Intervista Criminal Party

Band storica del rock palermitano dedita a sonorità garage, punk e psichedeliche. Sono stati uno dei primi gruppi a livello nazionale a proporre il garage-punk con liriche in italiano e voce femminile. E’ una formula che continuano a proporre imperterriti. D’altra parte non si cambia se il risultato è positivo. Già, perchè le 16 tracce (più due bonus track) del nuovo disco, ancora una volta ci propongono il format che Criminal Party maneggiano a occhi chiusi. E in più dimostrano anche di saperci fare a suonare pop (vedi il singolo, What About You). Una riuscita invettiva contro i poteri forti che ormai dominano il mondo.

Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?

Veniamo da Palermo, la band è stata formata nel 1986, ma in realtà nel corso degli anni si sono succedute diverse formazioni. Attualmente, a parte il sottoscritto (Fabio Vinciguerra: chitarra ed autore di tutti i testi e musiche), la band è composta da: Lisjac e Vicky Jam (entrambi vocalist), Francesco Amato (tastiere), Eduardo Palladino (batteria) e Mimmo Garofalo (basso), che inoltre mi ha aiutato nella produzione del CD.

Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?

L’ispirazione principale dei Criminal PARTY SONO SEMPRE STATI DA UNA PARTE LE BAND GARAGE PUNK DEGLI ANNI ’60 (Blues Magoos, Electric Prunes, Kenny & the kasuals, Seeds, ecc.), dall’altra il punk californiano della prima era (Nuns, Avengers, Crime, X, Alley cats, ecc.). Con grande sincerità mi piace veramente poco di quello che è uscito negli ultimi anni, seguo poco la scena contemporanea. Continuo sempre a sostenere che le migliori produzioni rock siano uscite negli anni ’60 e ’70 e poi c’è stato un momento molto interessante di revival negli anni ’80 e qualcosa ancora negli anni ’90.

Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?

Da tempo avevo desiderio di realizzare un disco dei Criminal Party che riprendesse fedelmente lo spirito degli esordi, obiettivo raggiunto solo parzialmente nelle precedenti uscite discografiche. Basti pensare che brani come Join us!, Dangerous minds, Burned generation, Betelgeuse già avrebbero dovuto fare parte del repertorio degli anni ’80, anche se non nella veste nella quale sono stati realizzati nel CD. Poi a questo si è aggiunta la crisi economica, il governo vessatorio Monti con l’agenzia delle entrate suo braccio armato e i diktat imposti dall’UE. Di conseguenza, quindi, non è stato difficile pensare di realizzare un disco come “La revolution bourgeoise” che cogliesse il momento drammatico che stiamo vivendo.

Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?

Sinceramente non seguo molto la scena musicale italiana attuale. Rimango sempre dell’opinione che abbiamo avuto grandi artisti dagli anni ’60 in poi fino all’inizio degli anni ’80. Poi ci sono stati prodotti davvero interessanti nell’underground italiano degli anni ’80 e ’90, poi a mio avviso il vuoto.

Progetti per il futuro

Ovviamente speriamo di fare diversi concerti non soltanto in italia, dal momento che la lingua inglese, rispetto al passato, è stata scelta per potere proporsi più facilmente anche a livello internazionale. Poi si spera di rientrare in studio e incidere un altro CD. Già sto lavorando sulla scaletta del nuovo disco.

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