The Movielife – Cities In Search Of A Heart

Nella maggior parte dei casi quando una band annuncia un periodo di pausa o comunque si ritira dalle scene, accade che il “periodo” si protragga per sempre e che la storia di quella band venga rilegata ai fasti di un passato senza commiato. Altre volte, invece, ritornano. Senza promesse, senza false speranze, band date ormai per disperse tornano a cavalcare la scena musicale come se il tempo non fosse mai passato. Questo è ciò che è accaduto ai Movielife, storica band apripista della scena punk emo-core di Long Island, che torna dopo un’assenza di quasi un decennio e mezzo. Quattordici anni di distanza infatti separano Cities In Search Of A Heart dall’ultimo album che la band pubblicò nel 2003, Forty Hour Train Back To Penn, diventato subito un classico del genere.

Tanto, troppo tempo senza avere loro notizie, con nel mezzo vari interludi di progetti paralleli per il cantante Vinnie Caruana (I Am The Avalanche) e il chitarrista Brandon Reilly (Nightmare Of You). Eppure, la band riesce bene a colmare lo iato senza far sentire il peso della scissione che li ha divisi. Allora si intrecciano di nuovo i destini di questa band, che riparte dal momento preciso da dove aveva messo il punto, portando con sé il bagaglio di tutti i viaggi che i membri hanno intrapreso in questi anni e che pure hanno contribuito a ricongiungerli insieme. Ma il recupero nostalgico si arresta giusto in tempo per far spazio ad una freschezza, che sì avrà anche in bocca ancora i 2000, ma ha anche un sapore nuovo.

In poco meno di mezz’ora, le dieci tracce che compongono il disco arrivando nude e crude sin dall’incipit a toccare il ritmo vorticoso e graffiante che ha contraddistinto la band sin dagli esordi. Ne è un esempio la traccia opener, “Ski Mask”, sgangheratamente efficace nel suo gusto punk rock di vecchie reminiscenze con i suoi due minuti scarsi e una carica che irrompe in medias res come per continuare un discorso lasciato in sospeso. Il resto del disco prosegue tra alternative-rock, emo, punk e post-hardcore, alternando capitoli movimentati a momenti sospesi e più rilassati. Tra le tracce più energiche e grintose, oltre quella d’apertura, troviamo “Lake Superior”, “Blue Moon” e “Sister Saint Monica”, che parte con un intro canticchiato per immergersi poi in sonorità sempre più frenetiche e cambi di ritmo vertiginosi. Nel muro sonoro di riff distorti e di scremo presenti in “Mercy Is Asleep At The Wheel” (brano in cui viene citato il titolo dell’album) si sente anche vagamente l’eco di I Am The Avalanche. Poi troviamo fasi più distese, come la Weezeriana “Ghosts In the Photograph” che si muove tra emo e punk con un ritornello radio-friendly facile da memorizzare. E questa nota poppeggiante radiofonica forse è un po’ anche la marca costituente dell’intero album. Particolarmente accattivanti i due brani acustici, “Pour Two Glasses”, posto a metà opera, con chitarre e violini in crescendo, e “Hearts”, cupa e minimale nella sua malinconia disarmante.La varietà delle tracce risulta essere ben amalgamata nel suo insieme, anche e soprattutto grazie al riconoscibile timbro di Vinni, rauco e ammiccante quanto basta per tirare le redini senza sforzare troppo le briglie.

Un disco dall’essenza punk che arriva fino all’osso e che, per questo, funziona bene e suona meglio. Con un piede immerso nelle sonorità di fine millennio e uno piantato nelle nuove richieste del mercato discografico odierno. Veloce, lineare, dinamico e senza ammiccamenti ne compromessi di alcun genere. Risulta essere un piacere sia per i fan di vecchia data (abituati ai loro toni più aggressivi post-adolescenziali) e sia per gli ascoltatori di nuova generazione, che li scoprono oggi per la prima volta nella loro veste rinnovata (ma non troppo!). Coerente al passato ma allo stesso tempo fedele al futuro.

 

TRACKLIST:

  1. Ski Mask
  2. Mercy Is Asleep at the Wheel
  3. Ghosts in the Photographs
  4. Sister Saint Monica
  5. Pour Two Glasses
  6. Lake Superior
  7. Laugh Ourselves to Death
  8. Blood Moon
  9. You’re the Cure
  10. Hearts

 

A cura di: Francesca Mastracci

8.0

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