Intervista Folkstone

In occasione della pubblicazione di "Restano i frammenti", primo DVD live della band bergamasca Folkstone, Ondalternativa.it ha intervistato per voi la carismatica e disponibilissima Roby.
Sia che conosciate i Folkstone o meno non perdetevi quest’intervista ad una delle realtà più interessanti e popolari della scena musicale italiana odierna!

Ciao ragazzi, sono Francesco e vi do il benvenuto su Ondalternativa.it! Rompiamo subito il ghiaccio con la prima domanda! Come sta andando la promozione di "Restano i frammenti"?

Ciao e grazie! Beh sta andando bene direi, abbiamo veramente avuto un sacco di riscontri positivi dalla critica e soprattutto dai nostri fans! Le recensioni finora arrivate sono state veramente buone e chi ha acquistato il DVD non ne è rimasto deluso per fortuna. Direi che non possiamo che essere soddisfatti!

Già che ci siamo, parliamo un po’ del DVD. Cosa vi ha spinto a voler concludere il tour promozionale del vostro ultimo disco con la registrazione di un DVD live?

Non è stata una scelta programmata, il DVD era una cosa di cui parlavamo da un po’ di tempo ma sino a metà tour del 2012 non era realmente nei nostri programmi più immediati! Direi che come gran parte delle scelte dei Folkstone è stata una cosa di “pancia”, ci siamo detti “perchè no?” e siamo partiti con l‘organizzazione! In generale comunque era un’idea che ci piaceva molto e direi che non c’è stato modo più bello per chiudere un tour che ci ha regalato un sacco di soddisfazioni!


Come vi siete preparati per quella serata? Siete saliti sul palco con lo stesso spirito degli altri concerti o sentivate di più la tensione rispetto agli show precedenti?


E’ chiaro che non è stata una data “normale”! Ti dirò però che la tensione è stata forte durante la preparazione e nei giorni precedenti la serata di registrazione, dove la paura che qualcosa potesse andare storto era palpabile! Quando poi la sera dello show abbiamo visto la gente che riempiva il Palacover e l’atmosfera che si respirava era più che positiva, la tensione si è allentata e ci siamo goduti come al solito tutto il concerto! Alla fine suonare, divertirci sul palco ed interagire con il nostro pubblico è quello che amiamo fare e che ci riesce meglio (se questo è il nostro meglio, figurati quindi il resto come ci viene!). Siamo animali da palco e direi che la nostra attitudine prettamente live si è vista anche in questa occasione particolare ed unica! Questo nel senso che pensiamo che si senta la nostra carica e la nostra voglia di trasmettere energia mentre suoniamo. Per quanto riguarda la preparazione dei musicanti, a parte qualche prova per vedere se la scaletta dei brani girava ed in particolare per la preparazione dell’inedito”Respiro Avido”, venivamo da quasi 2 anni ininterrotti di concerti e quindi non c’era molto da provare di diverso dal solito! E’ stato più impegnativo preparare gli sfondi da proiettare dietro il palco durante il concerto, i video, pensare a come posizionare le luci e preparare le cose da mettere poi nel DVD.

Guardando il DVD ho potuto notare che il pubblico dei vostri concerti è davvero caldo, qual è il vostro rapporto con i fan? Come ci si sente a sentire una folla così vasta che canta i testi delle vostre canzoni?

I nostri fans, lo dico subito, sono una cosa unica e spettacolare! Sono molto più di semplice gente che viene a sentire la nostra musica. Con gli anni si è creato con loro un rapporto particolare ed unico! Per noi è normale una volta finito il concerto scendere tra il pubblico a berci qualche birra insieme e a fare quattro chiacchiere! E’ anche un nostro modo per ringraziare tutti per la serata. Oddio, di solito poi il tutto finisce in una festa delirante, ma ciò ci consente di avere un rapporto veramente amichevole con gran parte di loro! Non siamo star e non ci piace per niente atteggiarci come tali! Il nostro pubblico è parte dei Folkstone, sono loro che come saprai hanno prodotto insieme a noi il nostro ultimo disco “Il Confine”. Sono loro che con il grande supporto che ci danno ci permettono di viaggiare in lungo e in largo per portare la nostra musica e le nostre quattro idee che con essa cerchiamo di esprimere! Infine, al di là del piacere di suonare su un palco, sono loro che ogni volta ci fanno esaltare e ci danno la carica giusta per dare il meglio in una sorta di scambio continuo…noi picchiamo più forte e loro saltano e cantano ancora di più!

Parecchi mesi fa fuori dalla mia università ho visto il manifesto della vostra data live in Sardegna. Com’è stata l’esperienza nella nostra isola? Vi siete trovati bene? Pensate di tornare per qualche altro concerto in futuro?

