Intervista Florio’s

Un disco che parla molti linguaggi è una buona notizia. Rock è il punto di partenza e di arrivo in tutti i brani di questo nuovo disco della band. Ma il percorso per arrivarci e sviluppare il suono rock è “puntiforme”. Arriva attraverso suggestioni cinematiche, aperture pop improvvise e successive esplosioni (vedi la bellissima “Il vuoto dentro”). Lo scheletro ritmico ha un chè di metronomico, e, anch’esso, viene spezzato all’improvviso e lascia sorpresi. I riff sono sempre assassini. Intorno a tutto questo la bellissima voce della vocalist. Una voce che fa pensare a chanteuse italiane d’altri tempi, o, per fare paragoni a un mix tra Consoli e la Ruggiero.

Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?

Siamo i Florio’s, band indipendente proveniente da Cassino di adozione romana. Siamo quattro: Valeria Maria Pucci alla voce, Marco Nardone alla chitarra, Davide Pascarella al basso e Riccardo Bianchi alla batteria.

Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?

Abbiamo diversi impulsi musicali, in base ai nostri periodi interiori e alle storie che vogliamo raccontare. Ma se dovessimo sceglierne uno, diremmo il Teatro degli Orrori. Una band che non somiglia a nessuno, con un leader carismatico e un suono riconoscibile da mille miglia. “Dell’impero delle tenebre” ancora risuona nelle nostre cuffie, anche se ha quasi dieci anni, e in generale tutta la loro discografia. A livello internazionale amiamo i classici: senza scendere troppo nella nicchia, abbiamo sempre nelle orecchie gente come i Led Zeppelin, i Rage Against The Machine, i Pink Floyd o Jeff Buckley. Ma la musica è infinita, e soprattutto è infinita è la possibilità di farsi ispirare dalle cose più diverse.

Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?

“Isolamento Momentaneo” è nato all’inizio del 2016, dopo 4 anni insieme e un Ep registrato l’anno precedente. Le canzoni sono state scritte da Marco (il chitarrista) dopo un periodo molto difficile a livello personale. Tutto l’album è l’esorcismo di una crisi interiore nelle sue varie fasi, dalla gabbia di un rapporto alla solitudine, all’autoanalisi fino alla liberazione. Ma non è un “concept”; è più la fotografia di un momento che può capitare a chiunque e che noi esorcizziamo scrivendo canzoni.

Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?

Non crediamo, in genere, alla moda Indie. Non ci fidiamo di quei gruppi che adesso hanno raggiunto le radio perché non ci fidiamo della loro “innovazione”. Non crediamo alle tastiere anni ’80 con le chitarre alla The Edge perché non hanno portato avanti la musica del 2016, piuttosto sembra che ricerchino l’appiattimento di tutto lo spessore per piacere “poco a tanti”. D’altro canto, di gruppi sottovalutati ce ne sono fin troppi, pensiamo alla scena perugina che è piena di gruppi interessanti come i Quiver with Joy o i Julian Mente, band di qualità che non trovano spazio perché (ma questa è una storia ormai vecchia) per chi non rientra in certi canoni stereotipati la visibilità è ridotta all’osso. Da qui, la disillusione e la resa rodono qualsiasi determinazione a farsi largo.

Progetti per il futuro?

Il nostro album è in uscita il 20 gennaio, è un’autoproduzione quindi tutto il lavoro di promozione è sulle nostre spalle. Abbiamo la voglia di suonare il più possibile investendo tempo, denaro ed energie per questo progetto, senza fare conti nell’immediato. E’ uscito il primo singolo, “Dove”, online su youtube dal 4 gennaio, e ne seguiranno altri, non facciamo programmi perché è una strada per noi nuova e in salita, ma non abbiamo la minima intenzione di smettere di scrivere canzoni e suonarle su un palco, piccolo o grande che sia. Tutto quello che succederà sarà frutto di quello che avremo meritato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *