Ekat Bork – yasDyes

Ekat Bork, un vortice di calore che proviene dalla terra dei ghiacci. Si potrebbe definire così la notevole seconda opera della cantautrice siberiana, senza dubbio una delle artisti più valide nel panorama recente dell’electro-pop europeo.

Seconda incisione per l’artista siberiana, yasDyes è un album che penetra dolcemente, con suggestioni lente ma costanti, roba fatta per orecchie attente ma soprattutto per animi ben saldi, insomma un album che si ascolta sia con le orecchie che con il cuore.

Prodotto dalla GinkhoBox, label di stanza nel canton Ticino (Svizzera), dove l’artista russa si è stabilita e che ha sicuramente influenzato la musica elaborata in questo secondo lavoro, fatto di atmosfere acide, suoni che proiettano immagini e melodie al limite del surreale.

A farla da padrone sono inevitabilmente i sintetizzatori, ai quali l’artista fa continuamente ricorso per accompagnare i suoi mutevoli vocalizzi e dove le chitarre, che si affacciano in punta di piedi, donano delicati arpeggi di sottofondo.

La voce, suadente ma profonda, si insinua in territori soul e bpm tipici del trip-hop, prestandosi all’introspezione così come al dancefloor: dalla potente Fear alla dance sofisticata di My Planetary, si passa infatti a ballad tutt’altro che scontate (When I Was) e a pezzi più sperimentali con inserti prettamente acid (Krakoin e Legal ), anche se il pezzo simbolo del disco è probabilmente Darkness, la traccia che rappresenta meglio di tutte quest’artista dall’enorme potenziale.

Talmente grande che si ha l’impressione possa fare anche di più, affinando ulteriormente uno stile che potrebbe suggerire all’ascoltatore dei collegamenti con altre cose già sentite in giro negli ultimi anni.

Non che l’artista siberiana sia una copiona, ovviamente, ma le sue influenze si notano in maniera lampante, il talento che ha nel modellare le linee melodiche esalta poi un materiale che assume una sua propria forma.

Un album di elettronica che potremmo definire matura, potenzialmente alla portata di tutti, che offre diverse variazioni sul tema centrale dell’opera e che difficilmente annoia. Un lavoro davvero notevole.

 

Tracklist:

1. Fear

2. Happiness

3. My planetany

4. When I was

5. Zhazhda

6. Red Sektor

7. Darkness

8. Jungletown

9. Krakoin

10. Dakota

11. The jump off the cliff

12.Legal

13. Than

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A cura di: Andrea Vita

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