Live Report Rebuild Festival

 2 ottobre 2016

Professional Punkers, in collaborazione con il Comune di Lecco, la Protezione Civile, La Fabbrichetta Eventi, Ondalternativa, Grano Zero e tanti altri sponsor, ha organizzato un concerto di beneficenza per le popolazioni terremotate del centro Italia. La location è stata Piazza Garibaldi a Lecco, a pochissimi passi dal lungolago. Un’oretta per raggiungere il luogo dell’evento e parcheggio riservato, un lusso mai avuto ai concerti, la giornata inizia benissimo. Un sole pallido e una temperatura perfetta, qualche sporadica goccia di pioggia che non ha creato nessun problema. Vengo accolta da Ruggero Delcuratolo, responsabile di Professional Punkers, e dal suo strepitoso staff, Verme, Victor, Nicol e Sara e per fare briefing e presentazione siamo andati al bar, davanti ad un Campari con il bianco si ragiona meglio, soprattutto se smettessi di essere astemia. Le ore passano veloci, iniziano ad arrivare le prime band, Sara e Nicol distribuiscono i pass per il parcheggio e per l’area artisti, il backstage si anima di chiacchiere, birre, risate e strumentazione varia, il tutto accompagnato dal profumo dell’amatriciana preparata dai cuochi di Grano Zero. Tante foto prima dell’esibizione e durante l’esibizione, l’intero concerto è stato ripreso e trasmesso in streaming per dare a tutti l’opportunità di vedere le band. Si inizia piano, con gruppi che suonano in acustico e dj set, in un crescendo di sound che attira sempre più pubblico in piazza, Destination Tortuga, Burana Project, The Gnam, Wet Dogs e Quarantena. Grande attenzione per le Psychords, band completamente al femminile che ha saputo zittire chi, tra il pubblico, aveva qualche dubbio sulla capacità di una donna di padroneggiare strumenti musicali… sì, parlo proprio di te, bifolco sfigato e ubriaco a metà pomeriggio, le signorine hanno spaccato di brutto, ringrazia il cielo che sono carine ed educate perché avrebbero potuto spiegarti il concetto più da vicino. Da professioniste, hanno ignorato qualunque commento e hanno lasciato che a parlare fosse la loro musica, brave e tanti applausi per loro, la loro bellezza è passata in secondo piano appena hanno iniziato a suonare. Il ritmo e i volumi diventano sempre più forti con l’arrivo di Sklem, Il Twist col Verme, 33CL, The Butchers e The Monkey Wheater. Arriva il momento di uno dei miei artisti preferiti, Andrea Rock, con il suo folk punk, i suoi testi e i suoi racconti di vita e di vita spezzata. Parole a volte dure per dire la verità, momenti di commozione nel ricordo di chi non c’è più e una voce che ti trascina lontano. Un acustico coinvolgente e di riflessione. Anche la sua presenza nel backstage è tra le più tranquille in assoluto, un ragazzo quasi timido e molto educato, si è presentato dall’organizzatore, è stato in zona per non far perdere tempo nel cambio palco, dopo l’esibizione ha mantenuto il suo bellissimo atteggiamento andando a salutare amici di nuova e vecchia data, gli altri artisti, insomma un artista che tutti vorrebbero avere nel backstage e sul palco, talento in pubblico e anche lontano dagli occhi del pubblico. Salgono sul palco i Bad Frog e tantissima attesa per il ritorno sulle scene dei Blak Vomit, tra il pubblico si vede l’entusiasmo e si vede anche nel backstage, tutti se li ricordano e sono contenti della reunion. Esibizione perfetta e applausi a scena aperta anche per loro. Il crescendo continua con gli Iron Mais e la loro musica agricola, sul microfono un maialino e una papera/anatra/pennuto in plastica, gran divertimento da parte di tutti, da X Factor al palco del Rebuild Festival per una buona causa. Sale di nuovo l’attesa, stanno per salire sul palco gli ultimi due gruppi, vere special guest senza volerlo, Flaco Punx con la sua nuova band e gli Shandon. Sono riuscita a scambiare 4 parole con Flaco prima della sua esibizione, entusiasmo di un ragazzino e occhi di un ragazzino, con l’esperienza di 25 anni di palchi e testi punk, è tornato e lo ha fatto in gran forma, una performance che ha scaldato orecchie e cuori del pubblico e di tutto il backstage. Ha regalato 3 pezzi del suo nuovo album “Coleotteri”, qualche piccolo problema tecnico risolto con il sorriso (ho visto artisti infuriarsi per molto meno) e grande intrattenimento sia musicale che tra i pezzi. Non so dire se Flaco è tornato, non sembra mai andato via, la sua esibizione è una nuova tappa del suo percorso di crescita e non credo che ci sia qualcuno che possa dire “minestra riscaldata” o “completo cambio di rotta”, la sua carica è sempre la stessa, testi potenti e decisi, leggere variazioni in tema musicale che portano ad un’evoluzione stilistica e regalano una più ampia gamma di generi. Ho messo i tappi protettivi solo per la sua esibizione, Flaco ha scelto come batterista Dario Magri, uno che non scherza a livello di volume. Dario mi ha anche rassicurata dicendo che i tappi non sarebbero serviti, ma i suoi occhi hanno detto esattamente il contrario, mai fidarsi dei batteristi, anche questa volta sono riuscita a riportare a casa i timpani integri.

Nel frattempo gli Shandon sono nel backstage e indossano i loro kilt, regalano una bella esibizione, esattamente quello che voleva e si aspettava il pubblico. Grandi applausi a Victor Vujovic che è riuscito a gestire tutti i tempi e le band senza sbagliare un colpo, sempre sul pezzo e preciso, a Stefano Aliprandi di Radio Cantù che si è esibito come Burana Project, che ci ha aiutato nel backstage, che ha presentato il festival e le band e che ho schiavizzato persino per sistemare il pass sulla mia auto, a Verme che ha aiutato su tutta la linea e ha regalato momenti epici con la sua immagine in un’incubatrice (ok, non lo capirete, ma noi che eravamo lì abbiamo riso fino alle lacrime per colpa di Victor), a Nicol Orsenigo e Sara Cardone, instancabili nel backstage e preziose compagne di risate per i pochi momenti liberi della giornata. L’applauso più grande a Ruggero Delcuratolo, le sue occhiaie erano visibili fin dalla prima mattina, stanchissimo, ma sempre presente e sempre in mezzo a mille problemi da risolvere, un sorriso per tutti, una calma invidiabile e tantissima professionalità. Un live molto bello, una giornata che è andata liscia nonostante l’altissimo numero di band, i cambi palco sono stati precisi, tutti gli artisti si sono gestiti e si sono lasciati gestire con professionalità, pazienza e maturità. Eventi di questo genere e di questa portata dovrebbero essere organizzati più spesso! Ecco, magari lasciamo a Ruggero qualche giorno per riprendere fiato e recuperare tutto il sonno perso.

A cura di Valentina Ferrari

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