Get Well Soon – The Horror

The Horror è il quinto album del percorso artistico che il musicista tedesco Konstantin Gropper ha fatto e sta facendo con il progetto Get Well Soon.

Arriva a 10 anni dal disco d’esordio, Rest Now, Weary Head! You Will Get Well Soon, che aveva immediatamente portato Gropper all’attenzione delle maggiori riviste musicali indie, le quali, col senno di poi è facile ma è sempre bene ribadirlo, non si erano certo sbagliate.

Un concept album dedicato a quel senso di lieve angoscia che popola le nostre menti in quella breve frazione di tempo che potremmo denominare “un attimo prima”, quell’istante che precede il diventare presente dell’imminente (ed inevitabile per definizione) futuro, il momento in cui siamo sospesi e quasi in bilico tra un “qui ed ora” che sentiamo essere già quasi passato e un futuro che già possiamo intravedere e per il quale proviamo quello strano misto di curiosità morbosa e timore allo stesso tempo.

Non a caso gli incubi delle tracce 4 e 10 sono dedicati a due figure tipiche e ricorrenti dei sogni, nonché immagini che perfettamente incarnano quel mix di sensazioni accennato qui sopra: il crollo/la caduta libera e lo strangolamento. E ancora la baia nebbiosa della 9, già di per sé scenario che rende bene l’idea dell’incertezza e dell’impalpabilità, è colta all’alba, il più effimero e controverso dei momenti della giornata.

Ma quanto ad ambiguità di percezioni ed emozioni suscitate dai suoni fa da padrone il brano The Horror, decisamente la title track meno corrispondente al suo stesso nome in cui ci si possa imbattere, o meglio non corrispondente al significato comune che siamo soliti attribuire alla parola “orrore”, quanto al concetto che di questo vocabolo aveva il Romanticismo, che lo accompagnava all’idea del sublime e lo descriveva come un sentimento derivato dalla potenza di un’esperienza capace di commuovere l’animo.

Tale traccia è comunque in generale emblema dell’intero disco e della sua capacità di portarci in un universo di percezioni incredibilmente miste e neanche troppo facilmente descrivibili con le parole a nostra disposizione nel dizionario, per quanto sono vaghe e contrastanti fra loro.

Ma se tutto ciò è vero è grazie alla magistrale abilità compositiva di Konstantin, che fa passare l’inquietudine attraverso suoni sottili, lievi, e pieni, di sicuro piacevoli e talvolta addirittura consolatori per il modo che hanno di accompagnare l’ascoltatore e di lasciargli un fine sentore di piacevolezza. Amplifica il tutto il timbro profondo della voce di Gropper, che pesca, per conferire ancor più personalità al suo cantato, nella tradizione dei crooner anni ’50, senza alcun indizio di scimmiottamento ma anzi regalandoci brani e frammenti musicali di rara eleganza.

The Horror è proprio così, non riducibile a poche frasi o elementi minimi, ma anzi complesso e ricco nell’abbondanza di suoni che sono chiamati a farne parte. Ci fa quasi percepire una impossibilità di fondo di afferrarlo in toto in un unico ascolto, ci fa sentire come se ne servisse sempre un secondo, e poi un terzo e via così, ed è proprio in questo modo che ci trasferisce in pieno quell’angoscia derivata dall’incertezza e in quel senso di paura del futuro prossimo di cui ci parla che, esattamente come per la teoria del Sublime, si accompagna però con picchi di unica e sorprendente bellezza.

 

Tracklist:

  1. Future Ruins pt. 2
  2. The Horror
  3. Martyrs
  4. Nightmare No. 1 (Collapse)
  5. An Air-Vent (in Amsterdam)
  6. Nightmare No. 2 (Dinner at Carinhall)
  7. The Only Thing We Have to Fear
  8. Nightjogging
  9. A Misty Bay at Dawn
  10. Nightmare No. 3 (Strangled)
  11. (How to stay) Middle Class
  12. (Finally) A Convenient Truth

 

A cura di: Daniela Raffaldi

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