Cinque Uomini Sulla Cassa Del Morto – Kairos

Cinque Uomini Sulla Cassa del Morto, ovvero Alberto Corredig (chitarra, percussioni e voce), Francesco Imbriaco (chitarra, tastiere e voce), Alberto Marinig (batteria e percussioni), Davide Raciti (voce, violino e ukulele) e Leonardo Duriavig (voce, basso e sintetizzatori), direttamente da Cividale del Friuli.
Il loro secondo disco, Kairos, uscito il 30 aprile scorso, è un lavoro che a due anni di distanza da “Blu”, si presenta più maturo, asciutto, intimo.
Un suono pulito che dal folk degli inizi, si avvicina ad atmosfere più sofisticate, costruite non più solo da strumenti acustici, ma adesso anche da suoni analogici. Il sound è ridotto all’osso, fatto di sottrazioni più che di addizioni. E questo è un punto a favore del disco. Senza dubbio!
13 tracce non sono poche in un mercato sempre più orientato al singolo secco in cerca di passaggi radiofonici.
13 canzoni frutto di un lavoro corale che, come tale, mette in risalto le 5 diverse personalità dei componenti la band.
Un disco che corre dritto e sorretto da un’ossatura fatta di sonorità melodiche e delicate che rendono l’ascolto piacevole e subito orecchiabile. Altro punto a favore! E son due! Il cantato è intimo e i testi sono intrisi di atmosfere rarefatte. A vederla e raccontarla così sembrerebbe un disco perfetto, senza ne sbavature ne virate improvvise, ma sono proprio queste assenze a rendere alla lunga l’album monotono e monocolore. (…e questo azzera in un sol colpo i punti a favore!)
Le melodie si fanno prevedibili e l’effetto falò sulla spiaggia a un certo punto inizia a far capolino da dietro l’angolo.
Niente di male in tutto questo, nessuno fraintenda, ma l’effetto è quello di un tutto seppur molto bello, ma di già risentito e ascoltato più e più volte. Certi dischi italiani degli anni ’70 (…e ’80!) sono miniere in gran parte ancora da esplorare, su questo non ci piove, ma dovrebbero essere spunti per nuove ispirazioni e non per essere in parte imitati.
“Kairos” è un lavoro pregevole, delicato, a tratti da sussurrare per non voler rovinare l’atmosfera che crea con le sue dolci melodie, ma decisamente carente di nuovi spunti.
13 canzoni che si fanno ascoltare molto piacevolmente, ma che forse non riescono a coinvolgerti fino a farti desiderare di riascoltarlo subito. Impossibile dare l’insufficienza ad un lavoro così, sarebbe un vero delitto, ma concretamente avrebbe potuto regalare molto di più.

 

Tracklist:

1. Buio
2. Vieni a svegliarmi
3. Non dirlo a me
4. Dal deserto al mare
5. Come fossi il tuo futuro
6. La nostra intersezione
7. I miei occhi
8. Fino a essere nulla
9. Il profumo di casa
10. Dragoni
11. Tadan
12. I giorni del sole
13. Torino

 

A cura di: Simone Grazzi

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