Fresco di uscita al pubblico il quinto album dei The Darkness col titolo PINEWOOD SMILE sembra confermare il look sonoro della band britannica decisamente portato avanti con coerenza, grinta e gli immancabili falsetti e riff che richiamano da sempre il caro vecchio hard rock al quale la band si è sempre ispirata in questi 14 anni di carriera altalenante che li ha visti dagli esordi nel 2003 passare varie fasi fino ad arrivare ad oggi, direi in una forma ritrovata e frizzante.
Dopo aver ascoltato Pinewood Smile mi sento di dire che i the Darkness possano ancora dire la loro e sicuramente i concerti che li hanno visti protagonisti ed a supporto dei Guns ‘N’ Roses quest’estate e le interviste rilasciate ci mostrano un gruppo più unito che mai che sembra aver passato con saggezza i vari momenti di oscurità ed aver trovato una dimensione nuova anche grazie all’ultimo entrato nel gruppo nel 2015, il giovane batterista, ma anche voce in due canzoni del nuovo album, Rufus Tiger Taylor (figlio di Roger Taylor dei Queen) ormai ben integrato alla dinamica del trio originale, che vede i fratelli Justin(voce) e Daniel (chitarra) Hawkins e Frankie Poullain (basso).
Registrato in studio per la Cooking Vinyl/Edel Pinewood Smile ci dà subito l’idea di questa nuova vitalità del gruppo grazie anche ad un produttore come Adrian Bushby (Foo Fighters, Muse, Placebo etc e vincitore di due Grammy Award) che ha saputo guidarli con energia e passione in un disco che a mio avviso potrebbe aprire ai The Darkness un nuovo periodo di ribalta sulla scena musicale internazionale.
I falsetti di Justin Hawkins ed i riff che ascoltiamo nei singoli che hanno anticipato l’uscita dell’album come nella autobiografica “All The Pretty Girls” e “Solid Gold”, suonata quest’estate da supporter al concerto italiano dei Guns ‘N’ Roses e subito acclamata dal pubblico presente e diventata una hit, ci rassicurano sul fatto che l’influenza di gruppi come i AC/DC, Led Zeppelin e Def Leppard siano ancora molto presenti ma non manca il tocco di novità con un sound più soft, che sfiora il pop-rock in “Why Don’t The Beautiful Cry?” e “Stampede of Love” con qualche sonorità country fino a pochi secondi dalla fine dove sfuma e riprende a sorpresa con un pesante riff di batteria e sound rockettaro. Insomma da amante del genere a me il disco è piaciuto e c’è da sperare, per i fan e gli amanti del hard rock un po’ vintage ed aggressivo, che le parole di British Whale (pseudonimo usato da Justin Hawkins nella sua fase da solista) “il passato ormai è andato, svanito, non puoi cambiarlo, la cosa importante è che ora siamo uniti, di nuovo, per cercare di suonare meglio che possiamo” siano di buon auspicio per il futuro, a cominciare dal tour invernale che stanno per intraprendere a promozione del loro nuovo lavoro e che li vedrà impegnati in diverse date Europee ed in Italia in ben 3 date in Novembre.
Tracklist:
- All The Pretty Girls
2. Buccaneers Of Hispaniola
3. Solid Gold
4. Southern Trains
5. Why Don’t The Beautiful Cry?
6. Japanese Prisoner Of Love
7. Lay Down With Me, Barbara
8. I Wish I Was In Heaven
9. Happiness
10. Stampede Of Love
Inoltre nella versione dell’album CD deluxe ci sono 4 tracce aggiunte in esclusiva, tutte da scoprire:
- Uniball
- Rack Of Glam
- Seagulls (Losing My Virginity)
- Rock In Space
A cura di: Maddalena Da Rios
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