Ant Mill – EP

Il progetto è di quelli importanti e non solo perché i 4 “Ant” sono musicisti di quelli con la M maiuscola, in giro da un bel po’ di tempo sia in Italia che all’estero, ma anche perché la produzione vede nomi importanti del panorama musicale indie rock (e non solo) italiano.

Questo primo Ep degli “Ant Mill” è la concretizzazione di un percorso passato attraverso progetti paralleli e numerose collaborazioni, vedi “Argo”, “Vittoria and The Hyde Park”, “Plan De Fuga”, “Small Choices” e “Dimidiam”. Il suono in presa diretta, senza sovraincisioni, è curato da Marco Tagliola, sound engineer e producer di musicisti del calibro di Capossela, Baustelle, Scisma, John Parish e molti altri. Ok,…che ho studiato lo si è capito,…adesso veniamo alle mie impressioni riguardo l’ep.

Lo dico subito, nonostante tutte le premesse e i carichi pesanti messi in campo, non è che questo disco mi abbia poi così “catturato”. Se bastassero le sole capacità musicali e produttive forse sarebbe tutto più facile, ma per fortuna esiste anche quella particolare qualità nel riuscire a toccare il cuore e la pancia delle persone che da appassionato di cinema quale sono mi piace definire “luccicanza”! Mi preme specificarlo subito, anche se ovviamente non ce ne sarebbe bisogno, è certamente una cosa soggettiva e ad altri questo disco avrà sicuramente suscitato emozioni.

Con me non è andata così.

Lavoro di indiscutibile maniera, che guarda e si rifà a molti riferimenti musicali, basti subito ascoltare la traccia numero uno, “The burnin’ rope”, per farsi catapultare subito agli echi “wha wha” di “Hold Me, Thrill me…” degli U2 del 1995 o alle “svisate” scratch di Tom Morello de RATM. Pezzo che ad eccezione del “bridge”, un po’ troppo tirato e “easy”, rimane comunque una gran canzone. Potente, suggestiva e orecchiabile fin dal primo ascolto. “Bluewatchin’ Daylight” parte molto cupa, oscura, per aprirsi poi con la magnifica voce di Massimo Dalla Tor. Pezzo decisamente pop, ispirato dalle sonorità vintage anni ’70 e alla purezza delle voci rock americane degli anni ’80. Molto bello ed interessante il finale. “Beautiful Toy”, traccia numero 3, è il pezzo forse più luminoso e solare dell’intero ep. Il disco si conclude poi con il sound notturno e misterioso di “Again”. Lo spoken iniziale sussurrato in stile “Matt Johnson” dei TheThe (…giusto per parlare di un gruppo che adoro e che mi manca davvero tanto!…Ma non divaghiamo!) precede anche qui, un’apertura sonora che ci porta verso i docks di Dublino, dove gli U2 tornano a farsi sentire di nuovo.

Disco decisamente di alto livello al quale mi sarebbe però piaciuto dare un voto più alto. Non ho purtroppo trovato quel coraggio nel provare ad osare quel qualcosa in più e che francamente mi sarebbe piaciuto sentire da un gruppo di questo livello.

Tracklist:

1 – The burnin’ rope

2 – Bluewatchin’ Daylight

3 – Beautiful toy

4 – Again

Recensione a cura di: Simone Grazzi

Riferimenti: Profilo Bandcamp

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