Stereochemistry non è la tipica cantautrice timida e introversa che uno si aspetta, quando la vede arrivare con la sua valigia e la chitarra. Jugoslava di nascita, Italiana d’adozione e Berlinese per scelta, una volta sul palco scenico Karla Hajman si trasforma in Miss Stereochemistry: una figura d’arte emblematica e controcorrente, che si diverte a vivisezionare con precisione e leggerezza l’intero genere e l’animo umano, esponendone le curiosità e le contraddizioni. La chirurgica precisione del bisturi satirico se la porta dietro dal suo passato da ricercatrice scientifica, la schietta presenza scenica dagli anni vissuti da musicista di strada (da Barcelona a Berlino), l’assenza di censura e pregiudizio sono eredi di un’infanzia vissuta in una famiglia multiculturale.
La sua versatilità creativa le ha donato tanto: da un brevetto per una chemioterapia, fino alle collaborazioni con le vere legende Indie, Techno e Funk, come Jason Rubal, Steven Rutter/B12, e George Clinton & Parliament Funkadelic. Il singolo Echo Love, tratto dall’ultimo “Harlequin EP” si apre con disinvoltura verso il tabù della morte, accompagnato da un video musicale etereo e magico, diretto dall’artista e fotografo berlinese Alexander Klebe. È una riflessione sui rapporti umani oltre i confini della vita e della morte, percepita più come una transizione che come una fine: cosi come l’eco continua a cantare tra le montagne, anche dopo che il suono iniziale si è spento, cosi anche le nostre anime risuonano con l’amore per le persone care, quando non ci sono più.
È la scoperta che il dolore e la perdita possono insegnarci le cose più belle, ma solo se ci si spinge ad abbracciare i propri demoni, piuttosto che fuggire. Siamo tutti prigionieri di noi stessi in primis, e la chiave della cella ce la portiamo attorno al collo; solo che volte ci serve uno specchio per renderci conto di averla sempre con noi, quella chiave. Il brano è dedicato ai figli di Karla, persi durante la gravidanza, e a tutti i “genitori invisibili” – coloro che hanno avuto il privilegio di scoprire l’amore per un figlio in arrivo, ma non il privilegio di tenerlo tra le braccia.
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