Ginger Bender – Tieni accesa la luce

Duo al femminile formatosi nel 2012 grazie ad un sodalizio umano oltreché, va da sé, musicale, tra due allieve dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano.

Alessandra Di Toma e Jeanne Hadley, questi i nomi, le personalità e le anime che stanno dietro il progetto artistico Ginger Bender, che con l’album Tieni accesa la luce giungono nel 2018 al loro debutto in studio.

Siamo di fronte ad un lavoro dove la fanno da padrone le voci sature (quasi come fossero pennellate di un accesso quadro a colori acrilici) delle due musiciste, ma ancor di più la loro capacità di armonizzarle rendendole un vero e proprio strumento musicale più che un “semplice” veicolo di contenuto.

Talvolta ascoltando questi timbri e modalità di canto il pensiero corre ad artiste quali Meg o Nina Zilli, tinte di sicuro belle e certamente usate in maniera magistrale, ma che a tratti, proprio a causa di quella stessa coloritura che le distingue, possono rischiare di risultare un filo sempre uguali a loro stesse.

Altro elemento distintivo di questo lp è la complessità sonora dei brani; traccia dopo traccia, anziché aderire sempre più ad un unico genere, questo disco mostra varie e diverse sfaccettature che lo portano ad attingere elementi da funk e jazz, far emergere ritmi tribali e sentori gitani, cogliere basi e sfumature del reggae e non solo.

Spicca in questo senso, proprio grazie all’interessante e accattivante contrasto con l’originale, al n. 5, la cover di Che m’importa del mondo dove una voce potente ma allo stesso tempo netta, pulita ed usata, potremmo dire, in modo (quasi) classico, si adagia e si amalgama ad una base che con lo scorrere del pezzo si arricchisce via via di elementi tra percussioni, corde pizzicate, chitarre reggae, ma anche qui si potrebbe andare ben oltre quanto a influenze e richiami.

Piacevole anche la traccia numero 6, con testo in inglese, ritmo trascinante ed elevata capacità di coinvolgimento; arriva allegra, inaspettata e capace di tenere ben invischiate, senza che se ne rendano quasi conto, le orecchie impreparate così come quelle più attente.

Per concludere un album ben costruito, estremamente pensato, ben suonato, ottimamente prodotto, che però, ebbene sì, lascia un però.

Nonostante tutti gli elementi positivi qualcosa non convince infatti fino in fondo, è come se questo disco non lasciasse sconvolti o cambiati in qualche modo dopo l’ascolto, quando invece ce ne sarebbe bisogno; come se necessitasse, oltre a tutti i fattori ben fatti, di un elemento dirompente per lasciare davvero un segno nell’ascoltatore.

Un buon inizio quindi, seppur senza botto, e che comunque lascia con belle speranze per il percorso futuro di queste interessanti artiste.

 

Tracklist:

  1. Cumbia nera
  2. Anna non piangere
  3. Mentre dormivo
  4. Otello
  5. Che m’importa del mondo
  6. Five
  7. Blue Petit
  8. This Song

 

A cura di: Daniela Raffaldi

6.5

Tags

About the author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *