Live report Helmet

Live report Helmet,
Circolo degli Artisti, Roma,
16/10/14

Quanti anni sono passati da quando In The Meantime si affermò come uno dei dischi metal/punk
più importanti degli anni novanta? Troppi. E quanti da quando Betty seguì con buon ordine?
Troppi, ma un po’ meno, e quindi ecco qui gli Helmet che vengono a suonarcelo per intero, dal vivo
al Circolo degli Artisti, dopo aver fatto lo stesso proprio con il precedente.

Paige Hamilton e soci si presentano alle 22.30 circa, senza proferire parola, si lanciano
immediatamente in Wilma’s Rainbow. I nostri ricordi vanno subito a quei bei tempi, quel 1994
che sembrava poter in qualche modo rilanciare l’alternative metal come una realtà seria e invece fu
soltanto una chimera.
Il sound dei nostri è compattissimo, un muro di due chitarre, basso e un gran lavoro di batteria.
Non vedevo l’ora anche di ascoltare altri grandi classici dall’album come Milquetoast e Biscuits
for Smut,
ma gli Helmet fanno le cose seriamente e le suoneranno proprio tutte, inclusi pezzi
decisamente meno necessari come The Silver Hawaiian.
Per loro suonare l’album per intero è un compito, che svolgono nel minor tempo possibile, senza
chiacchiericci tra una canzone e l’altra, di fiato, stile Husker du.
Alla fine di Sam Hell, Paige sorride, ringrazia, presenta la band e saluta tutti. Il tempo di un riposo
veloce e i nostri tornano, scusandosi che suoneranno tutte cose vecchie ma d’altronde… è colpa
pure nostra. Da lì giù con un altro gran pezzo come Give It, fortunatamente saranno parecchi i
ripescaggi da quell’albumone di Meantime, che ho sempre preferito a Betty se proprio vogliamo
dirla tutta.
Diversi ripescaggi pure da Strap it on, come Bad Mood e Repetition. Paige adesso è totalmente
diverso, scherza spesso tra un pezzo e l’altro, si esibisce in terrificanti siparietti in italiano tipo “ciao
bella figaaaaa!”.
Alla fine la band suonerà ben trenta pezzi, finendo con un trittico micidiale con FBLA, FBLA II e,
ovviamente, In the Meantime.
Il pubblico, accorso in buon numero, ha ampiamente gradito e, tutto
sommato, si sono esibiti anche in un pogo piuttosto ordinato.
Paige scende dal palco a fine concerto per un abbraccio collettivo che non può che strapparci un
sorriso e ricordarci proprio perchè siamo lì anche noi.

Un ringraziamento a Brizio e al Circolo per l’ospitalità

 A cura di Damiano Gerli

 

 

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