punto stesso in cui il precedente si era concluso allora tutto acquista un sapore diverso. Così, la delicatezza della voce di Gonzalez nella sua alchimia con suoni eleganti e ben calibrati crea una narrativa nella quale tutti noi in un modo o nell’altro ritroviamo noi stessi.

Accattivante, sensuale, essenzialmente minimale fino in fondo (compreso l’artwork in total black&white), quest’album cattura l’ascoltatore e lo commuove con sentimenti così autentici che sembrano quasi irreali, e forse un po’ lo sono. E alla fine ci si ritrova con gli occhi pieni di lacrime. Lacrime, quelle vere.

 

 

TRACKLIST:

1. K.
2. Each Time You Fall In Love
3. Sunsetz
4. Apocalypse
5. Flash
6. Sweet
7. Opera House
8. Truly
9. John Wayne
10. Young & Dumb

 

A cura di: Francesca Mastracci

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *