Intervista Zebra Fink

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L’album nasce da una profonda autoriflessione da cui deriva la consapevolezza di fare parte di un gioco infinito di maschere, personalità, doppie vite, sapendo di mentirsi spudoratamente ogni giorno, calati in una parte non nostra al cento per cento. Un disco dall’impatto sonoro intenso e molto diretto, con quei riverberi e quelle distorsioni che ci riportano al rock italiano degli anni Novanta e dei primi Duemila (vedi alla voce Verdena, Ministri) e una notevole capacità di essere pop, nonostante il “rumore bianco” che impera.

Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?
Ciao a voi di Ondalternativa, sono Alberto, cantante e chitarrista degli Zebra Fink. Siamo una band di Piacenza formata oltre a me da Marco Cusenza (chitarra), Giulio Armanetti (basso) e Federico Merli (batteria).

Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?

In “Zeno” penso che si sentano chiare le influenze dei primi Verdena e degli Afterhours. Guardando all’estero ci piacciono molto anche i Deus per la semplicità con cui riescono a scrivere belle canzoni e la potenza psichedelica dei Motorpsycho. Per quanto riguarda un disco da consigliare la domanda è veramente difficile, così su due piedi direi che forse “IV” dei Black Mountain e “What Went Down” dei FOALS sono i dischi che mi hanno colpito maggiormente in quest’ultimo periodo. In sala prove però abbiamo messo su spesso anche Anderson Paak e Frank Ocean

Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?

E’ nato da un periodo difficile sia a livello di gruppo che personalmente. Dal nostro primo album “L’era del porno amatoriale”, datato 2012, siamo passati dall’entusiasmo degli esordi all’essere travolti da diversi eventi che hanno colpito le nostre vite private e tutto questo ha ostacolato inevitabilmente il percorso della band. “Zeno” è la nostra risposta a quel periodo, un voler analizzare la situazione per essere in grado di digerirla e prepararsi quindi a reagire. Diciamo che dal peggio abbiamo cercato di tirare fuori il meglio.

Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?

Penso che oggi ci sia la tendenza a sopravvalutare chiunque segua il canone musicale dettato dalle mode del momento. Ci sono band che partono a mille, poi la moda passa e queste cadono nel dimenticatoio. Tra le band sottovalutate invece cito i nostri compagni di etichetta “Cieli Neri Sopra Torino” che a mio avviso han fatto un grande disco e dal vivo sembra ancora più bello. Altra band che forse raccoglie meno di quello che merita sono i Casablanca, la nuova band di Max Zanotti. Fanno un live con suoni e voce da paura.

Progetti per il futuro?

Non saprei, abbiamo un po’ di date e stiamo cercando di riempire il più possibile il calendario. A fine anno poi valuteremo per il futuro. A breve invece ci piacerebbe far uscire un nuovo video, ci stiamo lavorando.

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