Intervista al trio DalVivo

Federico Bessone, da Torino, dopo un grave incidente e un periodo di coma, si aggrappa alla musica. Scrive 20 pezzi durante la riabilitazione che diventano un modo per affrontare il trauma e le emozioni derivanti, per arrivare ad accettarne le casualità e conseguenze.

Di questi 20, 8 finiscono nell’EP “Scenes from afar”. Dal primo brano, che dà il nome al CD, che raccoglie e mette in musica alcune delle prime immagini viste nella fase di risveglio dal coma, l’esperienza si evolve fino ad arrivare ai momenti in cui si rendo conto che sta davvero tornando ad una vita normale.

  

1)Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?

Il DalVivo Trio sono Federico Bessone, Andrea Datrino ed Angie Rottensteiner di base a Torino.

Angie è l’unica che vive di arte, tra musica, teatro e danza mentre io ed Andrea portiamo a casa la pagnotta con il nostro lavoro diurno. Questo progetto ci ha avvicinati artisticamente. Per me è in assoluto il primo lavoro che ho realizzato, sto cercando di capire se e come evolvere nel prossimo futuro.

 

2)Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritenete veramente degno di nota? Perché?

Ognuno segue le sue preferenze. Andrea segue più rock/hard rock, Angie ha un’estrazione di musica classica mentre io seguo più gli artisti che forse si possono definire cantautorali, dopodiché la musica è bella o brutta, cerchiamo di ascoltare quella bella.

Un album che mi ha colpito molto è ‘Skeleton Tree’ di Nick Cave & The Bad Seeds, perchè ci ho ritrovato l’idea di quanto sia importante il modo in cui “lasciamo andare”, in cui salutiamo. Siamo sempre concentrati nel fare buona impressione, per una ragazza o per il lavoro: mostrarci al meglio per raggiungere un obiettivo e celebrare le conquiste. Ma è quando le cose cambiano che dimostriamo chi siamo: è quando un rapporto si incrina e termina che dimostriamo chi siamo. Siamo in grado di accettarlo e di comportarci con rispetto della controparte nonostante tutto? Accettare il trauma e farlo nostro per tentare davvero di ricominciare? Sentire Nick Cave che canta il suo addio al figlio mi ha colpito profondamente.

 

3)Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?

Il tutto è iniziato quando ho ripreso a suonare la chitarra per aiutare il braccio destro, atrofizzato, nella riabilitazione dopo un politrauma. Lì i suoni hanno aperto un mare di emozioni sotterranee che ho sentito il bisogno di cristallizzare nei pezzi che hanno trovato posto nell’EP di Scenes from afar. Ha ragione Bukowski quando dice

A volte non hai il tempo di accorgertene,
le cose capitano in pochi secondi.
Tutto cambia.
Sei vivo. Sei morto.
E il mondo va avanti.
Siamo sottili come carta.
Viviamo sul filo delle percentuali, temporaneamente.

Tutte le lettere mai spedite, tutti i testi persi, se io non fossi sopravvissuto non sarebbero mai esistiti: e così ho raccolto le prime immagini viste in fase di risveglio dal coma farmacologico nella Rianimazione del Maria Vittoria e le ho messe nel pezzo “Scenes from afar”, che poi dà il titolo all’’EP.

 

4)Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?

Non so dare una risposta. Ci sarà sempre un ottimo musicista sottovalutato o sconosciuto e qualcuno che è in vetta alle classifiche che viene giudicato inadeguato o raccomandato. Io credo che se una persona raggiunge dei risultati importanti ne ha sempre una buona parte del merito: può non rispecchiare i tuoi gusti, può non essere tecnicamente perfetto ma sicuramente non è un caso che qualcuno raggiunga dei risultati e altri no. Può essere fortuna, capacità relazional, gestionale o chissà cos’altro. Cioè che invece mi fa pensare di più è, da un lato, il modo di fruire la musica (spotify&c&youtube&c), che è consumata a costi ridicoli, quasi sempre quando siamo impegnati in altro, relegando la musica ad un sottofondo continuo, e il modo in cui le case discografiche e i talent hanno e continuano ad avere nel proporre un formato musicale molto standard basato sul contenitore televisivo. Non stai vivendo un’esperienza musicale, stai guardando una gara gestita da giudici, dove voti una persona che ogni tanto canta … boh mi sembra riduttivo: ma non ho l’antenna tv da 15 anni e quindi la mia idea è indubbiamente di parte J

 

5)Progetti per il futuro?

Dopo aver fatto un concerto di ringraziamento e commiato con i medici e gli infermieri che mi hanno salvato la vita, dove di fatto sancisco ufficialmente la fine del mio periodo di “riabilitazione”, vorrei prendere altri pezzi che ho già scritto in forma grezza, arrangiarli e farci un progetto su Music Raiser per produrlo a fine di quest’anno!

Sarà la seconda parte di Scenes from afar

 

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