Lambiase – Radical shit!

Ci sono dischi che riescono a piacermi da subito (…e sono le rarità), ci sono dischi che iniziano a piacermi dal secondo o terzo ascolto (…e sono i più) e poi ci sono quei dischi che dal secondo ascolto iniziano a piacermi di meno (…e questi non capitano spesso). …Ecco, il disco di Lorenzo Lambiase appartiene a quest’ultima categoria. Precisiamolo subito, “Radical Shit!” è un bel disco e mi è piaciuto molto, ma al primo ascolto mi aveva illuso di essere in grado di sapermi regalare più di quello che alla fine è riuscito a fare. Al suo terzo disco da solista, il primo in cui si firma semplicemente “Lambiase”, è un lavoro che arriva dopo “La cena” del 2009, “Lupi e vergini” del 2012 e soprattutto dopo una lunga gavetta fatta di collaborazioni con nomi importanti del panorama musicale italiano. Citiamo Riccardo Sinigallia, Giorgio Canali, Niccolò Fabi. Eugenio Finardi, Marta sui Tubi, Tiromancino, Mauro Ermanno Giovanardi ecc. ecc. …E scusate se è poco! L’aver sintetizzato il proprio nome per questo disco è evocativo e indica senza dubbio un’evoluzione nonché un nuovo punto di partenza. L’album, uscito il 22 aprile scorso, è un disco intimo, ironico, irriverente e che mette in luce molti strati dell’animo del suo autore. Liquidare Lambiase come cantautore appartenente alla scena rock indipendente italiana è un’argomentazione troppo superficiale. Nella sua musica c’è di più. Basterebbe porre l’attenzione sulla ricerca nella scrittura dei suoi testi per capire che siamo di fronte a un autore il cui spessore va oltre tutta quella scena “indie” che le major nostrane da qualche tempo hanno improvvisamente deciso di imporre sul nostro mercato discografico. “Alle 8.00 del mattino”, “Sfumature”, “Cercami”, sono pezzi capaci di regalarti alcuni minuti in cui tutto sembra fermarsi. …E di nuovo scusate se è poco! “Nel buio”, la canzone che forse preferisco dell’album, se ne arriva in punta di piedi, poi sale, cresce e ti strattona fino a portarti con se verso il finale. Ci sono poi però anche quei momenti che non ti convincono proprio, come “Mi manchi”, “A cosa stai pensando” o “Oslo spara”, momenti che come dicevo hanno smorzato il mio entusiasmo iniziale. Ci sta! Capita! Succede! Ma per fortuna non finisce qui, dopo un po’ di smarrimento, ritrovo sul finale pezzi come “L’ascoltautore” e “Radical shit!”. E qui mi è di nuovo tutto chiaro. Quello che ho appena ascoltato è un disco vero, onesto, diretto. Dove i testi raccontano idee, irriverenze, pensieri, voglia di dire ciò che passa per la testa e non aver per questo niente di cui aver paura. Ok, forse qua e là qualche canzone ho preferito “skipparla” andando subito alla successiva, lo ammetto, ma è anche vero che sono già curioso di vedere quale sarà il passo successivo che Lorenzo Lambiase saprà regalarci.

 

Tracklist:

  1. Alle 8.00 del mattino
  2. Mi manchi
  3. Nel buio
  4. A cosa stai pensando
  5. Devo dirti addio
  6. Sfumature
  7. Oslo spara
  8. Cercami
  9. Semaforo rosso
  10. L’ascoltautore
  11. Radical shit!

 

A cura di: Simone Grazzi

 

7.0

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