Wunderkammer Orchestra – s/t

Un’orchestra da camera. Sì, ma delle meraviglie. Un mondo in perfetto equilibrio tra l’umano e il mitologico, la realtà e la fantasia, il concreto e l’ultraterreno. Questo è l’universo che, a partire dal proprio nome, la Wunderkammer Orchestra evoca e ci racconta. Un richiamo ad un tempo che fu, ma con lo sguardo al presente, anzi oltre. Non tanto negli anni quanto nello spazio, volto al superamento dei confini del qui e ora per approdare in un non luogo sospeso tra storia e leggenda.

La Wunderkammer era infatti il termine tedesco usato per indicare particolari ambienti, in uso nei secoli tra il ‘500 e il ‘700, dove certi ricchi Signori, collezionisti d’antan, erano soliti conservare oggetti straordinari. Luoghi sicuramente esistiti ma allo stesso tempo, per ciò che vi si trovava all’interno, avvolti da un’impalpabile aura di mistero.

E come gli oggetti conservati in queste stanze, così la musica dell’ EP 2017 mira e riesce a sorprendere l’ascoltatore catturandolo in un vortice di sofisticata semplicità, rapendolo nel proprio lieve ma continuo snodarsi ed allacciarsi di note, che qui meno che mai risulta fine a sé stesso, ma anzi estremamente funzionale alla creazione di precise immagini mentali ed emotive che non lasciano scampo.

Ebbene sì, tanto in là ci porta quest’opera prima di un’orchestra di 4 elementi (e quasi il doppio degli ospiti) chiamati a realizzare un super concentrato di sensazioni uditive racchiuso in 4 tracce. 4 composizioni che partono dal concetto più tradizionale di musica classica per poi superarlo in corso d’opera, in un’evoluzione che passa per l’intreccio delicato con l’elettronica e un’urgenza narrativa affidata completamente agli strumenti, capace di esplodere senza deflagrazioni ma con tanta piacevolezza nei nostri timpani.

In realtà sarebbe sbagliato dire che qui le parole non contano, certo dato il genere i brani non presentano testo, ma ciò non fa altro che caricare di ulteriore significato e importanza i pochi vocaboli presenti nel disco: così come il nome del progetto artistico racchiude in sé un concetto fondamentale per “leggerne” la produzione, altrettanto fanno i titoli scelti per i pezzi, contenendone già in nuce l’intero racconto sonoro nonché ampliando e amplificandone il rimando ad un passato mitico, sovrastorico quanto legato alla tradizione.

Selenographia celebra le fattezze della luna, Sciapode ci narra di creature da bestiario medievale con un solo piede e ci trascina nel loro cosmo fiabesco, Kitsune guarda alla cultura giapponese nell’emblema della volpe a nove code e Monadnock esalta l’imperscrutabilità della natura nella forma di una montagna capace di erigersi nel mezzo di una pianura, e ognuno di essi, ancora prima che il tutto inizi, ci proietta già verso l’atmosfera acustica nella quale la loro riproduzione ci avvolgerà.

Nel complesso quindi davvero un‘ottima riuscita per l’EP d’esordio di un progetto che molto incuriosisce e del resto, senza dubbio, molto ancora ha da dire, al quale però, proprio per questo, sta ora dimostrare se l’intricata quanto intrigante struttura della quale c’è stato qui regalato uno scorcio sarà capace di reggere l’urto della lunga durata (e del relativo più corposo numero di tracce).

 

Tracklist:

  1. Selenographia
  2. Sciapode
  3. Kitsune
  4. Monadnock

 

A cura di: Daniela Raffaldi

8.5

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