Intervista DAP

DAP è un intreccio di talento e poesia. Una voce calda e un suono moderno per portare gli spettatori nel magico mondo di questo cantautore tutto da scoprire.

Presentati ai lettori di Ondalternativa

Ciao a tutti sono DAP sono un cantautore polistrumentista e vengo da Roma.

DAP è il diminutivo del tuo cognome, D’Apolito, quindi possiamo definirti un one man band o sei affiancato da qualcuno per la tua musica.

Entrambe le cose, spesso mi ritrovo a suonare da solo in contesti più piccoli ed intimi, altrimenti mi faccio affiancare da 3 meraviglie musicali che sono Toto Giornelli al basso, Antonio Marianella alla batteria e Claudio Toldonato alle chitarre elettriche.

E’ uscito da poco il tuo “Resonances” a quali tematiche ti sei ispirato per la scrittura dei testi.

Come dice il titolo, i testi sono delle risonanze, delle riflessioni su mie esperienze di vita. Potremmo dire che parlano di amore, inteso come quella forza che tutto muove e tutto plasma, quindi l’amore vero e proprio tra due persone, le dinamiche della separazione, o riflessioni su realtà e aspetti della vita e dei rapporti umani, materia assai difficile, o anche l’amore che si prova per le proprie radici o per un posto. Ad ogni modo ogni brano tende a raccontare una storia con il proprio finale e metafora.

Quali sono le tue maggiori influenze musicali.

Di tutto di più! Dalla classica, mondo da cui parto (ho iniziato gli studi a 6 anni appunto con il pianoforte classico) quindi un Ravel o un Debussy, arrivando ai Radiohead, Ani DiFranco, mia madrina musicale, Jeff Buckley, Dave Matthews Band, ma anche Skunk Anansie, Stevie Wonder, gli Yes, insomma tutto ciò che mi crea emozione e risonanza, senza una vera e propria prevalenza di genere.

­Qual è il tuo punto di forza?

La Verità credo, con massima umiltà. Ho cercato di essere totalmente trasparente nel processo creativo senza andare troppo incontro alle logiche del mercato attuale in quanto a stili tematiche e suoni. Credo che la Verità dia un’immediatezza ed una solidità a ciò che si crea che resta imbattibile rispetto ad un qualcosa di costruito per venire incontro ad un cliché o ad un “giusto modo di fare le cose”.

Hai studiato la musica da quando hai sei anni, secondo te basta per potersi affermare come artista. Come vedi la situazione in Italia per un cantautore come a te.

Sicuramente l’esser dotati di una preparazione didattica aiuta a velocizzare il processo di traduzione di un idea musicale concepita nella testa in un qualcosa di concreto attraverso lo strumento e le proprie mani, tuttavia non credo che lo studio solo renda una persona un artista, un artista secondo me è colui che innalzandosi riesce a cogliere l’immagine complessiva della realtà sublimandola attraverso i suoi strumenti e portando, con la sua comunicazione, ad un elevazione della coscienza. Non è una roba da poco! In Italia ci sono tanti progetti interessanti e persone artisticamente validissime anche se ci sono ancora pochi spazi e pochi canali. Ma mi sento fiducioso per il futuro

­Ti lasciamo a disposizione le ultime righe per segnare qualche appuntamento o i canali dove possiamo rimanere aggiornati.

Vi aspetto il 23­10 al Marmo ed il 24­10 al Met, entrambi gli appuntamenti in quel di Roma. Online mi trovate invece su:

www.musicofdap.com

www.facebook.com/dapmusic

A cura di Mei

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