Scogli di Zinco – Scogli di Zinco

“Scogli di Zinco” è il primo album della band omonima, che firma questo full lenght uscito quest’anno, dopo i due EP “Affiorano veloci e lenti come i ricordi” del 2016 e “Dai meriggi ai fondali” del 2017. Tutte le tracce dei due lavori precedenti sono presenti, con l’aggiunta di due inediti: “Eremo”, strumentale, e “Nuovo inizio” che stanno proprio in chiusura alle canzoni dei due dischi precedenti.

L’intento, noto, è quello di fondere le sonorità classiche con quelle rock e post-rock e forse anche con un tocco di psichedelia. Nel complesso il risultato è buono, fatto di fiati curati e morbidi che si fondono con un buon ritmo per la parte elettronica.

Fatta di contrasti di xilofono e batteria il brano d’apertura, “Ilaria”. Più intense “Senza gravità”, quasi drammatica e dal sapore meno classico e decisamente più cantautorale, e “Radura” che, grazie all’aiuto del pianoforte, ha uno spessore importante. Interessante il ritmo regolare e cadenzato di “Sott’acqua”. In generale un album cupo e turbato, in cui affiorano incertezze, malesseri e inquietudini che si esprimono in musica e testi, una traccia dopo l’altra, fino alla chiusura, in cui il crescendo di “Nuovo Inizio” lascia in realtà l’amaro, volutamente privo della sensazione di positività espressa nel titolo.

In generale “Scogli di Zinco” è un bel disco, i due EP precedenti si fondono con un buon risultato e i due pezzi nuovi ne firmano la conclusione in modo abbastanza convincente. Un buon risultato, quindi, ma che lascia una sensazione di incompleto, di non finito, quasi un timore ad andare oltre il confine prefissato.

 

Tracklist:

  1. Ilaria
  2. Senza gravità
  3. Le serpi
  4. Bosco
  5. Eremo
  6. Sott’acqua
  7. Radura
  8. Risacca
  9. Le cime
  10. Nuovo inizio

 

A cura di: Gogo Wild

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