Andead – Old But Gold

Partiamo subito forte. Andead è una realtà solida. I musicisti della band hanno tiro e precisione, e solitamente le produzioni sono molto accorte, curate nei dettagli. I suoni molto americani sono perfetti, rispondono a tutte le necessità sia tecniche che di ascolto. I testi di questo lavoro poi cercano di raccontare una realtà folle e moderna, forse scollegata dall’umanità in cui l’unica conforto è essere deboli, così almeno nessuno ti rompe il cazzo. Insomma tutti ingredienti che premettono una cosa sola, che ci stiamo per ascoltare un bel disco di una band che i più duri e puri hanno sempre contestato per essere in qualche modo avvantaggiati. Minchiate. 13 anni di attività non si mettono in discussione non trovate?

Se un progetto non è una band vera, non regge una pressione del genere. Scoppia prima, diventa il progetto solista del VIP, iniziano a circolare notizie sui loro atteggiamenti da Star. Televisori che volano dalle finestre dell’albergo, discusse partecipazioni a Sanremo o minchiate da rotocalco. Invece solo chilometri e palchi piccoli e grandi, alle loro spalle. Passione per la musica e quello che fanno. Una passione incredibile e fuori dal comune, che rendono questa band una delle più longeve del punk rock italico.

Andrea Rock, nonostante la discreta fama che lo vede trasmettere da uno dei più importanti network radiofonici, resta sempre un umile lavoratore, un musicista che non cerca scorciatoie e si suda sul palco ogni istante. Lui è uno di noi, che ama la musica per davvero, e per essa ha fatto il dono più grande. Se stesso. E questo, ogni stronzo che si mette a giudicare la musica degli altri, come me, se lo deve tenere bene a mente quando sputa sentenze.

Non capisco però perché nonostante tutto, qualcosa in questo lavoro, curatissimo e dalle sonorità perfette quasi esemplari, non mi convinca come dovrebbe. Non capisco se siano i riferimenti musicali, oppure la presenza di differenti gradi di talento, o magari il fatto che la voce resti bel territorio del punk mentre la band si muove in territori diversi, quasi sfiorando l’Hard Rock.

Non lo so. È tutto decisamente piacevole, ben fatto, solido e ben prodotto. Ma qualcosa non torna. Forse sono i riferimenti musicali da cui Andead partono, o forse il rigore formale che rende l’ascolto statico, anche se scorrevole.

In ogni caso la passione, l’umiltà e la dedizione sono presenti in ogni istante. Andrea Rock è uno di noi.

 

Tracklist:

  1. Old But Gold
  2. Lust For The Road
  3. Comfortably Weak
  4. Downtrodden
  5. Gratification Breakdown
  6. The Company Regime

 

A cura di: ffgallarati

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