Intervista ai Gran Torino

I Gran Torino sono un duo formato da Daniele Berni (voce, batteria) e Marco Paradisi (chitarre, basso). I due suonano insieme sin dal 1998 ma in diverse band di genere vario. Dal 2013 Daniele e Marco hanno deciso di dar vita ad una formazione stabile in cui far confluire tutte le esperienze del loro passato musicale. Nascono così i Gran Torino, di cui il primo album, “Albero e Terra”, vede fondersi con naturalezza rock e melodia, rabbia e dolcezza. A luglio la band è tornata con il singolo “Che fine vuoi?” a cui ha fatto seguito qualche giorno fa il nuovo singolo, “Abbracciami”, entrambi brani che anticipano il nuovo album in uscita nel 2019. Abbiamo incontrato la band per parlare insieme a loro della loro storia e delle loro novità.

-Ciao ragazzi, presentatevi ai nostri lettori.

Ciao a tutti, siamo i Gran Torino e veniamo da Bologna. Siamo un duo rock alternativo che sta per pubblicare il suo secondo disco.
-Da alcuni giorni è uscito il vostro nuovo singolo “Abbracciami”. Qual è il messaggio che comunicate attraverso questo brano?

Il messaggio di fondo è di non smettere di parlare con le persone, in particolare con quelle più care, e non dare per scontato nulla al fine di non perderle.

-Come nascono i vostri testi?

I nostri testi nascono da ciò che ci colpisce, nel bene e nel male. Parliamo del nostro vivere di tutti i giorni tra amicizie, amori e desideri vari.

-Il testo di “Abbracciami” è quasi ermetico e lascia intuire anziché spiegare. Quali sono gli autori di testi (musicali ma anche letterari in generale) che vi ispirano maggiormente?

Gli artisti che ci hanno più influenzato a livello di stesura di testi sono indubbiamente Niccolò Fabi e Riccardo Sinigallia.

-Il videoclip di “Abbracciami” è girato a Bologna, la vostra città. Quali sono secondo la vostra esperienza le opportunità che il capoluogo dell’Emilia-Romagna offre ai musicisti oggi e quali gli eventuali limiti?

Le opportunità, se parliamo di band emergenti, sono sempre meno, a partire dai locali che, per poter restare aperti, devono puntare su eventi “sicuri” e che garantiscano pubblico, per finire al pubblico stesso, che di conseguenza si è adattato; quindi la ricerca di nuove realtà musicali viene sempre meno spontanea. Sicuramente Bologna continua ad avere qualche possibilità in più per esibirsi, ma la situazione non è proprio rosea.

-Sebbene con progetti diversi, i Gran Torino suonano insieme da vent’anni. Com’è cambiato nel tempo il modo di fare musica vostro personale e anche in generale il panorama musicale, visto che nel frattempo si sono sviluppati il web e la tecnologia digitale?

Il nostro modo di fare musica è divenuto completamente libero nella composizione: non ci sentiamo legati particolarmente a un genere, tant’è che nel nuovo disco troverete inserti di elettronica, una novità anche per noi.

Per quanto riguarda la musica di oggi la consideriamo in balia della moda e dei talent che la rendono poco consistente. Il web e la tecnologia musicale ovviamente rendono questi fenomeni ancora più martellanti.

-Che rapporto avete con i social network?

Cerchiamo di utilizzarli per informare chi vuole seguirci dei nostri programmi e movimenti, senza esagerare nell’utilizzo smodato di un mezzo che è una lama a doppio taglio.

-Vi sentite più a vostro agio in studio di registrazione o sul palco?

Sia lo studio che il live per noi sono casa. Sicuramente lo studio è una situazione più intima, il live ti dà la possibilità di metterti in gioco in un momento, è anche più adrenalinico.

-Questo singolo, “Abbracciami”, anticipa l’uscita del vostro nuovo album, prevista per il 2019. Cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo lavoro?

Sarà un disco differente per vari aspetti. Sappiamo di essere cresciuti nella composizione e nella scrittura, sempre cercando di dare spazio a quelle che sono le nostre emozioni e di non chiuderci stilisticamente. Un album veloce, lento, strumentale ed elettronico.

-Per concludere, quali sono i progetti dei Gran Torino nell’immediato futuro?

Le priorità al momento sono: strutturare il nuovo live e stampare i dischi.

 

A cura di: Bobo Bianconi

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