Autoprodotto dalla formazione bergamasca nata nel 2009, finalmente arriva “Il Mare di Dirac”, un disco composto da otto tracce dal gusto decisamente retrò, che avrebbe potuto essere stato pensato e registrato una ventina d’anni or sono, le cui tematiche sono però personali, e quindi sempre attuali.
La scelta è stata quella di testi completamente in italiano, e spetta ad “Icaro” il compito di aprire le danze e farci volteggiare, forse con un po’ troppa leggiadria, in una nuvola che pare uscita da un cielo dei Subsonica live vecchia maniera. Decisamente “dal vivo” anche il sound di “Nuovo Mondo”: questa sensazione di registrazione volutamente grezza da l’idea, ricercata da La Belle Epoque, di essere ad un acustic live ed è presente in tutto l’album. Come se i Placebo dell’epoca d’oro fossero stati catapultati qui ed oggi, anche le tracce successive conservano quel sapore un po’ nostalgico ma mai rassegnato né vecchio: “Cracovia” ne è il perfetto esempio.
Menzione va data anche a “Il Mare di Dirac”, che da titolo a tutta l’opera, e trova la sua ragione nella teoria quantistica del fisico inglese Paul Dirac che nel forse considerato troppo lontano 1930, inventa un modello del vuoto, visto come un mare infinito di particelle di energia negativa. La canzone non è poi così tanta energia né tanto meno negativa, ma indubbiamente la bella voce del vocalist, Luca, e le chitarre corpose, insieme ad un buon basso e una batteria posata ma decisa, rendono questo brano un pezzo che si fa ascoltare e riascoltare con piacere, così come l’intero disco.
Senza dubbio le orecchie ben comprendono il lungo lavoro di studio e composizione che c’è alle spalle dell’intero lavoro, ma al contempo il risultato è qualcosa di vero, di piacevolmente sentito e mai finto.
01. Icaro
02. Nuovo Mondo
03. Fuori di Me
04. Insidia
05. Cracovia
06. Mentre il Cielo Cadeva
07. Il Mare di Dirac
08. Con l’amore nei Piedi
Recensione a cura di: Gogo Wild
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