Intervista MinimalJoy

Cold Kiss è l’album che racconta una generazione schiantata, disorientata, che vuole vivere ma che si trova a fare i conti con le delusioni, con l’impossibilità di differenziarsi dalla massa senza finire nel margine, nella mortificazione, nell’annullamento. Ad ispirare la scrittura dei brani è una visione attenta della società moderna in cui vivono i cinque ragazzi, ma anche una certa letteratura che coinvolge Tondelli piuttosto che Salinger. Tutto questo trova una traduzione precisa in una cifra stilistica che appartiene ai MinimalJoy ma che appare ora più matura e consapevole. Una voce melodiosa e un flusso sonoro, impregnate di echi, riverberi che si scontra armoniosamente con chitarre sporche e dissonanti, mai mansuete. Un secondo disco per la band che si discosta e amplia il raggio d’azione dark dream del gruppo

1. Ciao!! Presentati/tevi. Da dove venite, chi siete?
Ciao! Siamo i MinimalJoy una band di Bologna. Anche se con poca Bolognesità nel nostro sangue amiamo tantissimo questa città.
Bologna è il nostro quartier generale e i Minimaljoy sono un fisiologico tassello che unisce vite differenti di amici che sono innamorati di un certo tipo di musica. Una musica che sia cultura, messaggio, storia piuttosto che mainstream o fenomeno di moda.
Bologna è il luogo dove è nata la nostra amicizia. Io (roberto) e Andrea ci siamo conosciuti da studenti, veniamo entrambi dalla puglia ma ci si siamo conosciuti solo sul finire dei nostri studi. Arrivati a Bologna per studiare, ora siamo (più o meno) due ricercatori e affrontiamo con difficoltà e passione tutto il nostro lavoro (sia la ricerca che la musica richiedono a certi livelli tanto sudore e sangue). Silvia è la voce, anzi la Voce. Senza di lei mai sarebbe potuto accadere nulla. Un’amica preziosa che sa ormai tradurre benissimo quel che scrivo e arrangio fino a confezionarci un vestito perfetto per testi che altrimenti rimarrebbero chiusi in qualche cassetto. Siamo tre amici che vivono e condividono molto anche fuori dalla sala prove, questa riteniamo sia una fortuna preziosa. Siamo infatti il nucleo originario della band. Al nostro fianco Chiara si occupa delle linee melodica di basso e Leo invece cura i ritmi. Due persone che hanno immediatamente varcato la porta della band trovando perfettamente un ruolo armonioso. Chiara e Leo sono di recente diventati componenti attivi dei MinimalJoy. Nel nostro disco il basso e la batteria sono stati suonati da Margherita e Riccardo, che per lungo tempo hanno fatto parte del gruppo e a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti per quel che hanno dato.

2. Quale è l’artista che maggiormente vi ha inspirati? Sapreste consigliare un lavoro uscito negli ultimi 5 anni che ritevene veramente degno di nota? Perché?
Difficile limitarsi con una domanda cosi allettante. Crediamo che chiunque di noi si faccia ispirare da ascolti passati, anche chi viene lodato di estrema originalità avrà un background musicale dal quale non riesce mai a staccarsi completamente.
La nostra fortuna forse è quella di avere ascolti diversificati che all’interno dei nostri arrangiamenti si ritrovano, si scontrano e si sposano in maniera melodiosa. Potremmo citare il filone new-wave piuttosto che una deriva punk, il rock degli anni 90 e tanto altro ancora. Probabilmente nella primissima fase compositiva ciò che più ispira sono la moltitudine di ascolti dark e post punk che tanto amiamo. Basta dire che la sola cover che ci siamo fino ad ora concessi è un pezzo deiJoyDivision!
Se volessimo invece scegliere un album uscito negli ultimi 5 anni che riteniamoveramente degno di nota penseremmo ad “aspettando i barbari” dei Massimo Volume. Le uscite internazionali sono molte e stupende – basti pensare all’ultimo lavoro di Bowie – così rispondiamo con un disco made in italyche nasce nel nostro stesso contesto…dalle abili mani di musicisti che spesso abbiamo la fortuna di incontrare per le vie di una città che ci ospita e che ci mette in connessione.

3. Parlateci un pochino del vostro ultimo lavoro. Come è nato?
Cold Kiss nasce da un’esigenza. La necessità che avevamo era quella di dare concretezza alla nostra enorme passione. Non siamo più ragazzini, purtoppo nessuno di noi vive di musica ma per ciascuno di noi è fondamentale sporcarci le mani con un un basso o un chitarra… Comporre è un momento cruciale, ritrovarsi in sala e lavorare sugli arrangiamenti. Non possiamo fare a meno di farlo. Ultimato il nostro EP Lopsided, abbiamo avuto la fortuna di suonare in numerosi live. Durante queste esperienze sono nate spontaneamente nuove canzoni che dovevano trovare luce in un disco. Coldi Kiss vorrebbe essere il disco della consapevolezza, della concretizzazione di quella che era partita come un’irrinunciabile passione.

4. Quale é l’artista piu’ sopravvalutato e quello piu’ sottovalutato sulla scena musicale italiana e non e perché?
Domanda complicatissima. In effetti, è pieno di artisti sopravvalutati, basta fare un rapido giro fra i festival estivi per capire certe dinamiche. Ma noi non vogliamo alimentare queste futili polemiche. Un artista che riteniamo sopravvalutato, anzi sopravvalutatissimo esiste ed è Gianni Morandi (qualcuno sa il perché – semicit.).
Ad ogni modo, scherzi a parte, esistono artisti sottovalutati. Purtroppo ci sono artisti che stimiamo tanto ma che continuano a rimanere inspiegabilmente nascosti. Uno fra tutti è ancora lui, Gianni Morandi.

5. Progetti per il futuro?
Il nostro futuro non lo vogliamonè possiamo prevedere. Sicuramente vogliamo e desideriamo suonare e portare in giro Cold Kiss, ci piacerebbe che arrivasse più lontano possibile. Vorremmo suonare tanto e sperare di ricevere pareri favorevoli. Basterebbe questo (forse è chiedere tanto?) per darci le energie necessarie in questa avventura.

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