Intervista Mr.Kite

Pagano tributo ai Beatles con il loro nome (citazione di Being for the Benefit of Mr. Kite!, una canzone di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band). Ma le similitudini con i baronetti finiscono qui, a parte una certa propensione a suonare pop. Pop che però viene affrontato con una visione spiccatamente dream, con suoni eterei, perfetti intrecci di chitarre che fanno pensare a The Edge o a una versione di Johnny Marr del nuovo millennio. Insomma, tra The Smiths, U2 e un amore per i delay immenso e le dilatazioni wave. Un disco che suona “brillante” per il quartetto di Lecco al suo esordio.

Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?

Ciao! Siamo i Mr.Kite; Luca Poldelmengo (voce,chitarra), Alberto Previati (chitarra), Luca Mariani (basso) e Carmelo Gerace (batteria).
Veniamo dalla provincia di Lecco, abbiamo 22 anni e il nostro progetto esiste da 8 anni.

Quale e’ l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? perche’?

Sembra retorico, ma ci ispirano artisti veramente di tutti i tipi e di qualsiasi genere.
Ascoltiamo di tutto ma tra noi siamo abbastanza allineati con gli ascolti, anche perché ai concerti bene o male ci andiamo sempre insieme e crediamo che sul lungo termine siano gli ascolti a creare l’entità e l’affinità di un gruppo. Spesso, prima e dopo le prove, passiamo ore a parlare di dischi, band, concerti; uno scambio di idee e interessi che per noi è fondamentale.
Se dovessi citarne uno in particolare però, senza dubbio ti direi Tycho, che con l’album Dive del 2011 (e ulteriormente con Awake del 2014) ha cambiato il nostro modo di comporre, ascoltare, vivere e emozionarsi con la musica.
Le ispirazioni secondo noi non devono morire mai, dove finisce la voglia d’ispirarsi finisce la passione.

Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come e’ nato?

Suoniamo insieme da 8 anni, ma questo è il nostro primo disco; questo la dice lunga su quanto ci sia voluto per arrivare a un prodotto che ci rendesse soddisfatti!
In questi anni avremo accantonato almeno una quarantina di pezzi, e anche un disco completo che nel 2012 abbiamo registrato, mixato, ri-mixato come ultimo tentativo disperato, ma poi buttato.
Quindi questo ce lo siamo registrato da soli, nello studio del nostro batterista.
È un lavoro abbastanza diretto e privo di “fronzoli”, perché dopo tutti gli esperimenti passati, volevamo che questo primo disco suonasse genuino e “live” con poche sovrastrutture, nessuna distorsione estrema e nessuna produzione elettronica, per quanto da ascoltatori amiamo assolutamente i dischi che vanno in queste direzioni.
A livello di atmosfere, abbiamo delay e riverberi a profusione, ed è un disco che si sviluppa su diversi binari, alcuni più malinconici, altri speranzosi, sentimentali e introspettivi…insomma di sensazioni ce ne sono a bizzeffe per accontentare qualsiasi orecchio!

Quale e’ l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perche’?

Diciamo che più che artisti, si può parlare di veri e propri “movimenti” sopravvalutati secondo me, che vanno a oscurare l’essenza della musica con maschere di tendenza che cambiano di anno in anno, di mese in mese.
Mi spiego, spesso cogliamo nelle varie band che ci capita di ascoltare (delle volte dal vivo, delle volte su disco) una sorta di “oh facciamo così, vestiamoci così, agiamo sui social così, produciamo un disco con questi suoni qui che adesso tirano” che è tutto un contorno per attirare e coinvolgere agendo sul meccanismo del branco, e la vera sostanza della musica viene meno.
Preferiamo di gran lunga quelli che si sono fatti la gavetta, quelli che anche se sono “arrivati” continuano a farla, che hanno sudato, speso soldi e energie per fare musica col cuore, e ce ne sono tantissimi in giro, e quando li vedi suonare questa cosa si sente.
Per noi questi artisti sono i veri sottovalutati.

Progetti per il futuro?

Progetti per il futuro sono tutti un grande interrogativo, nel senso, ora stiamo uscendo con questo primo disco, quindi l’obiettivo sarebbe quello di proporlo live il più possibile, in qualsiasi condizione e in qualsiasi posto possibile.
Poi quest’estate stiamo pensando di pubblicare una cover di un cantautore italiano, che abbiamo praticamente sconvolto e resa nostra, abbiamo osato ma il pezzo si prestava abbastanza perché è un pezzo fantastico.
Facciamo come all’elementari dai, vi diciamo solo le iniziali: L.B. e no…non è né Lucio Balla, né Laudio Baglioni!

 

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