Uochi Toki – Cadaver Eyes Split #5

Altro split per la Subsound intitolato #5, stavolta sono coinvolti i Uochi Toki (una vecchia conoscenza) e i Cadaver Eyes.
Un totale di 11 brani, si fa per dire, su due facciate.

Gli Uochi Toki sono un duo italiano proveniente dai dintorni di Alessandria, ci suonano Matteo “Napo” Palma (voce e testi) e da Riccardo “Rico” Gamondi (elettronica).

La musica della band, per chi ancora non lo sapesse, è qualcosa di molto frammentato e indigesto. Mischia rumore e livore con elettronica disturbante (Terza Immobilità).
La facciata A prevede cinque movimenti di una take intitolata Immobilità, fatta di poche note frammentate, andamento lento e sfiancante. Il canto, se così ci si può azzardare a definirlo, sembra addirittura un richiamo a quello strano parlato a rovescio presente in Twin Peaks di David Lynch.
Non è di certo roba facile e non aiuta la vostra digestione. Se avete problemi di reflusso gastroesofageo è meglio lasciar perdere. Questi non fanno sconti, a nessuno (Quinta immobilità).

Per quanto riguarda i Cadaver Eyes invece le cose sono diverse, Zax – no-input-mixer (Iancu Dumitrescu’s Hyperion, Lietterschpich, Primate Arena) David O. – drums & vox (also: bARBARA, Lietterschpich, BALATA), nascono come one-man-grind project a N.Y.C, ideati da David Opp la cui creatura si trasforma poi in un duo molto heavy e minimalista, il cui sound risulta sporco, diretto e graffiante.

Il duo israeliano, che ha deciso di registrare in presa diretta dopo una giornata d’improvvisazioni, produce sei tracce doom.
Suoni sparsi, rotture, sinistri fischi su uno strano odore percepito dal cantante le cui grida e distorsione si fondono in un incubo imprigionato dentro un labirinto da cui non è facile uscirne, vivi.

Un lavoro molto complesso, parossisticamente concettuale, fuori di testa per quelli che non hanno voglia di sottoporre le orecchie a sforzi pesanti, impegnando i neuroni in una delle funzioni per cui sono stati creati, la riflessione attenta e ponderata di ogni dettaglio acustico proposto.
A cura di: Vulver

6.7

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