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Tracklist:
01. Wrong war
02. Left me alone
03. After the storm
04. Tied before
05. The caveman
06. Drowned by pain
07. In the mirror
08. I loved you
09. All in had (I gave)
10. ?
Si aprono le danze macabre con “Wrong war”, come se una guarre potesse mai essere giuste, e continuano sulle cadenze pesanti di “Left me alone”, in cui il senso di solitudine è opprimente al punto di pesare sul cuore e sullo stomaco. In entrambi i pezzi la voce è rara, fatta di pochi growl oscuri e ben assestati.
Decisamente più “core” i veloci ritmi di “After the storm”, che decisamente non è “la calma dopo la tempesta”, ma suona più come la tempesta dopo il temporale. Anche qui poca voce, ma decisamente ben dosata, che ha qualcosa di grunge. Sapori ripresi dal lato oscuro (e glorioso) degli anni 90′ anche in “Tied before”, mentre nella quinta e sesta traccia, le sensazioni sono lievemente più settantine ed anche le parti cantate sono maggiori, ma certo non alleggeriscono la sensazione sepolcrale che il quartetto norreno è riuscito a rendere decisamente bene.
Inizia con un gran bel basso “In the mirror”, le cui note basse restano le protagoniste di tutto il pezzo, lottanto e insieme giocando con variazioni di velocità di chitarre e soprattutto batteria. Spazio ad un briciolo di melanconia, come se di disperazione non ce ne fosse a sufficienza, con quella che potremmo definire la romantic ballad del disco: “I loved you” tenta di essere addio, ma ha il sapore amaro di una imperitura sofferenza.
Sull’orlo dello speed il nono brano, un po’ cantato ma soprattutto molto urlato, che gioca su variazioni di ogni tipo, tanto da poter, quasi, diventare pezzo da radio, una radio molto metal e molto hard e molto cattiva…ma una radio.
Ultima traccia a chiudere, invece che a cominciare: una breve pennellata, meno di un abbazzo per uscire dal cimitero…e per entrare negli incubi.
Recensore: Gogo Wild
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