Intervista Julian Mente

Un groviglio di suoni e parole. Parole urlate, a rappresentare plasticamente una rabbia che muove le viscere della band. Emocore, punk, noise, wave, continui cambi repentini di scenari e ritmi. Tutto questo e altro ancora per il nuovo disco di Julian Mente. Un disco talmente stratificato e puntiforme da far pensare a una band che del caos sonoro organizzato aveva fatto il suo marchio (Mars Volta). Un disco drammatico che ricorda a volte le pagine più dark de Il Teatro degli Orrori. Disco difficile al primo ascolto, da scoprire con calma.

01. Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?

Siamo una band di Foligno (PG) che suona rock da circa sette anni. Siamo sempre stati quattro amici prima che quattro musicisti. Il nostro è stato un percorso principalmente di crescita personale e poi musicale. Le nostre gioie e le nostre frustrazioni si sono quasi sempre riversate nella nostra musica mentre il tempo ha solo fatto sì che migliorassimo dal punto di vista artistico e espressivo.

02. Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?

Ci sono molteplici artisti. Andiamo a vedere tantissimi concerti, di tantissimi musicisti tutti diversi nei generi. Abbiamo sempre preferito la componente dal vivo degli artisti perché è quello il luogo in cui chi suona può connettersi al pubblico che lo ascolta. Ogni concerto, ogni proiezione, ogni suono che abbiamo vissuto lo abbiamo assorbito e poi riversato nei nostri brani, cercando di adattarlo alle nostre sensazioni.
Siamo orgogliosi della nostra scena locale perché la nostra città è piena di band e musicisti che hanno tanto da dire quindi vorremmo citare il primo disco dei Quiver With Joy che si chiama Ghost, uscito lo scorso anno.

03. Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?

Venivamo da Frantumi, un vero e proprio inno alla disperazione, alle energie negative. Quello che mancava era una sorta di canalizzazione di flusso: mancava un nemico. È passato del tempo, abbiamo vissuto la quotidianità nella nostra piccola città. Nelle piccole città avvengono piccole cose ma si relazionano comunque ai grandi eventi che compaiono ogni giorno alla tv. Lo show ad ogni costo, la derisione pubblica e la noncuranza sono stati l’innesco della nostra combustione musicale. Lo stavamo pensando tutti noi: ora basta, non c’è proprio niente da ridere. I brani sono nati uno dopo l’altro, collegati dallo stesso concetto che non ha mai perso forza. Un’idea unica, limpida, diretta, potente. Tutti i brani sono stati composti a casa e arrangiati in sala prove, è stato un lavoro lungo ma leggero, meraviglioso.

05. Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perché?

Non si possono dare colpe a chi riesce a vendere dischi. Chi invece non riesce a emergere, probabilmente, deve chiedersi perché. Se la strada percorsa non porta a risultati tangibili in termini economici e di popolarità, magari si può anche suonare e basta. La frustrazione è figlia delle grandi aspettative, l’arte è figlia della passione.

06. Progetti per il futuro?

Abbiamo in testa tante cose da fare ma la più importante è suonare. Caricheremo su Youtube il videoclip del primo singolo Stare bene oggi a breve poi cercheremo di organizzare un bel tour di supporto alla presentazione del disco. Continuiamo a vederci in sala prove per preparare suoni e luci, vogliamo far ascoltare Non c’è proprio niente da ridere a più persone possibili.

Grazie per lo spazio concessoci. Vi salutiamo ricordando a tutti i vostri lettori che possono trovare Non c’è proprio niente da ridere su tutti le principali piattaforme digitali (iTunes, Spotify, ecc) dal 10 Ottobre. Tra pochi giorni il nostro primo singolo sarà pubblicato sul nostro canale ufficiale Youtube. Ci vediamo su facebook.com/julianmente ma soprattutto ospiti ai nostri concerti. Alla prossima. Sempre vostri, Julian mente.

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