Intervista a Marquez

Ciao!! Presentati. Da dove vieni, chi sei?

Mi chiamo Andrea Comandini, dopo l’esperienza con MWB, band con la quale negli anni ’90 ho pubblicato “Abbi pietà” e “Zobia blu” prodotto da Omar Pedrini, ho deciso di ritirarmi in una solitudine più cantautorale e a nome Marquez ho pubblicato 5 dischi a partire dai primi 2000. Ho lavorato per anni come sound designer partecipando a diverse produzioni teatrali e ho seguito la produzione artistica di diversi artisti tra cui Andrea Cola e IO e la TIGRE; vengo da Cesena, della “provincia” con la quale faccio spesso a pugni.

Quale è l’artista che maggiormente ti ha ispirato? Sapresti consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritieni veramente degno di nota? Perché?

Non ce n’è uno in particolare e senz’altro non solo nell’ambiente musicale. Mi ritengo onnivoro e potrei dire che gli ultimi due dischi sono più figli di una certa narrativa piuttosto che di certi suoni. In ogni caso ascolto tante cose e penso che la qualità sia ancora molto alta a dispetto della retorica dell’era-tutto-meglio-una-volta. Negli ulstimi anni ho ascoltato cose incresibilmente belle ed importanti, per citare giusto le più recenti, penso che “Græ” di Moses Sumney, “A written testimony” di Jay Electronica, “Caligula” di Lingua Ignota, “I think I’m good” di Kessa Overall, così come anche “U.F.O.F.” dei Big Thief siano opere di qualità altissima.

Parlaci un pochino del tuo ultimo lavoro. Come è nato?

Volevo da tempo realizzare un disco senza le chitarre e finalmente ci sono riuscito. D’altronde, l’idea di usare quasi esclusivamente dei synth che ho sviluppato, si sposava alla perfezione con le immagini che volevo evocare in questo lavoro. Immaginavo che tutto si dovesse svolgere in uno scenario distopico e nebbioso, che in qualche modo rappresentasse il periodo storico che stiamo vivendo. Dunque la creazione di un ambiente asettico, dove anche la voce fosse spietata, è stato un processo che si è definito naturalmente, durante la pre-produzione casalinga prima, e insieme a Michele Bertoni (produttore del disco) in studio poi.

Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?

Non ne ho idea.

Progetti per il futuro?

Vorrei fare un po’ di studio già nei primi mesi dell’anno nuovo, mi piacerebbe partire dall’improvvisazione e la sperimentazione sul suono per costruire qualcosa in una modalità che per me sia ancora inesplorata. La sempre più insistente necessità di abbattere la forma canzone si fa sentire periodicamente e sento che è arrivato il momento di soddisfarla. 

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