Intervista Latte +

LATTE +

Breve biografia

I Latte + sono una Punk Band italiana, nata ad Empoli nel 1997. La formazione attuale è
composta da Chicco (voce ­ dal 1997 ad oggi), Darii (chitarra ­ dal 1997 ad oggi), Leo (basso ­ dal
2013 ad oggi) e Puccio (batteria­ dal 2009 ad oggi).

All’intervista partecipano Chicco, Puccio e Leo, accompagnati da Diego, un prezioso amico. Darii
non è potuto venire.

"Dal 1997 ad oggi: raccontateci un pò da dove e perchè avete iniziato a suonare.
Qual è stata la scintilla da cui è iniziato tutto?"

Chicco: "I primi passi li abbiamo mossi nel 1990; avevamo una band di amici stretti, eravamo
ragazzini e riproponevamo un pò i pezzi dei Sex Pistols e Ramones.
A metà degli anni 90, cominciammo a comporre qualcosa e ci venne la voglia di mettere su una
band tutta nostra ­ anche se poi, in realtà – la voglia di rifare i pezzi di queste vecchie band di
punk­rock, non l’abbiamo mai persa.
A fine anni 96/97, formammo quindi i Latte+. Io, Antonio, (siamo tutt’ora nella Band) e Johnny.
Johnny (batteria) uscì dalla Band nel 2007 e tramite vari cambi di line­up, ma neanche tantissimi,
oggi siamo ancora qui, dopo 18 anni.
Puccio (batteria) è entrato nel 2009; in sei anni insieme abbiamo già fatto tre Album ed oramai ci
conosciamo musicalmente.
Leo invece è entrato alcuni mesi fa, un ragazzo di grossa esperienza perchè suona da tanti anni"

"Dalle origini di periferia italiana alla scoperta degli Stati Uniti. Siete felici di
essere lanciati nel mercato discografico americano? E’ un sogno che si realizza oppure
non ci pensavate neanche?"

Chicco:
"Se consideriamo gli esordi, non ci si pensava assolutamente; noi veniamo dalla
campagna toscana, e per noi ogni piccolo passo è una conquista e sicuramente era un sogno il
fatto di far uscire un disco negli Stati Uniti; il sogno si è avverato con quest’ultimo disco "No more
than three chords" ed è una grande soddisfazione.

Puccio: “Il fattore Stati Uniti è una soddisfazione immensa, anche se mi sono inserito nella Band
nel 2009, diciamo che chiaramente sono entrato in una band già bella avviata.

Chicco: "Quando lui entrò a suonare con noi, la cosa bella era che Puccio era nuovo
dell’ambiente, come genere musicale arrivava da tutt’altre situazioni. Ora gli fanno i complimenti
persone che suonano il punk­rock da tanti anni, quindi vuol dire che la nostra formazione gli ha
fatto bene”.
Diego (Amico della Band): "Gli ha fatto i complimenti pure quel Signore di Monte Melnick, (road-
manager dei Ramones) dopo averlo sentito durante un live a Treviso. Uno che ha visto miliardi di
Band è andato da Puccio e gli ha detto "guarda, mi ricordi Tommy Ramones"..bhè, che
soddisfazione”.

Puccio : " Lì ci scappò la lacrimuccia; ma di soddisfazioni con i Latte+ ce ne sono, e ce ne sono
state tante".

"Che cosa vuol dire essere, vivere e suonare punk oggi? Vi sentite dei
contemporanei oppure vi sentite dei sopravvissuti?"

Puccio:
"Io penso che l’essere punk al giorno d’oggi non esista più; specialmente in Italia. Ci
sentiamo dei galleggianti."

Chicco:"Galleggianti nemmeno troppo, a volte si va un pò a zonzo."
Puccio:"Ma a noi ci piace quello che facciamo"

Chicco:"Questo disco è stato prodotto negli Stati Uniti in un momento in cui, per come sono
messe le cose, soprattutto da noi, era un momento meno propizio; sarebbe stato molto più
concreto farlo un pò di anni fa, forse molto più possibile, più pensabile; da noi adesso, purtroppo,
c’è poca voglia di partecipare, di socializzare, di fare musica. C’è pigrizia, apatia. Internet ha
aiutato tanto in determinati occasioni, ma ha penalizzato anche tantissimo perchè i ragazzi vanno
su youtube, non comprano più dischi, scaricano da spotify, c’è più un uso "usa e getta" della
musica, l’assimilazione della musica è cambiata. Se noi da ragazzini stavamo a comprare vinili,
studiavamo 3 mesi la copertina ed ascoltavamo i pezzi di quel disco per 6/7 mesi, invece ora si
parla di minuti"

Puccio:"Anche andare ad un concerto: prima si andava ad un concerto ed era un puro
divertimento, la gente ora non si diverte più, la gente non ha più voglia di divertirsi insieme"

Chicco:"E’ vero. Le stesse Band che stanno cercando di portare avanti il discorso di passione in
giro, bene o male le Band sono le stesse che c’erano 15 anni fa. Noi, i Gerson, i Crooks, i
Punkreas, i Senza Benza. Tutte Band che iniziano ad avere una certa esperienza, sono tutte
band che hanno pubblicato un sacco di Album, proprio perchè in Italia non c’è stato ricambio
generazionale. Non ci sono più ragazzi che cercano di portare avanti un discorso fatto di
passione; bruciano i tempi a dei livelli allucinanti ed oggi succede appunto che apriamo una
pagina su facebook, facciamo canzoni, le buttiamo su internet e se non funziona, domani
passiamo ad un’altra cosa. Non funziona così, non dovrebbe funzionare così."

Puccio:" Devi insistere e devi prendere dei pesci in faccia"

Chicco:"Diciamo che devi mangiare un pò di merda, e piano piano, devi farti le ossa"

"Vi sentite più autentici quando cantate in italiano o in inglese? Perchè?"

Chicco:
"Io faccio tutto nella testa; ho una sorta di selezione naturale nella testa. Se un riff mi
piace, resta lì finchè non vado alle prove e lo provo; se è andato via, vuol dire che il riff non era
importante. A volte scrivo i testi perchè mi piace l’accostamento di due parole; dal titolo poi scrivo
il testo".

Puccio:"Tutto va a sensazione, se lo senti, poi, va bene."

Chicco: "Avevamo già bene in testa tutto l’album; come doveva suonare, i punti in cui si doveva
rendere di più ed i punti in cui l’orecchio doveva un pò rilassarsi. Questo è dovuto a tutto il lavoro
che ci siamo fatti prima, in sala prove."

Il vostro essere punk nel quotidiano è legata molto alla dimensione sala prove?

Puccio
: "E’ sempre. Ci si sente sempre, ci si chiama, si parla…è proprio il vivere quotidianamente
di attimi di musica."

Puccio: "Due volte a settimana si va in sala prove, perchè ci piace. Quando vai in sala prove ci
piace proprio; anche in due; perchè siamo in pace con il mondo intero quando esci dalla sala
prove; fare la sala prove in due dimostra la vera passione e vuol dire che ci tieni proprio a quello
che fai"

Chicco:"No more than three chords"è stato scritto e partorito in due, io e Puccio, perchè Antonio
(chitarra) ­ per motivi personali ­ è potuto essere poco presente; la scrittura l’abbiamo portata
avanti io e Puccio ed in studio di registrazione siamo andati sempre io e lui, perchè Antonio non
ha potuto partecipare."

