Angel Du$t – Pretty Buff

Cosa succede quando un gruppo di musicisti tutti provenienti da un contesto hardcore punk incontra il pop-punk? Il risultato è un suono nervato e corposo che sebben non ricordi affatto il core dal punto di vista strutturale, tuttavia ne rivela il respiro nell’esecuzione e nel piglio con cui vengono affrontati determinati passaggi sonori. Stiamo parlando degli Angel Du$t, gruppo di Baltimora che corona il sodalizio con la casa discografica Roadrunner Records pubblicando il primo disco sotto questo label, dal titolo anche abbastanza rivelatorio Pretty Buff (“bello muscoloso”, ndr), uscito lo scorso 15 marzo.

Il progetto, avviato quasi ormi tre anni fa, nasce inizialmente come un side project di divertissement per i membri di due delle più famose band hardcore di Baltimora, i Turnstile e i Trapped Under Ice. Con il tempo, però, gli Angel Du$t hanno preso sempre più consistenza e gradualmente si sono staccati dalle sonorità più heavy che li avevano caratterizzati negli album precedenti, per dirigersi invece verso ritmi che strizzano l’occhio al punk collegiale di fine secolo e lo patinano con un buono strato di radio friendliness. Non è ben chiaro se poi riescano effettivamente a dare un assetto convincente alle nuove dinamiche sonore con cui declinano le tredici tracce che compongono il disco. Ma indubbiamente, l’esecuzione è altisonante e piena di carica da vendere con una coerenza dall’inizio alla fine che non presenta nemmeno mezzo cedimento, questo gli va riconosciuto.

Tra le tracce più convincenti  del lotto ci sono sicuramente i due singoli estratti per anticipare l’uscita del disco: “Bang My Drums”, pezzo che parte con un bel fraseggio di chitarra elettrica dal gusto retrò e pian piano preme l’acceleratore mischiandosi verso il finale con un sax sinuoso e volteggiante che conferisce la nota aggiunta di originalità inaspettata al pezzo (caratteristica che si ritrova anche in “Take Away the Pain); “On My Way” invece è un inno veloce e scanzonato a metà strada tra il punk e il pop-rock approcciato con strimpellate di chitarre acustiche ed elettriche e con una batteria ben marcata (come d’altronde in tutti i pezzi) dall’incedere veloce e lineare. Il resto della scaletta procede tutto in queste tonalità, infarcite all’occorrenza di ritornelli catchy ed armonie che fanno venir voglia d’estate.

Infine, Pretty Buff risulta essere un disco interessante e comunque ben eseguito, ma lascia la sensazione che non sia stato detto tutto quello che si voleva dire. Manca qualcosa, e alla fine non siamo mai ben certi su cosa sia: un ritorno verso derive hardcore del passato o la scelta di abbracciare con maggiore convinzione la “caciara” punk?

 

Tracklist:

  1. No Fair
  2. Big Ass Love
  3. On My Way
  4. Light Blue
  5. Biggest Girl
  6. PusH
  7. Bang My Drum
  8. Let Me Know
  9. Want It All
  10. Where I Am
  11. Park
  12. Take Away The Pain
  13. Five

 

A cura di: Francesca Mastracci

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