Intervista Gyze – Ondalternativa

I Gyze sono una band Melodic Death Metal giapponese formatasi nel 2009. Il 14 agosto abbiamo avuto la fortuna di intervistarli poco prima di un loro concerto al The Wishing Ceremony Vol.3 (evento organizzato dalla popolare band Jupiter, al quale hanno partecipato altre 5 famose bands della scena metal giapponese) tenutosi al Reny di Shinjuku a Tokyo, grazie all’intervento di Tatiana che si è occupata di farci da interprete in questa nuova avventura.

Ciao ragazzi, innanzitutto grazie per aver accettato di essere intervistati da Ondalternativa, è la prima volta che parlate con una webzine italiana?

Tutti: Ciao! Sì, è la prima volta!

Siete arrivati al vostro terzo lavoro in studio, l’EP “Whithout Hesitation”, l’LP “Fascinating Violence” e da poco avete pubblicato il nuovo LP “Black Bride”. In Italia le recensioni sono state tutte abbastanza buone, voi che sensazioni avete avuto in merito? Meglio in Giappone o all’estero?

Ryoji: Le recensioni in Giappone e all’estero sono state tutte complessivamente buone e siamo davvero felici che diverse riviste abbiano pubblicizzato l’evento. In Black Bride gli aspetti melodici sono stati incrementati rispetto al precedente album, andando a fondere il metal giapponese con quello europeo. Un album ricco anche di assoli di chitarra, motivo per il quale mi ritengo essere pienamente soddisfatto, anche se la nostra vecchia musica e quella che facevo quando ero piccolo, avevano più o meno lo stesso impatto, o cosi mi hanno detto.

Shuji: Concordo! Questo album è molto più melodico dei precedenti.

Alta: La melodia e “brutalità” della musica sono state entrambe aumentate, trasmettendo molta più energia e, quando lo ascolti, puoi anche notare un lieve tocco di Metal Europeo.

Cosa significa fare Metal oggi? E’ un genere che ha ancora mercato o vi sentite penalizzati? In Italia è un genere che può essere considerato “minore”, ma che nella realtà è ancora in grado di portare migliaia di persone ai concerti.

Ryoji: Il Metal è un genere molto popolare, specialmente se parliamo di eventi come il Loud Park, ma le bands metal giapponesi non sono cosi popolari come quelle straniere. Rispetto ad altre bands di generi musicali diversi, le speranze di una band metal giapponese sono molto più ridotte. Nel nostro caso però, dato che puntiamo a fare dei tour in giro per il mondo, e ambiamo a suonare al Wacken, è grandioso poter avere opportunità come questa (intervista). Il nostro sogno è diventare una band famosa a livello internazionale!

Quando si pensa al Metal solitamente si ha in testa l’immagine di uomini particolarmente duri e cattivi, il vostro aspetto invece è estremamente curato e delicato. Perché avete scelto questa immagine? E’ un aspetto che vi aiuta o che vi penalizza? Rispondete sia per quanto riguarda il vostro paese (Giappone), sia per quanto riguarda l’estero

Ryoji: Noi non siamo europei ne’ tanto meno ragazzi muscolosi o così detti macho, perciò penso che abbia più senso per noi seguire gli standard delle bands giapponesi.

In Italia le band emergenti e underground fanno molta fatica a trovare uno spazio per potersi esibire, la musica mainstream ha soffocato tutto quello che può essere definito alternativo, quindi da noi i gruppi devono essere determinati e coraggiosi per intraprendere la strada della musica. Voi come vivete la situazione?

Ryoji: Nemmeno in Giappone è facile diventare famosi, almeno per quanto riguarda la scena del metal, ma penso che noi tre un po’ già lo siamo (ride) Sarcastico eh? (Risata generale). E’ sicuramente difficile sfondare in questo campo cosi come in altri e penso dipenda molto anche da come una persona, che voglia fare successo in questo campo, veda e affronti la propria vita… fa una grossa differenza, in termini di rinunce e hard-work.

Avete da poco pubblicato il vostro nuovo album “Black Bride”, un album che racconta un qualcosa di più su di voi. Sareste in grado di paragonarlo con il vostro ultimo successo “Fascinating”? Che osservazioni riuscite a fare in merito? Pensate che il messaggio che volevate trasmettere con i nuovi brani sia facilmente recepibile dalle persone che lo ascoltano?

Ryoji: Certo! Con Black Bride volevamo mostrare tutti quei sentimenti negativi che ognuno ha dentro di se e che si porta dietro nella vita di tutti i giorni. Come esempio forse l’amore è il più semplice da spiegare. In amore ognuno ha delle sensazioni non piacevoli come gelosia, ansia e preoccupazioni, che ti fanno sentire come se non avessi nessuno nella vita, facendoti vivere nell’oscurità, mostrandoti solo gli aspetti negativi delle cose.

Sono sicura che ora siate impegnatissimi a promuovere la vostra musica in Giappone. Avete in programma di venire a suonare anche in Italia? Ci sono dei pettegolezzi in giro che sarete presenti ad un evento in Germania il prossimo ottobre. E’ la vostra prima volta in Europa? Cosa vi aspettate da questa esperienza?

Ryoji: Si mi piacerebbe davvero poter venire a suonare in Italia e si, ad ottobre saremo in Germania a suonare.

Alta: Spero che, anche se le persone non capiranno i testi, potranno comunque apprezzare la nostra musica e carpirne il significato.

Shuji: Poter suonare in Germania quest’anno potrebbe essere un passo avanti verso Wacken.

La classica retorica domanda: come e dove vi vedete tra dieci anni? Come si dice: la strada per il successo è sempre in salita. Volete fare della musica la vostra vita? O avete altri progetti?

Ryoji: Certo, credo che faremo dei tour in giro per il mondo ed io vivrò sempre in Hokkaido e andrò sempre a pescare (risata generale), ma come ho detto, certamente tanti tour internazionali, magari un sacco di soldi e finalmente (forse) saprò parlare inglese (ride). Ho la sensazione che la nostra band andrà lontano, riunendo tante persone che ci aiuteranno e si divertiranno con la nostra musica.

Shuji: Credo che la band sarà ancora attiva e che continueremo a fare musica.

Alta: Penso che, paragonato ad oggi, decolleremo veramente e finalmente riusciremmo a rompere

quel “soffitto di vetro”. Oh, e voglio una Ferrari! (Ride)

Volete dire qualcosa/salutare i vostri fan italiani?

Ryoji: fu una casa discografica italiana che per prima ebbe interesse nei GYZE e che ci aiutò a produrre il nostro primo album, cosi ho sempre pensato “oh voglio andare in Italia!”. Ecco perché sono andato a Torino e Milano ed ho subito pensato che fossero due città magnifiche, ma poi mi hanno rubato il portafoglio (ride) perciò state attenti ai portafogli! (Ride) In più, Disarmonia Mundi è una band grandiosa e vorremmo tanto avere l’opportunità prima o poi di suonare con loro e, ovviamente, spero che tutti coloro che leggeranno questo articolo diventino fan dei GYZE!

Ringraziamo ancora i GYZE per il tempo che ci hanno concesso e ora ci godiamo il loro concerto!

Intervista a cura di Valentina Ferrari

Supporto Tatiana Granata

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