Intervista a Dentone e Ghezzani

Il sound asciutto, diretto ed essenziale richiama ancora il roots-rock tanto caro al duo livornese, ma, per quanto i suoni e lo stile generale rimandino ad atmosfere vintage, gli arrangiamenti e l’attitudine dei musicisti sono assolutamente attuali e radicati nel presente. Scritto e prodotto dagli stessi Dentone e Ghezzani e registrato nello studio della Roots Rebels Records di Livorno, l’etichetta da loro fondata e gestita, “Pugilatori” è un disco che si rifà alla grande tradizione del rock classico, non rinunciando però ad elementi di trasversalità di genere.

Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?
Stefano / Antonio: Siamo Stefano Dentone e Antonio Ghezzani e siamo musicisti di Livorno. Dopo molte esperienze musicali vissute sia in Italia che all’estero nel 2014 abbiamo deciso di cominciare questo progetto che vuole essere “self-made” a tutti gli effetti: canzoni con musiche e testi nostri, chitarre di liuteria costruite da Antonio ( che è mastro Liutaio), album registrati da Stefano presso il proprio studio, gestione diretta del booking e del management grazie alla costituzione della nostra etichetta indipendente: la Roots Rebels Records. Tutto nell’ottica di costruire una realtà che sia in grado di muoversi autonomamente nel difficile ed incerto panorama dell’industria musicale dei nostri giorni.

Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?

Antonio: Credo J.S.Bach. L’album è “The Next Day” di David Bowie, perché ascoltare un disco di David Bowie nel 2013 dopo dieci anni di silenzio , con la paura di scoprire che di lui è rimasto poco e ritrovarsi a riscoprirlo in una versione in cui la sua nuova fragilità diventa espressività è un’esperiernza che consiglio.
Stefano: per quanto mi riguarda senza Elvis Presley il mondo avrebbe un musicista in meno. Riguardo all’album… difficile dirne uno. Molti mi sono piaciuti, tanti mi hanno fatto schifo. A caldo direi “Keys To The Kingdom” dei North Mississippi Allstars: un album molto classico in cui le radici fanno da protagoniste, ma il feeling e l’attitudine dei musicisti sono assolutamente moderni.

Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?
Stefano / Antonio: Noi scriviamo continuamente… ad esempio adesso abbiamo già cominciato a lavorare al terzo disco anche se il secondo non è ancora uscito, per noi funziona così, è un flusso continuo.

Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?
Antonio: Il più sopravvalutato è facile, lo sa anche lui, Giovanni Allevi. Il più sottovalutato è facile, lo sa anche lui, sono io (cit. Woody Allen, scusate è stato più forte di me)
Stefano: personalmente non saprei dire… de gustibus… però una cosa è certa: perlomeno nella musica, la parola “arte” è molto sottovalutata.

Progetti per il futuro?
Stefano / Antonio: Abbiamo molte cose su cui lavorare e un po’ di impegni: per prima cosa stiamo già lavorando alla pre-produzione del terzo disco che vorremmo realizzare anche in vinile, poi un festival a Pechino, la seconda edizione della rassegna musicale che co-organizziamo a Livorno chiamata “Jhonny Paranza’s Fry’n’Roll”, stiamo per far uscire il primo disco di un artista con la nostra etichetta Roots Rebels Records e continueremo con altri artisti, ma, soprattutto, stiamo suonando sempre di più e cerchiamo di andare sempre più lontano.

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