
presenta
GIRL IN RED
05/07/2022
CIRCOLO MAGNOLIA
via Circonvallazione Idroscalo, 41 – Segrate (Mi)
Apertura porte ore 19:00
Inizio concerto ore 21:30
Prevendite attive al costo di 34,5€
Radar Concerti, in coll.ne con Costello’s Live e Circolo Magnolia, è orgogliosa di presentare l’unica data italiana di GIRL IN RED, la nuova stella del panorama indie internazionale. Marie Ulven Ringheim, in arte Girl in Red, è la nuova paladina dell’indie pop internazionale e nel suo disco d’esordio c’è lo zampino di Finneas. Finalmente per la prima volta in Italia, in un’unica e specialissima data, la cantautrice norvegese porta sul palco “If I Could Make It Go Quiet”: intimismo e disagio mescolati ad un’attitudine pop, irrimediabilmente romantica e dolorosamente diretta.
I biglietti sono in vendita al costo di 34,5€ a questo link.
Girl in Red – “If I could make it go quiet”
Tutto era pronto e secondo i piani, Marie Ulven – a.k.a. Girl In Red, talento del pop/rock intimo – avrebbe trascorso la maggior parte del 2020 a suonare per nuove folle, in posti nuovi, attraverso paesaggi nuovi guidando di città in città in tour. Ma la pandemia da Covid-19 ha ribaltato tutti gli schemi, facendola ritrovare rinchiusa in casa ad Oslo a riprendere in mano bozze di canzoni che aveva iniziato a buttare giù l’anno prima.
Così facendo, ha scritto e inciso 11 demo in casa, ritrovandosi poi a prendere in prestito la macchina del padre per intraprendere un viaggio di otto ore dalla capitale norvegese a Bergen, città stretta tra magici fiordi in un golfo nel Mare del Nord, per registrare “If I could make it go quiet”, il suo album
di debutto, uscito il 30 aprile 2021. Considerate “If I could make it go quiet” il distillato musicale delle solitarie conversazioni di Ulven in viaggio: è un album colmo delle cose che vorremmo poter dire agli altri, ma che invece diciamo a noi stessi.
“Ogni volta che lasciavo lo studio di Bergen ascoltavo ore e ore delle mie tracce chiedendomi cosa potessi migliorare e cosa potessi affinare”, dice ricordando i viaggi verso lo studio attraverso il paese passando per la Norvegia più selvaggia. “Guidare è una cosa catartica; ti dà questa fantastica sensazione di libertà. Mi piace parlare con me stessa, quindi la maggior parte delle volte in macchina, se non ascoltavo le mie canzoni, riflettevo. Ho letto che parlare con te stessa ad alta voce fa bene, quindi continuerò a farlo. Ma i viaggi ti allontanano da tutte le altre distrazioni perché devi concentrarti sulla strada. Ti dà spazio per riflettere.”
Dopo che il singolo di successo del 2018 “I wanna be your girlfriend” ha reso Ulven un talento da tenere d’occhio, l’artista ha radunato un seguito mondiale che si è riconosciuto nei suoi testi poetici, a volte disperatamente romantici e dolorosamente diretti, che si armonizzano splendidamente con arrangiamenti essenziali ma affascinanti che lei stessa ha scritto e prodotto. Invece di curare in privato le ferite emotive di una separazione o il dolore per un amore non corrisposto, Ulven, allora una teenager sulla soglia dell’età adulta, decise di elaborare e guarire davanti al suo crescente pubblico con una serie di EP e singoli.
Sia che si tratti di lavorare con il genio del pop e collaboratore di Billie Eilish FINNEAS per il brano “Serotonin” – un grande inno pop che parla della sua battaglia con la salute mentale -, sia che si tratti di mostrare le sua abilità musicali con il brano di chiusura dell’album “It would feel like this”, Ulven si è spinta verso nuove profondità nella sua arte, arricchendola. “Ci sono cose in questo album di cui non sono mai riuscita a parlare prima nelle mie canzoni”, dice di “If I could make it go quiet”. “Serotonin è brutalmente onesta, nei testi, soprattutto riguardo a certi pensieri invadenti, tipo quelli che ti fanno pensare che non starai mai bene, e il pensiero che la mia psicologa mi odi. Ho smesso di andare dalla psicologa perché pensavo di essere un peso così grosso per lei da non piacerle. Sono sicura che tante persone si sentono così, che sia una amico, un familiare o uno psicologo.
Parlo di molte cose di cui non mi sentivo a mio agio parlare, o che non riuscivo ad ammettere a me stessa, o perfino cose da dire ai miei amici più stretti e alla famiglia.” Tradimento, lussuria, desiderio, tirarsi fuori da un periodo deprimente – niente è vietato in “If I could make it go quiet” e Ulven mette a nudo le sue riflessioni mentre distorce e reimmagina i suoni che escono dal piano e dalla chitarra. Esplora i limiti della condizione umana e della sua radicale accettazione in “Body And Mind”, che defluisce e scorre su un groove lunatico ed elettronico; affronta con orgoglio l’emancipazione sessuale con accordi solari in “hornylovesickmess” e rivela di volere di più da un partner non disponibile in “midnight love”.
L’amore, in tutto il suo caos, è una musa costante in “If I could make it go quiet” e Ulven è felice di sfidare il semplice concetto di canzone d’amore e di quello che può fare, a modo suo. “Quando sento “canzone d’amore”, gli do subito un significato negativo, penso “questa è roba sdolcinata!”, dice ridendo. “Ma l’amore è così grande, e ci sono così tanti lati dell’amore. Sto esplorando il lato più odioso dell’amore in questo album. Sto anche affrontando il concetto di essere più vulnerabile e di fare avvicinare le persone. Non ho parlato di queste cose prima… (L’album) è una grande pentola che bolle di pensieri e cose che non ho detto”.
Ci sono insegnamenti da imparare da queste auto-analisi e Ulven ha abbracciato con gusto l’opportunità di scrivere per farlo, anche quando fa male o quando resta con più domande che risposte. È facile immaginarsela al volante, da qualche parte tra Oslo e Bergen, ascoltando “Rue” mentre ripensa all’oscuro luogo della sua mente in cui si trovava quando ha scritto la canzone, o all’amicizia che sperava si trasformasse in qualcosa di più che ha ispirato“You Stupid Bitch”.
“If I could make it go quiet” è Girl In Red nella sua forma più pura e alta: Ulver non è mai stata più coraggiosa, e la musica fa altrettanto. “Ci ho messo davvero il cuore in questi testi, totalmente” dice. “Sento di essermi svuotata in questo album”.
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