Deep As Ocean – Crossing Parallels

Immaginiamo per un momento l’esistenza di universi paralleli che incrociano la loro traiettoria nei fondali più profondi di un oceano immateriale. Che rumore farebbe la loro collisione? E immaginiamo ora che  Crossing Parallels, atteso esordio in full-length della band metalcore milanese Deep As Ocean, possa essere un tentativo di risposta che i cinque meneghini capitanati dai fratelli Buttò hanno voluto dare a questa domanda.

L’EP con cui si erano fatti conoscere sulla scena nazionale,  Lost Hopes | Broken Mirrors(2017), aveva sì attirato l’attenzione ma non aveva certo sconvolto li animi. C’è sempre il rischio, quando si sceglie di intraprendere la strada del metalcore, di incappare in soluzioni che inevitabilmente risultano all’orecchio trite e ritrite; fa parte delle dinamiche strutturali e compositive insite nel tipo di genere. A meno che non si decida di modulare la sezione ritmica e spingerla verso un’asticella superiore, al fine di rendere il suono quanto più articolato possibile e non farlo restare incollato alle definizioni sonore che caratterizzano il genere a livello formale. Ed ecco, allora, che per i DAO questo salto di qualità arriva proprio nel momento in cui c’è da misurarsi con la prima temuta prova sulla lunga durata.

E ne escono invero a testa alta, eludendo il rischio della monotonia grazie all’inserimento nei pezzi di variazioni che si articolano dal progressive (come nella titletrack d’apertura realizzata interamente strumentale), spingendosi poi verso i suoni pesi progressive in chiave djent (“Feels like Nothing” con il feat. di Andy Pali in cui si affronta il tema del suicidio in maniera molto toccante)fino ad “attenuarsi” ad inflessioni in stile jazz (ad esempio, in “Underwater”)o alle nuances alternative della chiusa “Black Rose”.  Risultano molto convincenti anche quando restano nella loro comfort zone post-metalcore con riff acuminati e drumming sostenuto dove si aggancia una ben calibrata alternanza tra scream taglienti e parti pulite come nei pezzi estratti per promuovere l’uscita del disco: “Hourglass” (con Matt Gelsomino dei francesi Novelists FR) e  “The Sinking Ship” e “Oblivion” (entrambi, questi ultimi due, selezionati da Spotify per essere inseritei in playlist metalcore con artisti internazionali).

Interessante anche l’uso abbastanza consistente di basi elettroniche, che non si limitano a svolgere una funzione di accompagnamento, ma diventano vere e proprie basi strutturali attorno alle ritmiche serrate.

Insomma, il disco è cosparso di un buon potenziale sperimentale nella ricerca di soluzioni originali dal punto di vista esecutivo e compositivo. Certo, manca ancora una certa compostezza generale nella definizione stilistica, ma come primo lavoro possiamo decisamente promuovere il risultato.

 

Tracklist:

  1. Crossing Parallels
  2. Hourglass (feat Matteo Gelsomino)
  3. Knives and Flames
  4. Oblivion
  5. The Sinking Ship
  6. Underwater
  7. Feels Like Nothing (feat Andy Pali)
  8. Floating Anchor
  9. Black Rose

 

A cura di: Francesca Mastracci

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