Come mi vuoi: il nuovo singolo di Wepro

Esce oggi “Come mi vuoi” il nuovo singolo del cantautore Wepro, all’anagrafe Marco Catelluzzo, che anticipa l’esordio in full length in arrivo nei prossimi mesi.

Dopo aver pubblicato una serie di EP (The White EP, The Black EP e “The Story Of A Modern Drama”) e svariati singoli tra il 2015 e il 2022, Wepro torna sulle scene con il suo approccio diretto e incendiario. L’impostazione rock del pezzo mescola insieme garage, blues, stoner e acid-punk, dando vita ad una melodia contagiosa che trova il suo equilibrio sonoro tra digitale ed analogico. La formula è semplice, ma vincente: chitarre smaccatamente acide, basi ritmiche dalle smaccate influenze elettroniche, drumming diretto ed infine un’ottima performance vocale (che si presta addirittura al falsetto).

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Parlando del brano, Wepro afferma:

“Lo scopo di “Come mi vuoi”era quello di creare un rock attuale, contaminato dalle macchine ma senza perdere l’attitudine live.In fase di registrazione si è deciso di lasciare da un lato la purezza della live band, registrata in presa diretta con tutte le sue imperfezioni e sbavature e dall’altro, di estremizzare l’uso del digitale, ovvero synth, distorsioni, modulazioni di suono.In particolare, un grosso lavoro è stato fatto sulle chitarre, sulle quali le saturazioni sono state usate in maniera inusuale e quasi “esagerata”, portando al risultato sperato:chitarre che a tratti sembrano synth ma rimangono chitarre, con tutta la dose di umanità necessaria. Un risultato del tutto equilibrato dove le macchine e l’imperfezione sono in perfetta sintonia”.

 Con tono scanzonato, il pezzo prende di mira la standardizzazione dei comportamenti egoriferiti degli individui sempre meno attenti all’autenticità e rivendica la necessità di essere se stessi, senza piegarsi alle convenzioni sociali.

Ad accompagnare la release del singolo “Come mi vuoi” anche il videoclip ufficiale, diretto da Daniele Tofani.

Dal comunicato stampa si legge che l’idea del video richiama la realtà distopica di uno spazio in cui si assemblano le anime e i caratteri della “macchina umana”. I manichini appesi rafforzano concettualmente le domande che si rincorrono lungo tutto il pezzo: vado bene così?, vuoi che io cambi? e appunto Come mi vuoi?. Il tutto accompagnato da una performance a tratti delirante che rappresenta “la condizione di un individuo che pur se costretto nella questione, sfrutta la sua rabbia per elevarsi rispetto a essa”.

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