Puccio:"Noi si va in sala prove con un’idea, si prova e si riprova insieme e viene fuori il pezzo"

Chicco:"No More than three chords" è stato scritto a dei livelli, con dei tempi estremamente veloci,
è stata una scelta; durante le prove buttavamo giù due o tre pezzi e li tenevamo; è stata una cosa
diversa rispetto a come lavoravamo prima. Prima eravamo molto ricercati, ora è stato un altro
modo di lavorare, anche dovuto allo stato d’animo del momento che vivevamo; c’era bisogno di
sgravare, di fare le cose in modo semplice, naturale, che ti divertisse piuttosto che scrivere un
pezzo, riarrangiarne il ritmo, ecc. Quest’Album l’abbiamo fatto in un paio di mesi. 15 ­ 16 sale
prova abbiamo scritto tutti i pezzi, c’è stato uno scarto di 7­8 pezzi. In totale, l’Album è fatto da 18
pezzi. 

"Qual è la canzone che vi fa sentire a casa quando la suonate live? Quella che
rispecchia di più il vostro stile musicale? Quella che riuscite a suonare ad occhi chiusi?"

Puccio:
"No more than three chords" è lei, l’essenza di come io intendo ­ e voglio ­ suonare la
batteria
Leo: "Anche per il basso è la più bella"

Chicco: "Di questo disco sinceramente, al contrario di altri dischi, dove avevo molto questo fatto di
distinguere pezzi che mi piacevano di più, che mi rappresentavano di più rispetto ad altri, qui, non
lo so perchè, sinceramente mi piacciono tutti, mi rispecchiano tutti, mi gusta quando lo suono dal
vivo.
Questo disco per noi, oltre al fatto di aver rappresentato il ritorno alle origini, è stato una sorta di
esperimento; è stato un disco registrato da due persone, e non in quattro, come sempre abbiamo
fatto e questo fatto dell’inglese, è già diventato oggetto di dibattito all’interno della band, perchè c’è
chi vorrebbe dare un seguito, c’è chi dice "ok, è stato un esperimento".
Una notizia importante è che l’etichetta americana ­ prima di quest’estate ­ dovrebbe fare uscire
un 7 pollici, un 45 giri su vinile, con alcune band storiche del punk rock, tra cui, anche i Latte+ e
quindi, per questo fatto del pezzo in inglese, pezzo in italiano, sai, ora vedremo.
Durante i concerti ci sono i ragazzi che ci chiedono pezzi in italiano ma è anche un fattore
generazionale. Il pubblico che ti ascoltava dieci anni fa, è abituato ad ascoltarti in lingua italiana,
mentre oggi, i ragazzi che si sono avvicinati ai Latte +, sentono solo brani in inglese."

"Dal 1997 ad oggi: in che cosa e come vi sentite cambiati?"

Chicco: "Personalmente mi chiedo quando un giorno finirà; se poi penso che due terzi della mia
vita è stata fatta con i Latte+… ho già avuto la fortuna di avere avuto la stessa band per tutti questi
anni. Ci sono ragazzi di ventiquattro anni che non hanno la band della vita perchè magari si è
sciolta. E’ un passo difficile mantenere la stessa posizione per così tanti anni."

Puccio: " Tanti sacrifici. Organizzazione con il lavoro perchè ­non essendo Bruce Springsteen-
nessuno oggi campa con la musica; è un sacrificio, ma lo fai sempre volentieri. Magari vai a
Milano a suonare e dormi poco, torni al lavoro e sei stanco, ma sei contento di avere vissuto
l’esperienza.

"Cosa vorreste che fosse detto di voi che ancora non è stato detto o
raccontato?"
Puccio: "Che siamo anche simpatici"

Chicco
: "La nostra omosessualità, nascosta"
In chiusura di intervista lo spirito toscano, burlone e sincero, si impossessa della Band.
Tra un’omosessualità dichiarata (ma non vera), saluti e ringraziamenti reciproci, la Band ci tiene a
salutare il Darii. Di sicuro lui avrebbe chiuso così questa intervista: "Ragazzi, è un casino!"

Intervista a cura di Mind The Sound Now – Laura & Max (mindthesoundnow@gmail.com)



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