Intervista Duff

INTERVISTA DUFF

E’ recente la pubblicazione da parte della Indiebox di “Ci sono gente che non stanno bene”, ultima fatica discografica dei Duff: una band che, per chi bazzica da anni l’hardcore tricolore, non ha certo bisogno di presentazioni, ma noi di Ondalternativa vogliamo farvi un regalo e fare quattro chiacchiere per parlare dell’ultimo album e di amenità varie.

1. Ciao ragazzi! Come va? Parlateci subito del vostro ultimo lavoro, a ruota libera

Ciao ondalternativa, qui tutto bene…tiriamo a CAMPARI! Hahaha … beh dai
è un buon periodo, è uscito il nostro nuovo disco e ne andiamo molto
orgogliosi, pensiamo sia un ottimo lavoro. Siamo cresciuti, abbiamo
sviluppato la nostra musica in tante direzioni differenti. All’ascolto,
rispetto agli altri lavori possiamo dire che c’è una bella unità ed
energia nel gruppo…e questo ci rende particolarmente impazienti di
portare in giro la nostra musica in tutta italia.

2. Quali canzoni pensate siano più rappresentative, specie per chi non vi conosce, di “Ci sono gente che non stanno bene”?

Pezzi più rappresentativi degli altri probabilmente non ce ne sono,
crediamo sia un disco da sentire tutto d’un fiato e senza escludere
nessuno dei brani…è importante ognuna delle sfumature che abbiamo
cercato di esplorare, per avere una visione d’insieme. Lo sappiamo, si
dice sempre che l’ultimo disco è il migliore, ma in questo caso è
proprio così, semplicemente questo disco ci rappresenta a 360 gradi, al
punto che consigliamo a chi ancora non ci ha mai sentiti di ascoltarlo 2
volte e poi giudicarci.


3. E’ ormai da 15 anni che vi sbattete suonando in sala prove, studio e sopra i palchi: è cambiato qualcosa dal punto di vista della mentalità discografica, del pubblico e della realtà italiana?

E’ cambiata si, ed in peggio. Quando iniziammo c’era più attenzione al
nostro genere e alla musica alternativa in generale. Il mondo
discografico stesso è in difficoltà, ed è difficile suonare in giro e
fare i numeri di qualche anno fa. Anche per i grossi nomi è così. Per
questo sono ancor più importanti la partecipazione e il coinvolgimento
della gente per mantenere viva la scena musicale.

4. Buoni propositi e speranze per il 2013?

I buoni propositi ci sono sempre, poi il difficile è mantenerli…e noi
non ci riusciamo! Cmq il target che ci siamo dati è entro la fine
dell’anno è vendere 1 milione di copie di “Ci sono gente che non stanno
bene”. Incrociamo le dita.

5. I cinque dischi che hanno segnato il vostro modo di suonare e ai quali siete legati particolarmente?

Totonno dice: Use your illusion dei Guns n Roses, Greatest hits 1 dei
Queen, Dookie dei Green day, So long dei NoFX ed I Get Wet di Andrew WK.
Umberto dice: Rise Rise dei Rammstein, The Decline dei Nofx, Suffer dei
Bad Religion, L’omonimo dei Ramones…e per ultimo direi Diswacciuwont
dei Duff. Questo perchè sono entrato a suonare con i Duff nel 2010, e
quando iniziai a suonare la batteria nei primi 2000 passavo i miei
pomeriggi a suonare con la mia prima band, i liberi professionisti, e
facevamo un sacco di pezzi dei duff.


6. Come è suonare dal vivo oggi in Italia? SI fa ancora fatica a trovare luoghi al di fuori dei soliti nomi noti?

Si, come dicevamo prima, in italia è difficilissimo suonare. Esiste
qualche oasi dove ancora c’è gente che si sbatte e supporta la scena, e
lì è sempre un piacere suonare. Città come Livorno o Cesena sono tra i
posti in cui ci divertiamo di più, per il fantastico supporto che la
gente ci dimostra ogni volta. Sono queste le situazioni che ti danno la
forza e la voglia di continuare. A parte queste parentesi felici,
purtroppo, c’è da dire che in italia siamo messi veramente male. ZERO
rispetto per chi suona, e pochissime opportunità di partecipare ad
eventi veramente interessanti.

7. Che consiglio vi sentireste di dare a chi comincia oggi a suonare, preso dalla voglia di dire qualcosa, di fare casino e di esprimersi come, d’altronde, penso sia stato per voi fin dall’inizio?

Il consiglio che possiamo dare è quello di non demordere mai. Noi in 15
anni abbiamo subìto tante sconfitte, ma ci siamo anche presi tante
soddisfazioni. Suonare in giro e gridare il proprio dissenso al mondo
richiede un grande spirito di sacrificio, e non basta avere coraggio e
voglia di spaccare tutto soltanto agli inizi…la sfida è riuscire a
mantenerli nel corso degli anni. Sicuramente è dura, eppure noi
continuiamo a farlo perchè suonare è l’unica cosa che ci fa sentire
veramente bene.

8. Ultimi dischi degni di nota ascoltati?

“Rimparare a strisciare” e “Il Fondo del barile” dei Gerson sono senza
dubbio tra i dischi più interessanti usciti in italia negli ultimi anni a
livello di punkrock…poi hanno sfornato cose molto interessanti anche i
Punkreas con Noblesse Oblige, le Pornoriviste con le Funebri Pomepe e
gli Omini verdi con Nel nome di chi. In ultimo per chi ancora non li
conoscesse ma sicuramente è impossibile, consigliamo l’utimo best of dei
leggendari Derozer, sempre un classico. Alla fine le cose più belle in
questo genere continuano a farle i “mostri sacri”, pochi ragazzi
riescono a fare qualcosa di interessante e ad imporsi nel panorama
nazionale, ed è davvero un peccato. Per questo cerchiamo sempre di dare
massimo supporto e appoggio alle nuove band che conosciamo in giro.

9. Quali sono state le vostre più belle esperienze on the road? Parlo di episodi curiosi, gente conosciuta (famosa e non) da ricordare, figli di buona donna…

Nel nostro vecchio sito c’era una sezione, si chiamava “sbambati
fricati” che in cosentino vuol dire più o meno “completamente pazzi”, ed
era una sezione che conteneva le foto delle persone più strane che
conoscevamo sulla strada. C’era qualcuno che si spogliava completamente
sul palco urlando in un megafono che non si sentiva perchè era spento,
oppure ricordo un’altra volta un ragazzo che si infilava le spille dei
duff nella pelle della fronte…un fachiro cazzo!

10. Come sarò il 2013 dei Duff?

Sicuramente passeremo questo nuovo anno a suonare in giro il più possibile per promuovere il nuovo disco!

11. Ok. Grazie mille per la chiacchierata e spero di vedervi presto dal vivo. Potete lasciare un messaggio ai nostri lettori.

Ragazzi andate ai concerti, supportate le band italiane e spaccate tutto!!!! Chi dice che il punkrock c’è solo in california si sbaglia alla grande, siamo in tanti e se riusciamo a mantenerci uniti possiamo far tornare grande il punkrock in italia. Ci vediamo sulla strada!

A cura di meskio

un ringraziamento a Debora @ Indiebox

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