Il vento di Massimo Morelli è un disco particolare e strano. Le canzoni si dipanano a volte con lentezza, altre volte con fermo cipiglio quasi rock. Si lasciano ascoltare e man mano che le ascolti scopri le numerose sfumature sonore, magicamente fluttuanti tra folk, country, blues. Tutto questo avviene con un’unica, bellissima e autoritaria protagonista; una chitarra acustica che, a volte arpeggiata, altre volte strapazzata come potrebbe fare un saggio rocker, ci sorprende in ogni brano.
1)Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?
Ciao, mi chiamo Massimo Morelli e vengo da FIrenze
2)Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritenete veramente degno di nota? Perché?
In realtà sono molti, ma inizialmente mi sono ispirato molto a Chuck Ragan e “Feast or Famine” è stato il disco che ha dato il la a questo mi progetto acustico. Anche se ha più di 5 anni penso sia veramente degno di nota perché a mio avviso in quel disco il buon Chuck era fortemente ispirato, è stato profondo, artistico, rivoluzionario, si sente tutto il suo background musicale e non scende mai a compromessi con il pop, cosa che dopo, purtroppo ha fatto. Ma anche tanti altri mi hanno influenzato e continuano a farlo, da Ben Nichols a Tim Barry, Chris Wollard ed altri
3)Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?
È nato dalla volontà di iniziare a produrre qualcosa. È il primo lavoro che porto a termine con questo progetto personale. Ho scritto molte canzoni, fatto dei provini e poi scelto quelle che avrebbero composto questo minialbum. Il titolo “Il vento” nasce dalla fatto che sento di avere un legame con la natura molto forte, anche se nel quotidiano non si direbbe. Nel vento c’è tutta la natura, profumi, cambiamenti, emozioni, distanze, eternità. Anche nelle canzoni penso si senta questo legame con la natura o almeno la voglia di rafforzarlo….ecco, è più la voglia di riuscire ad avere un legame più forte con la natura che non il legame stesso, ed il vento è l’elemento naturale che meglio simboleggia questa voglia, questa volontà, perchè come questa voglia è sempre presente, ma non lo prendi mai, non si ferma mai….e se si ferma cessa di esistere.
Le canzoni sono in parte introspettive, ma allo stesso tempo le vedo universali, in quanto parlano di una persona normalmente complessa come lo sono io e quindi penso che parlino di umanità.
4)Quale é l’artista più sopravvalutato e quello più sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perchè?
Sinceramente sono una moltitudine sia quelli sopravvalutati sia quelli sottovalutati, ma sono opinioni personali. L’arte e la musica sono per tutti, ma nessuno può esprimere giudizi incontrovertibili, per cui chi, in un modo o nell’altro ha i numeri dalla sua, ha sempre ragione. Allo stesso tempo posso avere anche un solo fan, ma se per quella persona sono il migliore del modo, sono il migliore del mondo punto e basta.
5)Progetti per il futuro?
Questo è stato un lavoro di approccio, il primo lavoro pubblicato con questo progetto personale, totalmente autoprodotto. Sto scrivendo nuove canzoni e spero nel giro di un anno o un anno e mezzo di riuscire a produrre un LP. Sto lavorando per questo….questo progetto è fondamentalmente nuovo anche se è nella mia testa da molto tempo e spero possa andare avanti per molto tempo regalandomi molte soddisfazioni. Quindi il futuro mi vedrà fare le stesse cose di sempre. Suonare, scrivere, arrangiare e divertirmi nel farlo.