Ben & The Giant – Human Traffic

I musicisti migliori sono quelli che ascoltano musica. Non è mica così normale come si crede, molti ascoltano le solite 4 cazzate, due dischi e poi mettono a rotazione le loro canzoncine pensando di essere bravi e di meritare cachet pieno nel baretto sotto casa dove vengono a vederli 12 amici compresa la fidanzata del bassista, che non gliene frega un cazzo e che ben presto con i suoi silenzi, sarà la causa dello scioglimento del gruppo.

Suonare è una cosa seria, richiede impegno, ma soprattutto consapevolezza, e questa consapevolezza si può ottenere solo in un modo: ascoltando come fanno gli altri. Mica i grandi. Le band minori sono quelle che possono insegnarti di più, perché le puoi vedere da vicino, sentirne il sudore, gli sputi.

Ben & The Giant se rispettano le premesse, sono una di quelle band minori da piazzarsi appena sotto il palchetto sempre troppo stretto, e godersi con tutta la loro Brit-vibe che parte dalla seconda metà degli anni 80 e che ancora oggi fa la sua cazzo di figura.

Pop, forse davvero molto derivativi, forse anche troppo, ma dietro all’immagine che Human Traffic sembra offrirci, si percepisce la passione che ti fa venire i brividi. 5 brani intensi e solidi, un sound ricco e uniforme ma che da buon sound inglese raccoglie le esperienze psichedeliche e le incastra in canzoni semplici, morbide e melodiche. Potremmo fare il gioco a chi ne cita di più, ma quello è meglio farlo al tavolo con una birra in mano, parlando con i ragazzi della band che hanno appena finito di suonare e che non hanno la minima voglia di smontare tutto e caricare il furgone.

Il loro breve lavoro già dichiara tutto sin dall’apertura, lo strumentale The Good Fortune, un clima Manchester privo di quella maledetta spocchia che gli Stone Roses hanno contribuito a definirlo il marchio di fabbrica dei Britannici musicisti. Però che grandi.

Ho qualche dubbio personale in alcune scelte del mix, ma queste sono finezze onaniste di chi vi sta scrivendo, Human Traffic è semplicemente un buon inizio, che lascia intuire che questi musicisti piemontesi abbiano ancora molto da dirci. Mentre aspettiamo il lavoro di lunga distanza, prendiamoci una boccata di aria da Pub e concediamoci del tempo per ascoltare questi ragazzi, non solo sulle piattaforme digitali ma anche dal vivo, perché si percepisce che qui stiamo parlando di gente che suona e fa sul serio.

Tracklist:

  1. The Good Fortune
  2. Stuck In My Head
  3. Immaginary Love
  4. Hurricane
  5. Son Of The Universe

 

A cura di: ffgallarati

7.0

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