Intervista ai Man with a Mission

Dopo aver parlato di loro e del loro ultimo successo “Dead end in Tokyo”, Ondalternativa è riuscita a strappare una breve intervista proprio a loro, i Man With A Mission.

 

Ciao ragazzi e grazie per il tempo dedicatoci per l’intervista.

Innanzitutto, ci potreste dire chi vi ha dato il nome “Man With A Mission”? Sappiamo che la “missione” è segreta, ma potreste darci anche solo un piccolo indizio su cosa si tratta?

Jean-Ken Johnny: Il Dr. Jimi ci ha dato quel nome. La nostra missione riguarda la musica, avere una missione, un po’ come ognuno di voi ha la sua nella vita.

 

Arrivando dal freddo Antartide, come fate a sopravvivere alle bollenti estati giapponesi? Siete sempre in grado di produrre musica anche ad alte temperature o dovete rifugiarvi in luoghi più freschi?

Jean-Ken Johnny: No, è davvero caldo ed è dura, ma ci piace così.

 

Avete degli hobby, al di fuori della musica, che vi ispirano a comporre?

Jean-Ken Johnny: sì, solitamente guardiamo film, leggiamo libri, manga giapponesi e ascoltiamo diversi generi musicali.

 

Mentre eravate nell’estremo sud, quale tipo di musica o canzone (o evento) vi ha incoraggiato maggiormente a seguire la carriera musicale?

Jean-Ken Johnny: In Giappone c’era un movimento chiamato AIR JAM e ci ha incoraggiato un sacco. Per me personalmente è stata la musica alternativa degli anni 90.

 

Parliamo ora del vostro ultimo singolo “Dead End In Tokyo” che penso sia un brano davvero grandioso, sia a livello musicale che di liriche (ben fatto!) che tipo di messaggio volevate trasmettere ai vostri fan?

Jean-Ken Johnny: grazie mille per il complimento! La canzone parla delle difficoltà della vita nel mondo reale, indipendentemente dal tipo di sogno che uno insegue. E’ dura e fa schifo a volte, ma sappiamo tutti che dobbiamo sopportare e andare avanti e credo che sia uguale per tutti, chi più e chi meno.

 

E’ successo qualcosa di particolare che vi ha ispirato a scrivere quel testo cosi particolare?

Jean-Ken Johnny: Veramente questo pezzo era stato scritto come opening theme di un film giapponese e abbiamo scritto il testo inerente alla trama del film. Dall’altra parte però è come se fosse il theme della vita di tutti i giorni.

 

Al giorno d’oggi Tokyo (e il Giappone) sta diventando sempre più appetibile per diverse persone che spesso però non vedono i suoi lati oscuri e misteriosi. Come pensate che la musica si stia evolvendo nel vostro paese?

Jean-Ken Johnny: Penso che la musica sia diversa qui in Giappone. Molti stranieri credono che il Giappone sia tutto idols e musiche di cartoni animati, ma abbiamo davvero un sacco di rock bands che penso possano sorprendere chiunque con la loro musica e i loro concerti live.

 

Se cercassimo sul web “Man With A Mission” troveremmo persone che vi etichettano come alternative rock band, altre come melodic hardcore band o crossover o addirittura come nu-metal e punk, ma quale è il genere musicale che meglio vi descrive?

Jean-Ken Johnny: Non saprei come metterla giù dato che siamo una band davvero particolare, penso ci si avvicini di più all’alternative rock, ma non ci importa tanto di come veniamo descritti.

 

Quando vi esibite in Giappone sentite il dovere di essere più “discreti” rispetto a quando siete all’estero? (e per discreti intendo comportarsi in modo diverso sul palco o mantenere un certo galateo…)

Jean-Ken Johnny: Non è che cambiamo in base al paese dove andiamo, ma ogni volta che incontriamo nuova gente dobbiamo presentarci al meglio, ma questo non cambia ciò che siamo e facciamo.

 

Sapreste dirci la differenza (o differenze) principale/i tra i vostri fan giapponesi e quelli stranieri?

Jean-Ken Johnny: i fan sono sempre scatenati sia in Giappone che all’estero, ma in termini di velocità con la quale accade, forse è un po’ differente. Le persone all’estero sono più dirette mentre i fan giapponesi sono in qualche modo più timidi ma finiscono per essere più devoti alla band.

 

Il paese che vi è piaciuto di più fino ad ora?

Jean-Ken Johnny: domanda difficile… ogni paese è bello a modo suo.

 

La cosa più bella che vi sia mai capitata durante un live?

Jean-Ken Johnny: E’ sempre bello vedere quanto la folla possa essere scatenata. Yo this rhymes man!

 

La cosa peggiora che vi sia mai capitata durante un live?

Jean-Ken Johnny: il nostro DJ una volta stava quasi per svenire per carenza di ossigeno.

 

L’ambizione più grande?

Jean-Ken Johnny: per quanto mi riguarda, è prendere parte a un grosso festival all’estero ma come headliner, e il solo pensiero che la folla sarebbe lì ad aspettare noi mi fa venire la pelle d’oca dall’emozione.

 

Se potessi avere un desiderio esaudito quale sarebbe?

Jean-Ken Johnny: la mia vista sta peggiorando quindi mi piacerebbe riacquistarla senza nessun tipo di operazione.

 

Metà uomo e metà lupo. Sapresti dirci quale aspetto di queste due, a volte simili, “razze” influenza maggiormente la tua personalità?

Jean-Ken Johnny: hanno entrambe aspetti che ci influenzano, ma credo che quella umana prevalga andando a influire sulle nostre emozioni.

 

Cosa diresti a una giovane band alle prime armi che vuole seguire i vostri passi?

Jean-Ken Johnny: Non mollate mai, credete in ciò che avete e mostratelo al mondo intero!!

 

 

A cura di: Tatiana Granata (con la collaborazione straordinaria di Yasuko)

 

 

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