Haegen – Immortal Lands

Ogni genere musicale, come anche ogni forma di espressione artistica, risente fortemente della collocazione geografica in cui esso viene elaborato e fruito, essendo espressione di una data cultura e di un dato momento storico. Per questo ci sono generi musicali che non riescono ad andare mai troppo oltre quel determinato contesto nel quale prendono forma, o se lo fanno, in qualche modo si snaturano. Talvolta la contaminazione è un bene, talvolta no. Talvolta, invece, ci si impegna a voler seguire i passi un determinato filone cercando di adattarlo alla propria cultura meglio che si può.

È il caso, questo, del folk metal, un genere che in Italia non ha mai attecchito troppo, fatta qualche rara eccezione, tra cui campeggiano indiscussi primi fra tutti i Folkstone. Figli della nuova generazione, ci provano ora i marchigiani Haegena “diffondere il verbo”  con un progetto che affonda le proprie radici nel folk metal di matrice nordica ma irradiando di una componente melodica che appartiene al linguaggio musicale nostrano. Il tutto condito da un appeal heavy metal con i riff taglienti e le partiture cadenzate.

Il loro ultimo lavoro Immortal Lands, uscito per Hellbones Records, è un connubio tra sonorità epiche, solenni, sospese nel tempo, inframmezzate a ritmi allegri, veloci, dinamici. I brani si muovono tutti lungo progressioni che partono lente per poi entrare nel vivo e mostrare tutte le loro nervature. Anche per quanto riguarda i testi, i brani della tracklist presentano una compresenza di inglese ed italiano che un po’ ha il pregio di tradurre l’eterogeneità del suono dal punto di vista del songwriting, ma dall’altro produce un effetto un po’ straniante nell’ascoltare ora l’una ora l’altra lingua. Certo, il cantato è sempre lo stesso nonostante l’idioma, con una punta di ironia che permea le corde vocali anche nei momenti di maggiore urlato. Tuttavia, probabilmente i pezzi in cui risulta essere più convincente sono (anche inaspettatamente!) quelli in italiano. I capitoli più riusciti sono la marinerasca “Gioie portuali” o anche la titletrack translitterata, “Terre Immortali”, con i suoi otto minuti di lunghezza, snodi onirici e dal sapore leggendario.

Un buon lavoro, in sintesi, ma Immortal Lands è disco che risente ancora troppo dell’ingenuità acerba del gruppo (questo è il loro primo LP dopo svariati cambi di line-up) e delle incertezze dovute anche alla scelta di suonare un genere poco frequentato in Italia. Non sarà certo un disco che renderà loro l’immortalità, ma il piglio per crederci ed arrivarci ce l’hanno. Staremo a vedere!

 

Tracklist:

  1. Stray Dog
  2. Legends
  3. Gioie Portuali
  4. Fighting In The River
  5. Incubo
  6. Gran Galà
  7. The Princess And The Barbarian
  8. Bazar
  9. The Tale
  10. Terre Immortali
  11. My Favourite Tobacco

 

A cura di: Francesca Mastracci

6.0

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