Cavolo io lo spero proprio! E’ stata un’esperienza veramente unica e credo che sarà da rifare il prima possibile!
Siamo stati trattati in maniera incredibile, abbiamo passato tre giorni tra persone fantastiche che ci hanno ammazzato a colpi di ottimo cibo e birre! Il concerto poi è stato veramente divertente e il pubblico eccezionale! Insomma è stata una festa dal primo all’ultimo minuto! E’ stata la prima data dopo il fermo obbligato a causa dell’incidente con il furgone… il rientro non poteva avvenire in modo migliore ed il maialino e la pecora che ci siamo sbafati me li ricorderò finchè campo!

Come avete organizzato la scaletta? Avete suonato pezzi tipici delle vostre setlist dal vivo o avete cambiato qualcosa rispetto agli show?

Se ti riferisci alla scaletta del concerto in Sardegna, abbiamo cercato di proporre un mix dei quattro album per cercare di soddisfare tutti i gusti. Visto che era la prima data non sapevamo cosa apprezzavano di più, quindi abbiamo attinto pezzi da ogni album. La scelta si è rivelata poi molto gradita. Se ti riferisci invece al concerto per il DVD, l’idea era di fare qualche cosa di speciale. Quindi abbiamo fatto veramente una scaletta infinita, suonando più pezzi possibili a partire dal nostro primo disco”Folkstone” arrivando, come ti ho accennato prima, all’inedito fatto proprio per l’occasione ”Respiro avido”! Cavolo alla fine eravamo veramente stremati, ma vista l’atmosfera che c’era non abbiamo potuto fare a meno, una volta finito il live su palco, di scendere tra il pubblico e farci ancora una suonata in acustico, berci qualche altra birretta e finire le ultime energie facendo festa fino a quando non ci hanno cortesemente fatto sloggiare!

Parlando dei contenuti extra, come avete scelto il materiale del secondo DVD?

Con i filmati delle prove o dei frammenti di tour abbiamo cercato di rendere l’atmosfera che c’è all’interno del gruppo, le cazzate che si fanno insieme, i momenti di allegria di persone che si divertono facendo quello che fanno! Abbiamo inserito immagini e momenti di pre e post concerto per dare un’idea di come viviamo l’andare in giro a suonare!
Ti dico la verità abbiamo dovuto fare una seria “cernita” tra il materiale che avevamo. Questo per evitare di metterci le cose più trash che sarebbero state sì mooolto divertenti, ma che forse avrebbero richiesto di più del semplice bollino “Parental Advisory"! Negli Extra abbiamo poi inserito i messaggi dei fans durante la serata a Villafranca, perchè volevamo che ci fossero anche loro in un modo più incisivo all’interno di questo lavoro. Nei vari video che abbiamo pensato di mettere ce ne sono due che ci stanno particolarmente a cuore, che sono realizzati sulle canzoni “Nell’alto cadrò” e “Rocce Nere”. Il primo è un montaggio di foto e video realizzato per ricordare Roby Piantoni, l’alpinista a cui è dedicata la canzone. Il secondo è l’esibizione del “Coro le Due Valli” al Live di Trezzo durante la presentazione de “Il Confine". Insomma due video davvero toccanti…


Ora se non vi dispiace cambierei un po’ discorso passando a domande un po’ più generali! Sono rimasto colpito dal vasto numero di strumenti tradizionali impiegati sul palco. Cosa vi ha spinto a voler imparare a suonare strumenti così particolari? Quando avete iniziato ad interessarvi alla musica "popolare"?

Sì hai ragione sul palco abbiamo una quantità di strumenti veramente esagerata! Possiamo definirci tra gli incubi dei service audio italiani, infatti tutte le volte che apriamo le casse e cominciamo a tirar fuori pive, bombarde, ghironda, cittern e flautini di ogni tipo cominciano a strabuzzare gli occhi e a mettersi le mani nei capelli! Al di là di questo, ciò che ci ha spinto ad imparare ed utilizzare tutti questi strumenti di origine antica è proprio il loro suono unico e particolare che mischiato alle sonorità più classiche del genere rock (basso, chitarra, batteria) ha creato quel sound particolare che proponiamo e che probabilmente ci contraddistingue. L’avvicinarci a questo tipo di strumenti ci ha poi anche aperto le strade ad una conoscenza più approfondita della musica folk-tradizionale, dalla quale però in maniera diversa tutti eravamo incuriositi. Questo anche perchè veniamo da una terra che è stata una delle culle della piva, per esempio. Il “baghèt” bergamasco storicamente è una delle cornamuse più antiche che si conoscano ed è quindi da lì che siamo partiti!

Ho letto online che non vi piace essere definiti una band folk metal, ed effettivamente ho potuto notare che siete molto diversi dalle band di quel filone. Se musicalmente avete un occhio puntato verso la tradizione, mi sembra che invece i vostri testi tocchino anche tematiche più attuali o sbaglio?

