Atreyu – Baptize

Tradizionalmente, durante i riti di passaggio, il momento battesimale segna sempre la fase liminale di transizione in cui l’iniziando abbandona una condizione sociale preesistente per tracciare un nuovo percorso identitario nella propria vita. E in un certo qual senso è proprio questo il concetto che ha voluto sottolineare la band metalcore californiana ormai all’attivo da più di ventidue anni, Atreyu, con la il loro ultimo lavoro discografico.

Reduci da un periodo non particolarmente favorevole, che li ha visti cambiare drasticamente la line-up dopo la rottura con il leader e fondatore Alexis Varkatzas nel settembre del 2020, la band ha deciso comunque di non scoraggiarsi ed inaugurare un nuovo capitolo. Brandon Saller passa al mic, lasciando la batteria a Kyle Rosa e le harsh vocals al bassista Marc McKnight; e si ricomincia. Baptize è la prima prova in studio di questo rinnovo e giunge dunque come manifesto, sia a livello artistico che a livello concettuale, di una voglia di rivalsa nei confronti di chi li dava ormai per spacciati.

Uscito lo scorso giugno via Spinefarm Records, il disco si compone di quindici tracce che condensano l’immutata verve deflagrante metalcore declinandola ad un piglio a tratti sleaze-anthemico di stampo ottantiano, ma soprattutto innegabilmente ad un gusto melodico, che non di rado strizza l’occhio al radio-friendly . Questa svolta verso una linea più alternative e meno core, tuttavia, c’era già stata con il loro ultimo disco del 2018 In Our Wake. Ma è con questo disco che riconfermano la predilezione verso una tendenza sonora rivolta principalmente a far emergere compromessi catchy.

In fin dei conti neppure troppo, però. Poiché non mancano infatti i classici riff pestoni, i break down irruenti e le ritmiche ruvide, che raggiungono il loro culmine con il lavoro sulla batteria incastonato nella traccia finale “Warrior”, dove si sente chiaro e forte il contributo di quel re mida dalle bacchette d’oro di Travis Barker. Oltre a lui, figurano nella tracklist altri due ospiti d’eccezione: Jacoby Shaddix dei Papa Roach in “Untouchable” e Matt Heafy dei Trivum in “Oblivion”.

Infine, un buon disco, in cui si compenetrano potenza ed orecchiabilità. Unica pecca forse nella durata, che rischia sempre di creare una patina di ridondanza alla lunga. Ma per il resto ci siamo e sembra proprio che da questa fonte battesimale gli Atreyu abbiano tratto sul serio una nuova linfa vitale.

 

Tracklist:

  1. Strange Powers of Prophecy
  2. Baptize
  3. Save Us
  4. Underrated
  5. Broken Again
  6. Weed
  7. Dead Weight
  8. Catastrophe
  9. Fucked Up
  10. Sabotage Me
  11. Untouchable (ft. Jacoby Shaddix)
  12. No Matter What
  13. Oblivion (ft. Matt Heafy)
  14. Stay
  15. Warrior (ft. Travis Barker)

 

A cura di: Francesca Mastracci

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