Azimut – Colpo di Vento

Gli Azimut nascono circa 8 anni fa dall’iniziativa di 6 amici che, come spesso accade, decidono ad un certo punto di dare forma, tutti insieme, alla passione per la musica che li accomuna, creando una band.

Colpo di Ventoè il loro album che raccoglie note, pensieri, vissuti musicali e li trasferisce in 10 tracce sull’onda di swing, folk, funk e qualche spruzzata di reggae qua e là.

E tutte queste sonorità conferiscono all’album una gioia di fondo che ci si può ben immaginare corrisponda a quella stessa gioia che ha animato i ragazzi durante la composizione, la scrittura e infine la registrazione del disco.

Ottimo. Però, c’è un però.

A volte infatti l’eccessivo, seppur comprensibile, entusiasmo che anima i musicisti è tale da far perdere di vista agli stessi il fine ultimo da raggiungere con uno specifico prodotto artistico.

Il risultato in questo caso è un lavoro che non appare del tutto a fuoco, come qualcosa che qualcuno ha iniziato e poi non è stato sufficientemente concentrato a finire, perdendosi nella foga di “fare”.

Questo sia considerando i dieci brani nel loro complesso, ma anche analizzando le singole canzoni. Inizi a seguire il testo ma ti senti come se ti sfuggisse quale sia davvero il concetto, ti fai prendere dai suoni, ma poi ti fermi a pensare che in realtà non hai colto davvero a cosa servisse un determinato passaggio o l’introduzione di una certa variazione. Come se ti dicessi “bello, ma a che scopo?”, ed è un peccato perché tutto ciò va a scapito della carica di “memorabilità” del disco, della sua capacità comunicativa e della sua forza di impatto.

Nel complesso si tratta di un lavoro pieno di energia, nel quale convergono diverse influenze e gusti che caratterizzano i 6 musicisti, tuttavia, per l’appunto, forse sull’onda della passione e della voglia di non tralasciare nulla di ciò che si ama, tutte queste influenze sembrano anche troppe.

Come troppa in generale è “la roba” che sta dentro Colpo di Vento: stili, generi, strumenti, registri di scrittura, parole sono presenti in un numero decisamente elevato per un solo album, o meglio per la sua ottimale fruibilità e quindi finale apprezzamento.

Probabilmente con la paura (o il possibile dispiacere) di dimenticare qualcosa a loro caro o in generale per loro importante, i ragazzi non hanno pensato ai detti “il troppo stroppia” e “meno è meglio”, perché spesso la sintesi non è tanto rinuncia quanto scelta efficace dei propri mezzi, capace quindi di dire più di tanti vocaboli (o suoni in questo caso) ed è decisamente la strada migliore per colpire nel segno e trasmettere il proprio messaggio o più in generale la propria arte.

 

Tracklist:

  1. Asfalto
  2. Il consiglio di un barista
  3. In vino veritas
  4. Con gli occhi di un folle
  5. Soliloquio
  6. Ballata partigiana
  7. Universalidanza
  8. Ai tempi del precariato
  9. Coraggio lirico
  10. Colorazione

 

Acura di: Daniela Raffaldi

5.5

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