Non sbagli, a noi non piacciono definizioni o l’ essere inquadrati in precise categorie! Noi facciamo rock e basta e cerchiamo di farlo alla nostra maniera! Cerchiamo di restare liberi da clichè che ci stanno stretti ed è anche per questo che abbiamo deciso di creare una nostra casa discografica e di autoprodurci, aiutati dal nostro pubblico! Vogliamo essere i soli a decidere per noi stessi e ad oggi questa scelta si è rivelata la migliore per il nostro modo d’essere! Vogliamo dire quello che ci pare e senza alcuna pretesa di cambiare il mondo, vogliamo cercare a nostro modo di trasmettere anche qualche idea e pensiero che ci sta a cuore! Non facciamo “musica politica” sia ben chiaro, ma l’esigenza di esprimere quello che siamo e quello che ci passa per la testa negli anni si è fatta più forte! Abbiamo sempre raccontato di ciò che viviamo in prima persona, perchè in realtà crediamo che si possa parlare solo di temi, esperienze ed idee che si conoscono. Altrimenti non si può scrivere in modo completo, sincero e diretto. I nostri testi sono attuali perchè noi siamo attuali. Nel senso che scriviamo di come interpretiamo la società in cui viviamo noi oggi, inserendo sì degli sprazzi dal passato, ma che sono comunque storie reali di gente che ha lasciato un segno nel tempo.
Ripeto non vogliamo dare lezioni a nessuno, anche perchè non ne siamo capaci. Credo tuttavia che sia del tutto naturale mettere se stessi nella propria musica.

Per quanto riguarda le numerose melodie di stampo folk presenti nei vostri pezzi, sono composte da voi o vi ispirate a brani della tradizione preesistenti?

A parte qualche eccezione, come ad esempio in “Terra Santa” dove l’inciso è tratto da un pezzo tradizionale medievale, tutte le melodie sono composte da noi. E’ chiaro che una certa ispirazione dalla musica popolare sia presente, anche perchè come ho detto prima è una cosa che ci ha sempre affascinato. Ciò non vale invece per il nostro disco in versione acustica (solo pive e percussioni) “Sgangogatt”. Questo album racchiude il repertorio che proponiamo durante gli spettacoli “da strada” e si compone di qualche brano composto da noi e per la maggior parte invece musiche tradizionali ri-arrangiate alla Folkstone…fatte per ballare e far festa in strada!

Ho notato anche che i vostri testi sono tutti in italiano. Continuerete sempre a scrivere pezzi in italiano o avete in mente di fare un disco in inglese in futuro? Pensate che l’utilizzo della lingua italiana possa in qualche modo penalizzarvi per quanto riguarda il mercato estero?

Abbiamo scelto di cantare in italiano e continueremo a farlo perchè è la nostra lingua e perchè in altro modo non saremmo in grado di esprimerci e farci capire! Certe semplici sfumature che ci piace dare alle parole nei nostri testi, non saremmo sicuramente in grado di darle in inglese. Inoltre il nostro pubblico maggiore è italiano, è quindi ad esso che è rivolta la nostra maggiore attenzione. Non per discriminazione alcuna, per carità. Semplicemente perchè siamo nati in Italia e parliamo l’italiano. Tutto qui. Non credo che questo sia un limite per quanto riguarda il mercato straniero e se anche lo fosse beh amen! Non possiamo proporci in una veste nella quale non ci troviamo a nostro agio, la nostra lingua è l’unica che ci permette di trasformare le nostre idee in testo e di trasmettere i pensieri e gli stati d’animo che mettiamo nelle nostre canzoni. Tra l’altro dalla nostra esperienza all’estero, questo non è visto come un problema e la gente che ci viene a sentire riesce comunque a farsi prendere dal nostro sound, senza farsi troppi problemi! Alla fine il bello della musica è proprio anche questo!

Avete progetti in cantiere nel prossimo futuro, o vi state dedicando interamente alla promozione del DVD?

I Folkstone sono sempre un po’ un cantiere aperto e anche se ci siamo presi un po’ di riposo dai live non riusciamo a stare realmente fermi! Quindi oltre alla promozione del DVD stiamo imbastendo qualche idea nuova! Come sempre non sappiamo neanche noi dove andremo a finire, vedremo. L’importante per noi è avere sempre entusiasmo quando pensiamo ad un nuovo progetto e quello per fortuna non manca mai!

Ok, quella era l’ultima domanda, lascio a voi le battute finali per salutare i vostri fan e i nostri lettori!
Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per i vostri prossimi progetti!
Grazie a tutti e a presto per nuove mirabolanti avventure…o più semplicemente per una birretta sopra, sotto, accanto…a un palco!

A cura di Francesco Masala

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