Eels – The Deconstruction

Deconstruction. Decostruzione. Scomposizione. Smembramento. Disgregazione. Sono ormai più di 20 anni che Mark Oliver Everett (aka E o Mr. E) sta esplorando in profondità la sua psiche e la sta smontando pezzo per pezzo. Ed è quindi con enorme stupore che ascolto la traccia di apertura dell’ultimo album degli Eels che dice: “The deconstruction has begun”. Ma forse questa dichiarazione di intenti non è autoreferenziale, anzi probabilmente è rivolta all’esterno, all’assurdità che si aggira per tutto il mondo.

Andando avanti con gli altri pezzi, come Rusty Pipes e Bone Dry, tornano alla ribalta i temi tanto cari al frontman della band californiana: il dolore per la perdita di qualcuno e la caducità della vita. D’altronde la morte Ë sempre stata una presenza ingombrante per Everett: a 19 anni perde il padre ed Ë proprio lui a trovare il cadavere, a 33 anni la sorella che soffre di gravi disturbi psichici muore suicida, a 35 anni Ë la volta della madre malata di cancro.

Ma di fronte a questi tragici eventi il cantante e polistrumentista statunitense ha trovato un modo tutto suo per affrontare la sofferenza: scrivere canzoni allegre su argomenti tristi e canzoni tristi sulla felicità. E anche in Deconstruction troviamo qualcosa del genere perché Mr. E non si nasconde e si immerge nella disperazione più assoluta per imparare a conoscerla, a dominarla e a cercare di superarla.

Deconstruction si incastra alla perfezione nella discografia degli Eels, grazie anche alla collaborazione con Mickey Petralia, già produttore di Beck e Rage Against The Machine, ma soprattutto del capolavoro del gruppo, il tetro ma bellissimo Electro-Shock Blues del 1998.

A prima vista potrebbe sembrare l’ennesimo pezzo di quello strano puzzle che è la tormentata vita di Everett, ma Deconstruction rappresenta qualcosa in più rispetto al passato. Tuttavia non raggiunge vette – amatissime da me – come Beautiful Freak o il già citato Electro-Shock Blues proprio perché affronta questioni più ampie e il songwriting ne risente: rimane in superficie e non si perde nei meandri (oscuri ma affascinanti) della mente di Mark.

 

Tracklist:

1. The Deconstruction
2. Bone Dry
3. The Quandary
4. Premonition
5. Rusty Pipes
6. The Epiphany
7. Today Is the Day
8. Sweet Scorched Earth
9. Coming Back
10. Be Hurt
11. You Are the Shining Light
12. There I Said It
13. Archie Goodnight
14. The Unanswerable
15. In Our Cathedral

 

A cura di: Claudio Molino

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