Intervista a Valente

VALENTE ha appena ultimato la realizzazione del suo nuovo album, “Il Blu di ieri”, registrato presso il Q Recording Studio di Milano e il Virtual Studio di Treviso, prodotto da Andrea Lombardini , basso, alle chitarre Alberto Milani, Dario Volpi e Xabier Iriondo (Afterhours) , Emanuele Maniscalco alle tastiere e Phil Mer alla batteria; al sassofono Paolo Porta, ad arricchire di suggestive venature jazz contemporanee e black il suono generale; le coordinate del nuovo lavoro di VALENTE sono il ritorno ad un beat più sostenuto e a certe atmosfere elettro pop e new wave del suo esordio, il tutto sostenuto da una forte inventiva melodica e da un sound coerente con la ricercatezza del precedente “Cambiamori”.

1)Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?
Ciao! Sono Claudio VALENTE un cantautore e compositore di musica pop e alternative rock di Venezia. Nel corso della mia carriera musicale ho dato vita a varie band e progetti quali Art Decò e Holiday Futurisme, svolgendo il ruolo di lead vocalist, autore di testi e musiche e incidendo diversi album. Nel 2016 esce, da solista, Cambiamori (2016 – Stupefiction Records/Art Retrò Ideas), arrangiato e prodotto da Andrea Lombardini, proveniente da esperienze diverse tra jazz contemporaneo e post rock. VALENTE è il mo cognome e nome d’arte col quale ho appena finito di registrare un nuovo album, “Il Blu di Ieri”, novità autunnale di Dischi Soviet Studio registrato presso il Q Recording Studio di Milano e il Virtual Studio di Treviso: Il disco è prodotto da Andrea Lombardini, che suona anche il basso; alle chitarre ci sono Alberto Milani, Dario Volpi e Xabier Iriondo (Afterhours), poi Emanuele Maniscalco alle tastiere e Phil Mer alla batteria; al sassofono c’è il torinese Paolo Porta, ad arricchire di suggestive venature jazz contemporanee e black il suono generale; le coordinate di questo nuovo lavoro sono il ritorno ad un beat più sostenuto e a certe atmosfere new wave del mio esordio con Art Dèco, il tutto sostenuto da una forte componente melodica, anche se abbiamo cercato un sound coerente con la ricercatezza del precedente “Cambiamori”; dico “abbiamo” perché è stato un lavoro di squadra, seppur scaturito dai miei demo iniziali, quindi anche se mi presento da solista, specie dal vivo si percepisce che agiamo proprio come una band.

2)Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritenete veramente degno di nota? Perché?
Sono un grande fan di Bowie. E direi senz’altro che “Blackstar”, il suo ultimo disco, sia un lavoro da ascoltare e riascoltare, un disco seminale che ha aperto nuovi orizzonti per la sua capacità di mescolare più linguaggi, dal pop al rock al jazz contemporaneo e, da un punto di vista dell’uso della voce e dei testi sia paradigmatico nel suo individuare nuove possibilità per la forma canzone, che è senz’altro un mezzo espressivo molto sfruttato e abusato. Linfa creativa nuova. Un capolavoro.

3)Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?
Volevo registrare un disco che tenesse conto dei miei esordi new wave e synth pop con il mio primo progetto, la band Art Déco (il cui materiale è stato ristampato di recente in vinile dalla label milanese Fonogrammi Particolari), addirittura riprendendo dei brani inediti che avevo composto allora con nuovi arrangiamenti (ce ne sono tre all’interno del disco): i miei riferimenti sono la new wave e il post punk degli 80’s, Japan, Roxy Music, Ultravox, e Bowie, specie l’esperienza di “Blackstar”: infatti l’uso del sax e di musicisti anche di estrazione jazz sono stati una scelta che va in questa direzione e coerente col mio precedente “Cambiamori” con l’intento, questa volta, di aggiungere molto più beat grazie ad una potente macchina ritmica come quella fornita da Phil Mer alla batteria e da Andrea Lombardini, il cui basso fa da collante a tutto il sound spaziando da linee minimali a sofisticate digressioni col fretless bass.

4)Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perché?
hmm…domanda un po’ maliziosa hehehe…non è carino fare nomi, ma credo che, per quanto riguarda la scena italiana citerei in blocco come sopravvalutato tutto il nuovo “indie pop”, come si usa dire ora per definire i nuovi cantautori melodici (ma io ci aggiungerei un po’ melensi)…devo proprio nominarli?. Ritengo sopravvalutata questa scena in quanto non dice nulla di nuovo musicalmente, è solo pop melodico con testi post adolescenziali d’amore e di costume e nulla più. Non di certo qualcosa di nuovo. Anche se ha un grande appeal (o almeno sembra) commerciale.
Tra gli italiani sottovalutati indicherei senz’altro i veneti, come me, BLACKBEAT, che mischiano mirabilmente noise, ambient e melodie pop, poi AUCAN, sempre elettronica, ma veramente suggestiva e infine una band che mi emoziona molto con il loro brillante jazz contemporaneo e avant i pOLO(si scrive proprio così): questi sono tre nomi che cercano “nuove vie”.
5)Progetti per il futuro?
Senz’altro la promozione live di questo disco IL BLU DI IERI a cui tengo molto in quanto riparte dai miei esordi con gli Art Dèco per proiettarmi nel futuro. Presto un secondo singolo e video per seguire il primo singolo “Sogni di te”.
Sto anche scrivendo e registrando dei demmo preparatori per un progetto di musica elettronica con dei miei amici di Varsavia, un side project davvero eccitante, in territori musicali per me differenti.

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