
I veneziani Thalos, dopo alcuni anni di studio e lavoro tra musica, immagini e grafica, danno alla luce “Event Horizon”, per l’etichetta Antigony Records.
I tre musicisti e il videomaker firmano un lavoro quasi esclusivamente strumentale, di genere post-rock, con trame musicali spesso convincenti e talvolta addirittura contemplative. A questo proposito va segnalata “Storm”, dai ritmi accattivanti e con sonorità assolutamente tipiche del genere.
La formazione denota comunque una conoscenza musicale variegata, mischiando varie influenze: quelle dell’elettronica anzitutto, ma non solo. C’è un buon uso di sintetizzatori, che si fa notare in brani più complessi quali quello di apertura “Voices” o nel tributo alla città che li ha segnati musicalmente “Berlin”, ma anche nel breve interludio “Quantum (Intermission)”, che oltretutto è cantato. Sapori ambient distesi e morbidi si susseguono dall’inizio alla fine del disco.
Lo scorrere dei vari pezzi è fluido al punto da ricordare le onde che in loop si avvicinano e si allontano dalla riva, dove sta l’ascoltatore, assorto.
Interessante il tocco un po’ cupo che caratterizza “Progress”, uno dei brani più affascinanti di questo debutto.
Nel complesso “Event Horizon” è un lavoro omogeneo, curato, che mostra una ricercatezza peculiare ma anche precisa. Probabilmente non è l’album più bello che si sia sentito, ma è certamente notevole e si rivela un ottimo compagno nelle ore del tramonto, stando ad occhi chiusi.
Tracklist:
- Voices
- Berlin
- Blue
- Dust
- Quantum (Intermission)
- Progress
- Union
- Storm
- Limbo
A cura di: Gogo Wild
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