Intervista a Dadamo

Tra Sam Smith e Alex Baroni, tra il soul inglese ed il pop italiano: sono questi i confini e le influenze musicali in cui nasce e cresce Davide Dadamo, giovane cantautore classe ‘95 , in arte Dadàmo.
“Mille Colori” è il suo primo lavoro in studio, un EP di cinque tracce in uscita a febbraio 2018, che costituisce l’esordio di una scrittura e di una musica ricche di creatività ed originalità. Si tratta, infatti, di un disco costituito da innumerevoli sfumature, difficilmente collocabile in uno schema o in un genere musicale ben preciso.
Dotato di una voce ora calda e rassicurante, ora poderosa e coinvolgente, Dadàmo prosegue e perfeziona il suo percorso di crescita artistica iniziato presso l’ Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e al CET di Mogol.
Con “L’equilibrio”, primo singolo estratto dall’EP, Dadàmo canta una vittoria che, nonostante le fatiche e i sacrifici, “arriverà”. Il videoclip, ideato e realizzato da Adriano Natale, pone l’attenzione dello spettatore su uno dei temi principali del brano: il movimento. Attraverso l’ausilio di effetti speciali, infatti, lo spettatore si ritrova ad affrontare un cammino senza sosta che lo porterà a curiosare tra le finestre di un palazzo nel quale gli unici inquilini sono Dadàmo e i suoi musicisti.

 

1)Ciao!! Presentati. Da dove vieni, chi sei?

Ciao! Sono Dadàmo e sono un cantautore pugliese simpatico che scrive cose tristi. Scherzi a parte, sono cresciuto in puglia ma da qualche anno mi sono trasferito a Roma per completare il mio percorso di studi. Mi sono formato all’Officina Pasolini, al CET di Mogol e al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Due anni fa ho iniziato a muovere i primi passi in studio registrando il mio progetto “zero”, un EP di 4 tracce che mi ha dato la possibilità di mettere in pratica ciò che avevo studiato e ora sono qui, in procinto di pubblicare il mio primo vero EP!

2)Quale è l’artista che maggiormente ti ha ispirato? Sapresti consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritieni veramente degno di nota? Perché?

Ultimamente sono stati due gli artisti che mi hanno influenzato dal punto di vista musicale: Sam Smith per l’utilizzo della voce, le sonorità pop soul e Jordan Rakei per la produzione e la ricerca. Date queste premesse non posso che consigliarvi il primo album di Sam Smith “In the lonely hour” del 2014. Per me è stato un disco importantissimo perché una voce così particolare non la sentivo da tempo, soprattutto in ambito internazionale. E’ un album che ho apprezzato fino all’ultima canzone, eclettico, equilibrato, interpretato come si deve e scritto con il cuore.

3)Parlaci un pochino del tuo ultimo lavoro. Come è nato?

Il mio ultimo lavoro è “Mille Colori”, un EP di 5 tracce in uscita il 12 febbraio. Si tratta di un disco pop italiano con influenze soul e funk nel quale ho cercato di creare il giusto equilibrio tra musica e testo. E’ nato lo scorso anno iniziando a scrivere i pezzi a novembre 2016. Successivamente ho arrangiato i pezzi con Luca Giannini, Giacomo De Bona e Alessandro Bintzios e a novembre 2017 siamo andati in studio per inciderli in presa diretta come piace a noi e come si faceva una volta. Non a caso l’intero progetto richiama volutamente sonorità del passato a cui sono particolarmente legato.

4)Quale é l’artista più sopravvalutato e quello più sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perché?

Non mi piace giudicare i miei colleghi, di sicuro posso dirti che artisti come Mèsa, Rosso Petrolio e Carlo Valente sono degni di nota e da tenere sott’occhio. Ci tengo inoltre a fare anche il nome di un artista cresciuto in Italia ma che ora vive a Londra, Ben Belward. Ho avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo qualche giorno fa in un pub a Soho, è davvero bravo e merita sicuramente più attenzione.

5)Progetti per il futuro?

Probabilmente dopo questo EP continuerò a scrivere e mi piacerebbe provare a candidarmi per Sanremo l’anno prossimo.

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