Intervista agli Antarte

Sono siciliani ma per il momento si sono fatti strada più all’estero che in Italia. Tant’è che il secondo disco viene prodotto per l’Europa dalla francese Megaphone Music. A dare ancora più respiro internazionale alla band ci si mette anche Simon Heyworth (ingegnere del suono che vanta collaborazioni del calibro di Nick Cave, Depeche Mode, King Crimson e Brian Eno).E in effetti, visti alcuni punto di riferimento che cita la band (Godspeed You! Black Emperor, Sigur Ròs, Radiohead, Slowdive), non poteva essere altrimenti. Passaporto italiano quindi, ma suoni dilatati, progressioni slowcore, dreamy. Loop e chitarre per creare una soffice nuvola sonora in bilico tra psichedelia, sperimentazione e forma canzone

1) Ciao!! Presentatevi. Da dove venite, chi siete?
Ciao, siamo gli Antarte, una band rock sperimentale nata ad Agrigento circa dieci anni fa. Da poco più di un anno abbiamo spostato il nostro campo base a Bologna e con l’occasione abbiamo anche ampliato la formazione iniziale, che adesso comprende Lillo Morreale, Paolo Vita, Nicolò Bosio, Urbano Pettazzoni e Nicola Benetti.

2) Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritenete veramente degno di nota? Perché?
L’ispirazione per la nostra musica proviene da una moltitudine di ascolti che abbiamo assimilato e maturato nel corso degli anni e sarebbe veramente molto difficile e riduttivo citare solamente un’artista. Molto spesso comunque, l’input per un nuovo brano scaturisce più da percezioni sensoriali non strettamente musicali, soprattutto stimoli provenienti dalla natura, emozioni e ricordi.
A chi vuole ascoltare un disco relativamente nuovo consigliamo Die di Iosonouncane, pensiamo che sia un album stupendo nella sua complessità e nell’essere al tempo stesso così moderno e primordiale. Anche in Die si percepisce molto il tema dell’isola e tutta la condizione esistenziale che da essa deriva. Tutto ciò, unito ad una ricerca degli arrangiamenti che oggi in Italia è sfortunatamente sempre più rara, fa sì che questo album sia come una specie di oasi nel deserto.
3) Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?
La lavorazione di Isole, il nostro secondo album, è stata abbastanza travagliata e probabilmente il disco ha anche rischiato di rimanere chiuso nel cassetto. Dopo Olio Su Tela, il nostro primo album uscito nel 2013, ci eravamo presi una lunga pausa dettata dalle vicissitudini della vita, studio, lavoro, lontananza… Tuttavia ad un certo punto abbiamo sentito l’urgenza di scrivere nuovo materiale e riprendere in mano il progetto, anche se non avevamo ancora ben chiaro il nostro futuro come band. Diciamo che circa un paio d’anni fa abbiamo iniziato a lavorare seriamente ai brani contenuti in Isole, ci abbiamo messo diversi mesi per registrare, missare e rifinire ogni dettaglio, dopodiché abbiamo avuto la fortuna di entrare in contatto con Megaphone che ha deciso di credere nel nostro progetto e di produrre l’album.

4) Quale é l’artista più sopravvalutato e quello più sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?
Di sopravvalutati ce ne sono forse troppi. Mi riferisco per esempio alla scena contemporanea “indie” italiana, che di indipendente ha poco o nulla e che si è uniformata a una linea manierata più editoriale che artistica. Non ha molto senso fare nomi specifici ma ci sono decine di figure, sempre più popolari in questo circuito, che alimentano questo giro e che fanno rimpiangere la grande musica italiana degli anni passati. Se guardiamo al pop estero invece ci troviamo davanti artisti raffinati e poliedrici, come come St.Vincent, i Beach House o Anna Calvi, che hanno prodotto album pop estremamente personali ed originali. Fortunatamente però ci si può ancora imbattere in degli ottimi dischi italiani e oltre al già citato Iosonouncane, che ha giustamente ricevuto molto interesse, mi sento di spezzare una lancia in favore di altri artisti, come ad esempio Giorgio Poi, i Non Voglio Che Clara oppure il palermitano Alessio Bondì, che anche se stanno avendo un ottimo riscontro ne meriterebbero sicuramente molto di più.

5) Progetti per il futuro?
Stiamo lavorando molto per portare il nuovo disco dal vivo e anche se questo ci impegna parecchio tempo stiamo già mettendo mano su delle nuove demo per il terzo album. Di strada da fare ne abbiamo ancora parecchia ma siamo carichi e pieni di entusiasmo!

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