Employed to Serve – Eternal Forward Motion

Terzo album in studio per l’inglesissima band metalcore Employed to Serve. Uscito lo scorso 10 maggio, Eternal Forward Motion, corona il primo passo in un sodalizio che si prefigura essere promettente con l’etichetta Spinefarm Records, dopo aver preso parte ad una serie di festival in giro per l’Europa ed aver condiviso il palco con band del calibro di Stick To Your Guns, Counterparts e Code Orange.

A quattro anni di distanza dal loro esordio discografico conGreyer Than YouRemembere a due dall’ultimo The Warmth of a Dying Sun, la band torna ad esplorare con lo stesso spirito immutato dei dischi precedenti quei circoli viziosi di ansia, depressione e stati d’animo disorientanti che costituiscono sempre di più una costante nell’era moderna dell’ossessione al silicone. Le tracce che compongono l’album sono, pertanto, undici fotografie dei tentativi quotidiani che l’umanità compie, se non per risolvere, perlomeno per combattere la lotta tra il vitalismo e impulsi autodistruttivi, di cui bisogna prendere atto in egual misura se si vuole andare avanti, appunto, come suggerisce il titolo, ed essere in grado di premere forward sul pulsante della vita.

Tutto ciò si traduce dal punto di vista stilistico in pezzi che non lasciano momenti di respiro, ma che immergono in media resfin dal primo brano apripista in un vortice inquieto e deflagrante, con rare prese d’aria inframmezzate tra gli scoppi più potenti. Questo fa sì che il disco si presenti quasi come un’unica traccia continuativa spalmata in vari capitoli, con strappi e breakdown che ne modulano l’intensità e il ritmo, ma i quali sostanzialmente rispondono al medesimo mood e alla stessa esigenza espressiva. Gli arrangiamenti sono, infatti, molto più curati rispetto al passato e non fanno mai da mero sfondo alla voce di Justin Jones, sempre più spesso eseguita in versione screamche clean. Bella la chiusa in retrospettiva malinconica di “Bare Bones On A Blue Sky” che però termina con uno straziante urlo “open your eyes”, ripetuto per svariate volte, e sputato in faccia con una vemenza tale da far emergere tutto lo spirito combattivo dell’album.

Un buon lavoro, infine, sicuramente il migliore della loro produzione, che li consacra tra le realtà metalcore emergenti più interessanti nel panorama inglese degli ultimi anni. L’unica pecca è non avervi trovato quell’attitudine che faccia la differenza, quel guizzo in più in grado di conferire originalità alla band. Se mantengono la costanza discografica con cui ci hanno abituati finora, però, tra un paio d’anni vedremo se la svolta che si erano impegnati di dare alla loro carriera con questo disco sia stata davvero adempiuta. Vi aspettiamo sbocciare, Employed to Serve!

 

Tracklist:

  1. Eternal Forward Motion
  2. Beneath It All
  3. Dull Ache Behind My Eyes
  4. Harsh Truth
  5. Sore Tooth Twin
  6. Force Fed
  7. We Forgot You
  8. Suspend In Emptiness
  9. Reality Filter
  10. Owed Zero
  11. Bare Bones On A Blue Sky

 

A cura di: Francesca Mastracci

6.5

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